La Corte Costituzionale: sì alla stepchild adoption di due donne di Bologna

Manifestazione per le vie di Napoli a difesa dei diritti civili di lesbiche, gay, bisessuali e transgender nell'ambito delle manifestazioni previste in tutta Italia, 23 gennaio 2016. ANSA /CIRO FUSCO
Manifestazione per le vie di Napoli  (foto Ciro Fusco per l’Ansa)

La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il ricorso sul caso di due donne sposate negli Usa e trasferitesi a Bologna, che chiedono il riconoscimento dell’adozione di due figlie. A sollevare la questione, il tribunale di Bologna. L’Avvocatura dello Stato aveva chiesto che il ricorso fosse dichiarato inammissibile, sottolineando che più volte a tutela dei minori i tribunali hanno accolto l’istanza di adozione di coppie gay, applicando la norma che disciplina le adozioni nei casi particolari.

Le due donne, Eleonora Beck e Liz Joffe, sposate negli Stati Uniti, chiedono il riconoscimento in Italia dell’adozione di una bambina: ciascuna ha un figlio e un tribunale dell’Oregon ha stabilito che entrambi sono, reciprocamente, madri adottive dell’altro. In America, quindi, è intervenuta quella che anche in Italia, complice il dibattito sul ddl Cirinnà, è ormai nota come stepchild adoption. Ma quando le due donne, nel frattempo trasferitesi a Bologna, si sono rivolte al Tribunale per i minori, attraverso l’avvocato Claudio Pezzi, chiedendo venisse riconosciuta l’adozione, i giudici hanno inviato gli atti alla Consulta.

L‘Associazione Avvocatura per i diritti Lgbti – Rete Lenford – che si è costituita in giudizio di fronte alla Corte Costituzionale a sostegno delle ragioni della coppia di donne – ha affermato: “Ancora una volta la politica sta abdicando al suo primato, chiedendo alla giurisprudenza di continuare a svolgere un ruolo di supplenza nel quadro dei principi dell’ordinamento”.

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