Conte ribadisce: «La mia non è stata una conferenza stampa “a reti unificate”. Ho dovuto smentire falsità di Salvini e Giorgia Meloni »

Giuseppe Conte durante la conferenza stampa di venerdì 10 aprile (foto di Filoppo Attili)

di ROMANO LUSI – Invece di collaborare nell’opera di contrasto al diffondersi del coronavirus e, al tempo stesso, di  sostenere l’azione che il governo italiano sta conducendo per ottenere il sostegno finanziario dell’Unione Europea alle migliori condizioni, l’opposizione dei destra, capeggiata da Matteo Salvini per la Lega e Giorgia Meloni per Fratelli d’Italia, attacca il governo tentando di gettare discredito sul  presidente del Consiglio propalando sciagurate falsità sulla faticosa trattativa che Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia, Gualtieri, stanno conducendo  per ottenere l’adozione di strumenti di finanziamento dell’emergenza economica sostenibili per l’Italia, che non sia il MES (Meccanismo Economico di Stabilità), noto come “Salvastati”.

Salvini e Meloni erano arrivati a dire addirittura che “nottetempo” Gualtieri, d’accordo con Conte, aveva sottoscritto l’adesione al MES, cosa risultata naturalmente falsa. Non solo. Ma cosa che indeboliva nei confronti degli altri paesi la posizione del nostro governo. E’ stata perciò necessaria una energica smentita, che Conte ha ribadito in una battuta rispondendo alle domande dei giornalisti nella conferenza stampa tenuta venerdì sera e mandata in onda da alcune emittenti tv integralmente e da altre parzialmente, collegandosi con il sito di Palazzo Chigi. I canali Tv che l’hanno trasmessa (integralmente o parzialmente) sono Rai1, Rainews24, Mediaset 24, Sky 24 e La7.

La reazione di Salvini e della Meloni, colti con le mani nel sacco, è stata violenta, scomposta, fino ad importunare prima il presidente della Repubblica per accusare Conte di aver voluto rivolgersi alla nazione “a reti unificate” per diffamarli, e poi coinvolgere il presidente della Commissione di vigilanza sulla  Rai per chiedere un intervento censorio nei confronti dell’emittente pubblica. I due sono arrivati ad accusare Conte di aver usato un comportamento paragonabile a quello di un dittatore sudamericano, riuscendo a riscuotere persino un  sostegno peloso dal direttore de La7, Enrico Mentana, che aveva trasmesso la prima parte della conferenza stampa in mezzo al telegiornale e poi in “differita” l’altro pezzo (quello “incriminato”) in coda al tg, rammaricandosene.

Era inevitabile che Conte rispondesse a questi attacchi, accompagnati e seguiti, da cori di ingiurie a mezzo social di sostenitori di Salvini e Meloni, benché questi fossero stati adeguatamente sputtanati dal senatore Mario Monti, che in una beve nota per il “Corriere della sera” si era limitato elegantemente a ricordare che il MES, come aveva detto Conte, è stato approvato dal parlamento italiano nel 2011, quando al governo c’era la destra, presidente del Consiglio era Berlusconi e nel governo c’era un ministro di nome Giorgia Meloni!

E ieri Conte ha replicato attraverso una nota in cui ricorda a tutti che criticando le posizioni di Matteo Salvini e Giorgia Meloni sul Mes, in quella conferenza stampa «ha smentito vere e proprie fake news che rischiavano di alimentare divisioni nel Paese e di danneggiarlo, compromettendo il “senso di comunità”, fondamentale soprattutto in questa fase di emergenza». Ferma da parte di Conte anche la difesa della linea comunicativa adottata, la conferenza stampa andata in diretta in tv,  facendo chiarire dall’ufficio stampa di Palazzo Chigi che nessuno “ha mai chiesto reti unificate”. «La decisione spetterà – come è sempre stato – sempre e solo ai responsabili delle singole testate», sottolinea il governo.

Nella nota di Palazzo Chigi c’è un’implicita replica anche ad Enrico Mentana, il quale a caldo aveva  sostenuto che non avrebbe trasmesso interamente la conferenza stampa se avesse saputo prima delle accuse ai leader della Lega e di FdI. “I responsabili delle testate giornalistiche – è la replica di Palazzo Chigi – sono liberi di sostenere la singolare opinione secondo cui il Presidente del Consiglio non dovrebbe smentire fake news e calunnie nel corso di una conferenza stampa rivolta al Paese, né dovrebbe parlare di un tema rilevante e di interesse generale come il Mes».

Naturalmente a questa nota di Palazzo Chigi è arrivata anche la replica della Meloni. che accusa Conte di “bullismo istituzionale” per “mantenere una rissa costante”, cosa che invece Conte ha sempre tentato di evitare. Dello stesso tenore la reazione di Salvini, secondo cui “gli italiani  gradirebbero lo stesso impegno nel fornire almeno una mascherina protettiva ad ogni cittadino”.

Un seguito di queste schermaglie si potrebbe avere oggi pomeriggio, perché alle 16 si riunirà l’Ufficio di Presidenza della Commissione di Vigilanza sulla Rai. E si mormora che leghisti e meloniani vorrebbero prendersela anche con il presidente Barachini, senatore di Forza Italia e giornalista ex dipendente Mediaset.

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