PERISCOPIO/ Un segretario-presidente onnipresente, ma la crisi politica tocca anche il Pd

Nuccio-Fava-545x384di NUCCIO FAVA – È una donna italiana Speranza Cappucci che per la prima volta dirigerà i celeberrimi Wiener Philarmoniker nella Cenerentola di Rossini. Esemplare la sua dichiarazione: “Dirigere sul podio prestigioso di Vienna è sempre stato associato ad un ruolo maschile, dei grandi maestri. Per me dirigere non è comandare ma convincere”. Chissà se l’ ottimo ufficio stampa di palazzo Chigi ha segnalato per tempo e con efficacia la dichiarazione della direttrice italiana al presidente-segretario, impegnatissimo nella sua personale battaglia a favore del Sì. Gira l’Italia come una trottola, invade ogni canale televisivo e radiofonico e ogni testata di carta stampata. Chissà se dopo Giletti non pensi ad una comparsata pure da Fiorello e dalla D’Urso.

Oltre ai timori ed alla preoccupazione, tutto questo attivismo comunicativo smodato può dare l’impressione che il premier tema di non convincere, di non persuadere e comunque, cosa molto diversa dal chiamare a raccolta, dalle usate o quasi minacciate catastrofi estreme se non passa il referendum della Boschi; anche lei impegnata in giri frenetici per l’Italia, con pochi ragionamenti persuasivi e al contrario insistita riproposizione di schemi già usati in abbondanza in ogni dove dal presidente-segretario. L’ultima direzione Pd ne è stata inesorabile conferma con la minoranza Pd che ha respinto l’impostazione renziana e pur con parecchia confusione e non pochi distinguo, è stata ferma nel respingere la tentazione scissionista che forse Renzi avrebbe desiderato.

Tutto questo rende precaria la situazione politica, perché mette in luce mancanza dì chiarezza e divisioni sino ad ora insuperabili, anche nel maggiore partito italiano. La crisi però viene da lontano e risale forse all’inizio della stessa nascita del partito democratico incapace di avvertire che non era sufficiente mettere insieme i comunisti-socialisti e la sinistra democristiana superstite per dare vita ad una nuova forza politica all’altezza dei tempi nuovi e delle nuove sfide in Italia ed in Europa.

Anche l’adesione disinvolta e repentina di Renzi con l’adesione al partito socialista europeo è risultata una scorciatoia superando con un gesto semplificatorio quello che avrebbe dovuto essere un processo e un ripensamento critico profondo della storia e delle prospettive della sinistra e della sua nuova funzione. Purtroppo ci si è mossi con poca riflessione e scarso approfondimento senza che si aprisse realmente un nuovo percorso anche se non facile da costruire.

Si è affermata l’ideologia della rottamazione e dell’illusione che il male stesse tutto nella vecchia dirigenza e che dovesse in qualche modo essere rottamata anche la storia precedente, colpevole di tutto il negativo del passato. Del resto anche il dibattito sul referendum, al di là dei singoli punti, mostra insofferenza se non rifiuto dell’impostazione  dei padri costituenti che ebbero però il grande merito storico di offrire al paese un alto documento di valori e di istituti e soprattutto di non spaccare l’Italia ma di favorirne la crescita e lo sviluppo democratico.

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