LEGGE ELETTORALE. Il “Rosatellum” del Pd bombardato da 417 emendamenti

Emanuele Fiano (foto), il parlamentare Pd incaricato di presentare il testo-base della nuova legge elettorale da esaminare il 5 giugno, chiede tempo, chiede un rinvio di questo termine, ma il capogruppo del Pd alla Camera, Rosati (da cui prende il “nome” la legge) insiste: la data non si tocca. Però  sono ben 417 gli emendamenti al testo  presentati in commissione Affari costituzionali della Camera, sia dai gruppi che dai singoli parlamentari. Tra le proposte di modifiche ce ne sono anche diverse dello stesso Pd, per metà tendenti al proporzionale e per metà tendenti uninominale. Due emendamenti sono stati depositati anche da Gianni Cuperlo, esponente dell’area pd che fa capo a Andrea Orlando e spingono per coalizioni nei collegi uninominali.

Ma ogni partito vuole modificare il Rosatellum con scopi diversi e opposti. Il M5s, per esempio, ha depositato 35 emendamenti per “rendere proporzionale il Rosatellum”, con voto disgiunto (cioè la possibilità di votare un candidato di un partito e una lista a lui non collegata) e l’eliminazione della sproporzione tra quota maggioritaria e proporzionale. Altri emendamenti  prevedono l’introduzione del Democratellum, cioè la riforma elettorale che i Cinquestelle hanno formulato tre anni fa consultando i propri iscritti online.

Forza Italia ha invece presentato solo 4 emendamenti. Due sono definiti “tecnici” mentre altri due rendono più vicino al sistema tedesco il testo del Pd, che con il tedesco c’entra ben poco. Tra l’altro il primo dei due emendamenti è quasi identico ad uno del Pd preparato da Dario Parrini, che Fiano tiene in sospeso. Dei quattro emendamenti, ha spiegato il firmatario delle proposte di modifica di Fi, Roberto Occhiuto, uno riguarda le misure anti-broglio e uno le modalità di voto degli italiani all’estero.

Alternativa Popolare di Alfano ha depositato 41 emendamenti. Due di questi sono completamente sostitutivi della proposta Fiano. Il primo prevede la riproposizione della proposta di legge Lupi-Misuraca, modifica al vigente Italicum con la possibilità di formare coalizioni, con soglia al 3%, ed estensione al Senato. Il secondo, il “sistema tedesco” ma con possibilità di formare coalizioni con premio di maggioranza per chi supera il 40 per cento. Tra gli emendamenti di modifica alla proposta Fiano, invece, ci sono la riduzione del numero dei collegi uninominali dal 50 al 40 per cento, scorporo dei voti dei candidati vincenti nei collegi, abbassamento della soglia per l’accesso ai seggi, al 2 e al 3 per cento, possibilità di formare coalizioni dichiarate e omogenee a livello nazionale, aumento del numero delle pluricandidature; modifica alla scheda elettorale”.

Altre proposte di modifica sono firmate da Sinistra Italiana, che punta a trasformare il Rosatellum in un proporzionale alla tedesca. La motivazione è la seguente: “Correggiamo il ‘Rosatellum’ introducendo la doppia scheda, riequilibrando la rappresentanza di genere, riducendo il numero delle firme e permettendo la sottoscrizione anche in maniera digitale”.

Insomma è un gigantesco pasticcio. Eppure c’è chi è convinto che si andrà a votare in autunno. Lo vuole Renzi, si dice; ma lo vuole anche Salvini, il quale, con il 13% accreditatogli dai sondaggi e i continui scambi di insulti con Berlusconi, non si capisce dove vuole arrivare. O è uno stupido o la sua è solo propaganda da quattro soldi.

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