Il governo Draghi ottiene la fiducia anche alla Camera (con 535 Sì, 56 No, e 5 astenuti) dopo il voto di ieri in Senato.

L’esito del voto sul tabellone della Camera dei deputati (foto Ansa/ LaPresse/Pool/ di Roberto Monaldo)

Il governo Draghi ha incassato stasera la fiducia anche alla Camera, dopo quella ottenuta ieri dal Senato. Questo l’esito della votazione: su 596 deputati presenti i Sì sono stati 535, i no 56, e 5 gli astenuti. Altri 12 deputati del Movimento 5 Stelle non hanno partecipato al voto. (Il record dei consensi rimane, per un solo voto, a Mario Monti, che con il suo governo nel 2011 ne ottenne 556).

La votazione è arrivata poco dopo le 21, a conclusione delle dichiarazioni di voto dei capigruppo politici e di una quindicina di singoli deputati, prevalentemente del M5s, alcuni dei quali hanno annunciato il voto contrario o l’astensione, meno uno che ha detto di voler votare un sì sofferto.

L’ossatura del programma di governo, Draghi l’aveva illustrata già ieri al Senato. Pertanto si è limitato ad una replica breve agli interventi dei vari deputati: 13 minuti in tutto, in cui ha chiarito solo qualche passaggio, dalle piccole e medie imprese alla giustizia (il più applaudito), ma anche alle carceri, partendo dalla lotta alla corruzione per arrivare alle questioni delle carceri e della durata dei processi. Nel medio periodo, dice Dragi, per la “ripartenza”, il tema delle piccole e medie imprese “comporta e incrocia internazionalizzazione, accesso al capitale, investimenti, per rafforzare la nostra manifattura e renderla più competitiva. Sostenere l’internazionalizzazione, potenziare il credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo nel Mezzogiorno e consulenza per la quotazione delle piccole e medie industrie. Dobbiamo estendere il piano di industria 4.0 per favorire e accompagnare le imprese nel processo di transizione tecnologica e sostenibilità ambientale”. “Un Paese capace di attrarre investitori – ha sottolineato –  deve difendersi dai fenomeni corruttivi, lo deve fare comunque intendiamoci. Questi portano a effetti depressivi sul tessuto economico e sulla libera concorrenza“. “Non dovrà essere trascurata la condizione di tutti coloro che lavorano e vivono nelle carceri, spesso sovraffollate, esposte a rischio e paura del contagio e particolarmente colpite dalla funzione necessarie a contrastare la diffusione del virus”. “Non dovrà essere trascurata – ha detto in un altro passaggio del suo intervento – la condizione di tutti coloro che lavorano e vivono nelle carceri, spesso sovraffollate, esposte a rischio e paura del contagio e particolarmente colpite dalla funzione necessarie a contrastare la diffusione del virus”. Il governo si impegna a “migliorare la giustizia civile e penale” e sulla necessità di “un processo giusto e di durata ragionevole in linea con la durata degli altri Paesi europei”. “Il fatto che non abbia detto nulla ieri” sullo sport “non significa che non sia meno importante. È un mondo profondamente radicato nella nostra società e nell’immaginario collettivo, fortemente colpito dalla pandemia. Questo governo si impegna a preservare e sostenere sistema il sportivo italiano tenendo conto della sua peculiare struttura e dei molteplici aspetti che lo caratterizzano, non solo in relazione all’impatto economico, agli investimenti e ai posti di lavoro ma anche per il suo straordinario valore sociale, educativo, formativo, salutistico”.

IL DIBATTITO

Dopo le dichiarazioni di Draghi si sono avuti gli interventi dei capigruppo. Eccone una sintesi.

Maria Elena Boschi (Italia viva) – La designazione di Draghi è la prova del fallimento della cultura populista, e con lui si cambia metodo. Noi ci siamo riconosciuti nel programma che ha illustrato, abbiamo sentito parole che sono di patrimonio comune. Come Iv voteremo in modo compatto e convinto la fiducia al governo, anche con la speranza di poter scrivere insieme il futuro e non solo di rinfacciarci il passato, come è avvenuto in altri momenti.

Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) – Ci siamo seduti dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati. Potrei giustificare così la scelta di Fratelli d’Italia che oggi voteranno contro la fiducia, unica forza, ma la verità è che non avevamo scelta per coerenza e serietà, esattamente come nessuno in Italia si fiderà più di chi firma un contratto e poi non lo rispetta. Perciò voteremo no: “la nostra è una scelta ponderata ma scomoda, per dire no all’idea di un’Italia di serie B” e che “non darà la fiducia” ma farà da “stimolo e supporto per ogni scelta che riterremo giusta”.

Roberto Occhiuto (Forza Italia)   Oggi non nasce una nuova maggioranza politica ma semplicemente una comune assunzione di responsabilità davanti alla gravità della situazione. Viene prima il Paese e poi le nostre differenze.

Graziano Delrio (Partito democratico) –  I deputati del Pd voteranno convintamente sì al governo perché lo ritiene adeguato ad affrontare le gravi emergenze sanitarie, sociali ed economiche del Paese.

Riccardo Molinari (Lega) – L’avvento del governo Draghi è il trionfo della buona politica, il fallimento del fatto che la ragione stia solo da una parte. E noi non possiamo che rispondere ‘presente!’: facendo seguito all’appello del presidente Mattarella ma anche per responsabilità”.

Davide Crippa (M5s) – Ora è evidente a tutti come il Mes sia stato solo una questione usata strumentalmente da Renzi.

Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana) – Annuncia il suo voto contrario alla fiducia al governo Draghi in dissenso dal gruppo parlamentare di Leu, cui è iscritto.  

Vittorio Sgarbi (indipendente) annuncia che si asterrà.

 

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