Nato un nuovo gruppo parlamentare favorevole a un “Conte 3”. Ma le insidie vengono sempre dal solito Renzi

di ROMANO LUSI – Sono iniziate ieri pomeriggio le consultazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la formazione del nuovo governo. Il primo colloquio al Quirinale è stato con la presidente del Senato Elisabetta Casellati, durato circa mezz’ora. Al termine, Casellati ha scelto di non rilasciare dichiarazioni alla stampa in considerazione della fase delicata per il Paese e per la politica e nel rispetto della prassi istituzionale. Poi è toccato al presidente della Camera Roberto Fico, il quale ha salutato i cronisti dicendo: “Siamo tutti al lavoro per il bene del Paese”.

Il primo giorno delle consultazioni è stato afflitto dalla cabala sui nomi delle eventuali alternative a Conte per Palazzo Chigi. Oggi toccherà ai gruppi minori, tra cui Italia Viva i cui esponenti, su direttiva di Renzi, si sono esercitati nell’ipotizzare nomi alternativi a quello di Conte con l’intento di mettere zizzania e creare conflitti tra i gruppi della maggioranza parlando di candidature come quelle di Di Maio o di Gentiloni. All’uopo ha provveduto la ex ministra a colori Teresa Bellanova.  Ma Di Maio ha detto: «Tirano in ballo il mio nome col chiaro intento di mettermi contro il presidente Conte. Sanno benissimo che sto lavorando al suo fianco con la massima lealtà, per trovare una soluzione a questa inspiegabile crisi». E ha confermato l’intenzione del M5S di salire al Colle in occasione delle consultazioni facendo come “unico nome quello di Giuseppe Conte“. La Bellanova al Tgcom24 invece prima aveva detto:  “Noi non poniamo veti su Conte e non subiamo veti da nessuno, ma sicuramente non c’è solo Conte. Quello che ci interessa è come si affronta la crisi”.

Governo, i possibili scenari

A sua volta il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, parlando nella Direzione del Pdi, aveva detto: “Io chiedo il mandato sulla proposta, da fare a Mattarella, di un incarico a Conte per dare vita ad un governo che raccolga il suo appello a un nuovo governo europeista che possa contare su ampia base parlamentare. Anche grazie al Recovery plan “non dobbiamo avere come obiettivo di restaurare l’Italia che c’era prima, ma costruirne una nuova. Per questo non si può consegnare a questa destra il nostro Paese.

Il tema del rapporto con Iv – ha aggiunto Zingaretti – non ha nulla a che vedere con il risentimento per il passato, ma è legittimo avere dubbi fondati per il futuro. Nessun veto, ma un aspetto politico da tenere in considerazione perché verremo giudicati in merito alla sincerità e credibilità delle parole per definire il governo che decideremo insieme di sostenere. Proviamo perché noi non abbiamo mai voluto o auspicato elezioni politiche anticipate e non le vogliamo ora”, ha detto ancora  Zingaretti. “Hanno fatto bene coloro che in questi giorni, dopo l’apertura della crisi al buio, hanno segnalato questo pericolo perché esso è reale. Segnalare per la strada il pericolo di una buca è l’opposto della volontà di volerci finire dentro”.

E la direzione nazionale del Pd all’unanimità ha espresso voto favorevole sull’ordine del giorno presentato e sulla relazione del segretario Zingaretti. Alla delegazione Pd è stato dato dunque mandato di proporre al presidente della Repubblica l’incarico a Conte.

“Il M5S è compatto intorno alla figura di Giuseppe Conte ma è evidente che, da fuori, qualcuno sta cercando di dividerci”, sottolineano fonti di primo piano del M5S in merito ai rumors sull’ipotesi di un premier 5 Stelle, con particolare riferimento al ministro degli Esteri. Il ministro per lo Sviluppo Economico, Patuanelli, commentando a sua volta le ipotesi di un presidente del Consiglio a 5 Stelle alternativo a Conte, ha replicato: “Pensano di poterci usare contro Conte. Si sbagliano”.

Un altro personaggio di spicco dei 5stelle, Alessandro Di Battista, intervenendo ad “Accordi e Disaccordi“, su canale Nove, ha detto, in serata: “Conte ha tirato una linea che condivido, occorre portarla fino alla fine perché credo che così ci saranno delle sorprese. Con coraggio. Il Paese non sta bene, oggi è disonesto minarlo. Mi rivolgo anche ai parlamentari di Italia viva, perché per me Renzi è una “cosa”, non è neanche un mio problema. Per me Renzi deve restare fuori dalla porta“. Giuseppe Conte candidato premier M5S-Pd alle prossime elezioni? “Non so, ma io me lo auguro”. ”

In un video su Facebook Matteo Renzi (reduce da un ben remunerato viaggio negli Emirati Arabi) dice che “per fare politica occorre studiare, conoscere e fare proposte” ed enuncia una delle sue formule ormai stantie: “A noi sta a cuore l’Italia e l’Italia deve ripartire adesso. Solo una cosa non ci possiamo permettere, non vivere questa crisi come una grande opportunità per ripartire. O prepariamo adesso la ripartenza o buttiamo via questa opportunità. Noi continueremo a testa alta a parlare di contenuti e se altri parlano di poltrone, polemizzano sul carattere e ci attaccano con fake news, non è un nostro problema. Noi teniamo la barra dritta, a viso aperto, sulle cose che servono all’Italia non a noi”. Poi “scopre” che in Italia ci sono tre emergenze da affrontare subito: quella economica, il piano dei vaccini e la scuola.

E scopre uno… “scandalo”: “Il tentativo di far passare delle persone non su un’idea ma su una gestione opaca delle relazioni personali e istituzionali per la creazione di gruppi improvvisati”, che è la sessa cosa che ha fatto lui, quando creò il gruppo di Italia viva mettendo insieme in Italia viva parlamentari eletti nel Pd in conflitto con il Pd e con il governo di cui la parte preponderante è composta dai Cinquestelle, che lui aveva respinto quando questi avevano proposto un’alleanza con il Pd, facendoli  finire alleati con Salvini e la Meloni.

Intanto al Senato si è costituito il nuovo gruppo parlamentare Europeisti Maie Centro democratico“. I componenti sono: Maurizio Buccarella, Adriano Cairo, Andrea Causin, Saverio De Bonis, Gregorio De Falco, Raffaele Fantetti, Gianni Marilotti, Riccardo Merlo, Mariarosaria Rossi e Tatjana Rojc. Fantetti sarà il presidente del gruppo, Causin il vice presidente. Merlo chiede che anche il nuovo gruppo parlamentare venga convocato al Colle per le consultazioni. E “al presidente della Repubblica – assicura – avanzeremo la proposta di un nuovo governo Conte, perché è lui il nostro punto di riferimento”. Non aderisce la senatrice Sandra Lonardo, la quale – ribadendo che voterà sì a un nuovo governo Conte –  ha spiegato così il motivo della sua mancata adesione: “Non avevo rifiutato la proposta in sé, ma poi ho scoperto che il gruppo si sarebbe chiamato Maie-Centro democratico con una particolare attenzione quindi a una forza politica esistente come quella di Tabacci. Non ho niente contro di lui e il Cd ma io sono di una componente diversa. A quel punto il progetto non mi convinceva e non ho aderito”. “Ho proposto di togliere il nome Cd tornando solo al Maie o di aggiungere ‘Noi campani’ (lista e associazione politica fondata dal marito Clemente Mastella per sostenere il centrosinistra in Campania, ndr) a cui tengo molto – aggiunge – ma non è stato così. Comunque auguro lunga vita a questo gruppo”. La senatrice ribadisce comunque il proprio sostegno all’attuale maggioranza.

Invece dicono no i parlamentari di ‘Cambiamo-IdeaGaetano Quagliariello e Paolo Romani e dell’Udc con Antonio De Poli. 

“Dopo un confronto aperto sui temi e le proposte che abbiamo portato avanti fin dall’inizio del nostro mandato parlamentare,abbiamo deciso di aderire alla componente del Gruppo Misto Centro Democratico“, hanno annunciato deputate del Gruppo Misto Piera Aiello e Alessandra Ermellino, elette nel M5S. La componente Cd del Misto con le nuove entrate arriva a quindici deputati.

E il centrodestra insiste con il leader della Lega Matteo Salvini che dice: “Mai un governo con il Pd. Un governo con il Pd che vuole azzerare quota 100 e tornare alla legge Fornero, per me è impossibile”. Perciò “mi rifiuto di pensare a un governo Pd-5 Stelle-Leu Boldrini e Forza Italia, per il bene che voglio a Silvio Berlusconi, a FI e per l’idea del centrodestra che governa la maggioranza dei comuni e delle regioni nel Paese. La domanda non è con chi, ma per fare cosa”.

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