MANETTE E SCOOP PREELETTORALI/ Arrestati sindaco di Acireale+7: corruzione. Inchiesta scoppio ritardato sul presidente del Potenza calcio: si autosospende da M5s

Come ad ogni vigilia elettorale italiana continua il tintinnar di manette o il trillar di  campanelli per la consegna di avvisi di garanzia. Oggi ce ne sono da registrare due: uno in Sicilia, l’altro in Basilicata.

CATANIA –  Il sindaco di Acireale e altre sette persone sono state arrestate dalla Guardia di finanza per corruzione e turbativa d’asta a conclusione di indagini sui Comuni di Acireale e Malvagna (Messina). Tra i destinatari del provvedimento cautelare, cinque in carcere e tre ai domiciliari, emesso dal gip su richiesta della Procura distrettuale etnea.

 Roberto Barbagallo, 42 anni, era stato eletto sindaco di Acireale nel giugno del 2014. Con i suoi 15.573 voti, appoggiato da liste civiche del centrosinistra, aveva quasi doppiato, nel turno di ballottaggio, il candidato del centrodestra, Michele Di Re (8.939 preferenze). Laureato in ingegneria civile all’università degli Studi di Catania con una specializzazione in idraulica, è un libero professionista. Nel 2009 era stato il primo degli eletti al consiglio comunale di Acireale. Politicamente è considerato vicino al deputato regionale Nicola D’Agostino.

Sull’operazione della Guardia di finanza il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, ha dato conto ai giornalisti nella sala stampa della Procura.

POTENZA Tre quotidiani  (Corriere della Sera, La Stampa e Il Messaggero) hanno dato notizia stamattina di una indagine che riguarda il presidente del Potenza calcio, Salvatore Caiata, 46 anni, che è anche candidato in Basilicata alle prossime elezioni per il M5s. L’inchiesta – che, poi si è appreso, risale a un paio di anni fa – riguarda passaggi di fondi per l’acquisto di bar e ristoranti a Siena. Nel capoluogo toscano Caiata è piuttosto noto per essere titolare di diversi locali molto frequentati da turisti.

Anche in questo caso è stata adottata dal M5s una linea dura. “Al di là delle sue eventuali responsabilità penali – scrive Luigi Di Maio in un post su Facebook – che sarà la magistratura ad accertare, per le nostre regole omettere un’informazione del genere giustifica l’esclusione dal MoVimento 5 Stelle”.

Caiata ha subito dopo fatto questo annuncio su Facebook: “Sono totalmente convinto della mia buona fede e della mia innocenza ma non voglio che il M5s abbia alcun danno da questa vicenda perché nulla c’entra. Per questo metto totalmente a disposizione tutta la documentazione che possa servire per chiarire questo attacco che mi viene rivolto e mi autosospendo dal Movimento“.

A sua volta il suo difensore, avvocato Enrico De Martino, ha rilasciato all’Ansa questa dichiarazione: “Il mio assistito ha ricevuto, agli inizi del 2017, una richiesta di proroga d’indagini preliminari su un fascicolo aperto a metà 2016 per fatti relativi al trasferimento fraudolento di valori in materia di riciclaggio. Da allora, nonostante la nostra piena disponibilità a chiarire qualsiasi contestazione, non abbiamo ricevuto nessuna convocazione”.

Caiata si è poi dilungato nella spiegazione della sua vicenda: “Per me stamattina non è stato un buon risveglio, perché mi sono trovato coinvolto in questo ciclone mediatico che mi lascia sbalordito, triste, dispiaciuto, furibondo, con chi, senza pietà e senza sapere, distrugge la vita di una persona che si è sempre comportata per bene”. “Sono una persona per bene – prosegue Caiata – e mio figlio può essere orgoglioso di suo padre perché ha sempre fatto tutto in modo onesto. E’ sicuramente sorprendente la tempestività con cui una notizia vecchia di due anni venga riportata oggi, da tutti i media nazionali, a meno di dieci giorni dal voto”, aggiunge il patron del Potenza, che conclude: “L’affetto e le dichiarazioni di stima che ho ricevuto da migliaia di persone mi danno la forza per essere più determinato di sempre a voler contribuire al cambiamento di questo Paese”.

Commenta per primo

Lascia un commento