Conte alla Festa nazionale del Pd a Modena: “Puntiamo su riforme strutturali con i fondi del Recovery plan”. E insiste sulla necessità delle alleanze anche locali tra le forze che sostengono il governo

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sul palco della festa nazionale del Partito Democratico a Modena (foto Ansa di Elisabetta Baracchi).

Giunto direttamente dalla missione umanitaria di Beirut, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è arrivato ieri sera a Modena  per la sua prima visita ad una Festa nazionale del Pd (dopo quella di due giorni prima alla Festa del Fatto quotidiano), dove è stato accolto, sulle onde di “Bella Ciao”,  da un caloroso applauso prima di essere intervistato sul palco dalla giornalista Maria Latella. Salutati i rappresentanti delle istituzioni – il sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli; il prefetto della città emiliana, Pierluigi Faloni, e il presidente della Provincia, Gian Domenico Tomei – Conte si è incamminato verso l’area dedicata ai dibattiti strappando altri applausi e saluti cordiali.

Sui temi del momento non ha lasciato mai spazio a dubbi o incertezze. Sulle scelte italiane per l’uso dei fondi del Recovery plan ha ribadito che il governo sta  rispettando la tabella di marcia dell’Ue e soprattutto saranno scelte forti e robuste, con l’obiettivo di avviare riforme strutturali. Dunque, niente spese correnti, niente rivoli. Dietro ci deve essere un progetto per il Paese anche sul fronte delle infrastrutture, del lavoro e dell’eliminazione delle diseguaglianze”.

E la spinosa questione del fondi del MES?  “Se ci sarà bisogno del Mes lo valuteremo assieme e proporrò una soluzione al Parlamento. Esamineremo nel dibattito parlamentare, in massima trasparenza i regolamenti legati al Mes”.

Poi la riduzione della quarantena da 14 a 7 giorni attuata da alcuni paesi. Risposta: è una prospettiva importante. Se dovessimo ridurre la quarantena si ridurrebbero anche i costi sociali ed economici” .

E le polemicucce suu rapporti tra lui e Draghi? Risposta: “Devo dire che sono stato spesso sollecitato a esprimermi su Draghi e si vuole pubblicamente creare una rivalità che non esiste. Ogni volta che ne ho parlato ho sempre detto quello che penso, sinceramente”, confermando di avergli proposto la candidatura alla presidenza dell’Unione Europea, sulla quale lo stesso Draghi lo pregò di non formulare quella proposta.

Altri temi. Alitalia: “Avere un vettore di bandiera è importante, ma non vogliamo un carrozzone di Stato”. Scuola: “Siamo concentrati sulla sfida per la scuola ricordando l’obiettivo di rafforzare il corpo docenti con un investimento di 7 miliardi da gennaio a ottobre e garantendo che l’Italia sta rastrellando tutti i nuovi banchi possibili in tutta Europa, cosa che sarà a regime entro fine ottobre”. Alleanze politiche ed elezioni: “Non vivo nell’iperuranio, non ho pensato che dal mio invito nascesse un dialogo in cui si chiudessero delle alleanze in alcune Regioni dove non si erano chiuse. Ciononostante io credo semplicemente che da esperienze positive che si consolidano negli anni possano nascere prospettive più durature, non voglio dire organiche. Anche perché c’è un centrodestra unito. E presentarsi in modo sparpagliato significa presentarsi in modo impari. E’ questo il ragionamento che ho fatto e non ci rinuncio affatto”. Rimpasti di governo in vista?: “Rimpasto è un termine logoro. E non è che se voi giornalisti ne parlate tutti i giorni imponete l’agenda politica. Non funziona così”.

Conclusione: “Ci potremo ritenere appagati tutti solo quando i 209 miliardi  messi a nostra disposizione dall’Europa verranno spesi e non sarà sprecato un solo euro. Ben vengano tutte le competizioni locali e territoriali, ma io ho un obbligo: portare a casa la partita del Recovery Plan“.

 

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