Raggiunto l’accordo tra Regione Lazio e Comune di Roma sullo smaltimento dei rifiuti. Ma ora viene il difficile

di LUCA DELLA MONICA – Finalmente  tra il Comune di Roma (a guida 5stelle) e la Regione Lazio (a guida Pd) è stata raggiunta una intesa sul problema della gestione dei rifiuti della capitale (nella foto Virginia Raggi e Nicola Zingaretti) .

A riferirlo, al termine di un tavolo tecnico sul tema, è stato il capogruppo M5s in Campidoglio, Giuliano Pacetti (foto a destra), il quale ha dichiarato: «Abbiamo trovato l’accordo ed è una gioia oggi dire di esserci riusciti. Non vi sarà nessun sito provvisorio all’interno della città di Roma. La città farà la sua parte individuando un sito di smaltimento definitivo. Il sito è in corso di individuazione». La Regione Lazio ha garantito il suo sostegno nella fase di transizione.

Tutto risolto, dunque? Purtroppo è difficile affermarlo con certezza perché il problema

dello smaltimento dei rifiuti a Roma è esploso quando il sindaco Ignazio Marino (foto a sinistra), a capo di una giunta a maggiorana Pd, nel 2014 decise la chiusura della discarica di Malagrotta del cavalier Cerroni, (foto a destra) nella quale da 40 anni i rifiuti della capitale venivano versati. Decisione che venne salutata da tutti (e soprattutto dagli abitanti del quartiere confinante limitrofo a quella discarica) con grande sollievo, ma che poi si rivelò disastrosa perché nel frattempo non era stata individuata una soluzione alternativa.

Poi il sindaco Marino venne mandato a casa dallo stesso Pd con un colpo di mano senza precedenti nella storia della capitale d’Italia,  guidato in prima persona dal presidente del partito, Orfini (foto a destra), il quale onorò così il proprio nome di battesimo – Matteo –  allineandolo a quello di altri personaggi politici italiani di spicco per arroganza politica. E quindi a Marino non fu dato neppure il tempo per individuare e realizzare un’alternativa alla mega-discarica. Con lui fu mandato a casa l’intero consiglio comunale.

A lui intanto seguì una ancor più disastrosa gestione del Campidoglio affidata a un commissario di governo, Tronca (scelto e nominato da Matteo Renzi), il quale non affrontò il problema, che finì sul groppone di Virginia Raggi, eletta sindaco nel 2016 in conseguenza della vittoria del M5s. A sua volta la Raggi, condizionata dalle regole del MoVimento, fu costretta a licenziare dopo breve tempo l’assessore Muraro (foto a destra) competente sol perché destinatario di un “avviso di garanzia” della magistratura per un presunto mini-reato che avrebbe comportato al massimo una multa di 6mila euro in caso di accertata colpevolezza.

Le conseguenze di tale pasticcio sono quelle che da allora vedono e soffrono quotidianamente i cittadini romani e di cui inorridiscono i turisti per la gioia, cinica, degli oppositori politici dell’amministrazione in carica.

Ora arriva la parte più difficile del problema: individuare un’area, nel pur vasto perimetro della città, da destinare a discarica, sia pur provvisoria, senza che si scatenino le prevedibili sollevazioni popolari.

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