Ma davvero l’11 giugno è rinato il bipolarismo?

di NUCCIO FAVA – Tra le tante analisi trovo brutale ma a suo modo centrata quella del giornale dell’Umbria: La Caporetto democratica. Si tratta solo di uno spicchio dei nove milioni di italiani chiamati alle urne, tuttavia rivelatore di una astensione molto alta: tra la babele di numeri, analisi ed opinioni, resta però troppo in ombra la disaffezione degli elettori che diviene in realtà la vera vincitrice. Dato preoccupante che anche l’indiscusso vincitore Macron commenta con una battuta – “troppa grazia Sant’Antonio” – approfittando dei festeggiamenti per il santo venerato in tutto il mondo invocato per ogni tipo di necessità e intercessione nelle cause difficili. In Italia invece tutti hanno cercato di tirare l’acqua dalla propria parte, ignorando però le condizioni del mulino spesso senza manutenzione adeguata e mal ridotto.

I conti allora non tornano troppo e ciascuno cerca di salvarsi l’anima imperversando sulle magagne altrui. La vittima prescelta è il movimento di Grillo, che certo ha preso una bella batosta. Forse però in parte superficiale ed illusorio immaginare che i 5stelle siano prossimi allo sfascio. Con la conseguenza che sarà più facile contendersi – da destra e da sinistra – l’elettorato grillino.

A noi pare che le cose non stiano così e che in ogni caso la caccia a Grillo sarà più complicata e difficile. I 5stelle non sono infatti come gli altri partiti, vogliono rifondare in modo alternativo il sistema e con rapidità adattano la loro strategia movimentista ad ogni questione e nell’affrontare con fantasia e presa popolare i diversi problemi. Il sindaco Virginia Raggi chiede al prefetto una moratoria nell’arrivo degli immigrati ed una politica severa contro mendicanti e barboni. Alla Camera riesplode la gazzarra contro il governo, con striscioni e scompostezze in aula; le elezioni anticipate tornano ad essere agitate con urgente virulenza. Con un rilancio quasi dell’impostazione originaria diretta a sopire le tensioni interne perché – se la casa brucia – tutti devono concorrere a spegnere l’incendio per potere riprendere con gradualità il cammino.

Sottovalutando queste diversità dei 5stelle rispetto agli altri schieramenti politici si sopravvaluta un ipotetico ritorno al bipolarismo e che il vero confronto ormai è nuovamente tra centrodestra e centrosinistra : scompare cioè il terzo incomodo grillino. Colpisce in particolare la veemenza con cui reagisce il Pd illudendosi di coprire così le sue magagne e le sue difficoltà. Pur non sottovalutando che anche un test parziale amministrativo non può essere semplicisticamente esteso nel suo significato politico ad una prospettiva generale-nazionale, bisognerà attendere soprattutto gli esiti dei ballottaggi per trarre qualche valutazione  meno precaria ed approssimativa.

Restano in piedi la questione della nuova legge elettorale, di cui c’è  indispensabile bisogno, e l’impostazione delle alleanze, che diventano sempre più necessarie e vitali. L’apertura di Renzi all’iniziativa Pisapia,  apertura troppo improvvisa e fuori tempo massimo, dice soprattutto delle difficoltà enormi in cui si trova il riconfermato segretario pdiessino, piuttosto che di una chiara strategia, fin troppo tattica e strumentale.

 

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