La sinistra tra il …Crampo progressista di Pisapia e i contorcimenti degli ex Pd

di ENNIO SIMEONE – Come se non bastassero le quotidiane sceneggiate di Matteo Renzi – in giro per l’Italia e per televisioni a promuovere Avanti, il suo libro-vendetta post sconfitta referendaria – a squalificare il campo della sinistra, ora ci si è messo con impegno anche Giuliano Pisapia. Il quale, con ondivaghe apparizioni qua e là per l’Italia, propaganda il suo “Campo progressista” senza che si capisca dove voglia andare a parare. L’ultima definizione che ne ha dato, in un comunicato diffuso ieri, è la seguente:  “Obiettivo di Campo Progressista è un nuovo soggetto politico di centrosinistra, alternativo al Pd e antagonista ai populismi e alle destre, in netta discontinuità con il passato, aperto e inclusivo”. Ma poi afferma che “queste condizioni non sono pienamente realizzate”, perciò ha deciso di rnon andare al programmato “incontro con Mdp” (cioè una chiacchierata tra lui e Roberto Speranza, coordinatore del movimento nato dopo la scissione del Pd). La motivazione, altrettanto oscura, è la seguente: “Non c’è spazio per una politica con la testa rivolta all’indietro, ma c’è necessità di un nuovo soggetto con il “contributo di forze civiche, sociali, ambientaliste e cattolico-democratiche”. Un Campo, insomma, che fa venire i crampi allo stomaco e al cervello.

In realtà l’incontro a Roma tra Pisapia e Speranza doveva servire a ricucire i rapporti tra gli ex Pd e il promotore di Campo Progressista dopo che questi si era esibito in un abbraccio con Maria Elena Boschi  a una Festa dell’Unità (foto). Speranza ha replicato a Pisapia, dopo la decisione di cancellare l’incontro tra Mdp e Campo Progressista, che ”l’obietivo di Art.1-Mdp è costruire un nuovo centrosinistra largo e di governo”. “E noi – dice Speranza con linguaggio altrettanto ermetico – lavoriamo per la più significativa partecipazione popolare al processo costituente”, aggiungendo: “Non mi preoccupano le schermaglie e le polemiche lontane dalla vita delle persone. Serve all’Italia una nuova grande forza radicata sul territorio e non costruita nel chiuso delle stanze romane”.

Insomma ce n’è quanto basta perché Renzi possa stropicciarsi le mani; ma, più che l’affabulatore toscano e il comico di Genova, possano compiacersene Berlusconi, Salvini e la Meloni. Come indicano i sondaggi.

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