7GIORNI IN SENATO/ Legge contro le intimidazioni ai pubblici amministratori e fiducia al governo sulle banche

provenzanodi FRANCESCO MARIA PROVENZANO

Martedì 7 giugno – La seduta in Aula  si è aperta con la commemorazione di Giorgio Albertazzi, fatta dal presidente Pietro Grasso, seguito dagli interventi dei senatori Liuzzi (CoR), Consiglio (LN), Uras (Misto), Mancuso (AP), Elena Montevecchi (M5S), Gasparri (FI-PdL), Rosa Maria Giorgi (PD). E’ stato, inoltre, ricordato l’europarlamentare Gianluca Buonanno, della Lega Nord, con un minuto di raccoglimento. Poiché la Commissione Finanze non ha concluso l’esame del ddl n. 2362 (di conversione del decreto-legge 3 maggio 2016, n. 59, recante disposizioni urgenti in materia di procedure esecutive e concorsuali, nonché a favore degli investitori in banche in liquidazione), l’Assemblea ha avviato l’esame del ddl n. 1932, disposizioni in materia di contrasto al fenomeno delle intimidazioni ai danni degli amministratori locali. Gli articoli 1 e 2 specificano che il reato di intimidazione o minaccia riguarda anche singoli componenti del corpo politico, amministrativo o giudiziario. L’articolo 3 introduce una circostanza aggravante: le pene sono aumentate da un terzo alla metà se il fatto è commesso ai danni di un componente di un corpo politico, amministrativo o giudiziario a causa dell’adempimento del mandato, delle funzioni o del servizio. Il relatore, sen. Cucca (PD), ha presentato un emendamento volto a chiarire, ai fini dell’applicazione dell’aggravante, che la condotta diffamatoria deve avere natura ritorsiva. Dopo aver ribadito che l’articolo 3 non modifica la disciplina del reato di diffamazione a mezzo stampa, il relatore ha sollecitato il governo a impiegare in modo più diffuso sistemi di videosorveglianza.

Prima di entrare in Aula incontro nel corridoio dei busti la senatrice del Pd Camilla Fabbri alla quale chiedo un commento sul risultato delle amministrative di domenica, ecco la sua risposta: “Le elezioni amministrative, il cui dato non ci soddisfa pienamente, dimostra, per la disomogeneità dei risultati, quanto sia importante il riconoscimento del buon governo delle città, dei candidati e quanto poco influiscano le dinamiche politiche nazionali. Appare singolare, ma siamo abituati, che commentando il responso il giorno dopo abbiano sempre vinto tutti. Il Pd rimane saldamente in testa con il 40% dei consensi. Al voto sono andati 24 comuni capoluogo, in 3 abbiamo vinto al primo turno e in 17 siamo al ballottaggio. Il M5S in 6 non si è nemmeno presentato e in 15 rimane fuori dal ballottaggio che affronterà solo a Roma, Torino e Carbonia. E meno male che nel 2008 dichiaravano di voler partire cambiando le amministrazioni locali, partendo cioè dal basso! La Lega crolla, Sinistra Italiana non rappresenta un’alternativa credibile, Forza Italia rimane divisa, con l’unico risultato positivo a Milano. Il resto è dietrologia. Ovviamente per senso di responsabilità e considerando che la partita non è chiusa è necessario lavorare pancia a terra per ottenere il risultato migliore ai ballottaggi. Non ci lasciamo intimidire, Napoli brucia ma a Roma recuperiamo un consenso che sembrava perso. Lavoriamo per convincere gli indecisi che il Pd è la scelta migliore. La nostra esperienza, la nostra storia verso quelle elettrici e quegli elettori che in questi anni hanno vissuto una stagione di riforme utili a quel cambiamento che serve al nostro Paese, promesso da tanti ed attuato ora da noi del Pd”. Una valutazione da segnalare a Renzi perché provveda a valutare quale premio attribuire all’autrice.

Mercoledì 8 l’Aula, riunitasi alle ore 9,35 con 180 sì, 43 astensioni e nessun voto contrario  approva con modifiche il ddl n.1932, sul contrasto alle intimidazioni ai danni degli amministratori locali, che passa alla Camera per la seconda lettura. In sede di replica, il relatore, Cucca (PD), sottolinea la generale condivisione del provvedimento e  comunica la decisione di espungere dal testo il riferimento alla diffamazione a mezzo stampa per evitare “polemiche infondate”. Sono approvati, senza modifiche, gli articoli 1, 2 e all’articolo 3 sono approvati gli emendamenti 3.300 (testo 2) del relatore, che conferma quale circostanza aggravante la natura ritorsiva dell’atto intimidatorio e sopprime il riferimento alla diffamazione, e 3.0.200 del sen. Cappelletti (M5S). È approvato, infine, l’emendamento 4.0.200 (testo 2), che regola il funzionamento dell’Osservatorio sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali. Nelle dichiarazioni finali esprimono voto favorevole i senatori Zizza (CoR), Stefano (Misto), Falanga (AL-A), Pagano (AP), Zuffada (FI-PdL) e Doris Lo Moro (PD): le istituzioni non possono far mancare il proprio sostegno a chi – rappresentando lo Stato – garantisce sul territorio il rispetto della legalità. Il fenomeno non può più essere sottovalutato, come è avvenuto in passato. Annunciano l’astensione Giovanardi (GAL), Erika Stefani (LN) e Buccarella (M5S): pur condividendo l’impianto complessivo del provvedimento, ed esprimendo soddisfazione per l’espunzione del riferimento alla diffamazione, il testo contiene disposizioni che possono essere facilmente male interpretate. Al termine della seduta il presidente convoca la Conferenza dei Capigruppo. La seduta termina alle ore 12:45.

Nella seduta pomeridiana, iniziata alle ore 16,30, la Conferenza dei Capigruppo approva modifiche al calendario corrente e il nuovo calendario dei lavori fino al 27 giugno. Nel pomeriggio la Commissione finanze proseguirà l’esame del decreto-legge in materia di procedure esecutive e banche in liquidazione, che sarà discusso dall’Assemblea nella seduta unica del giorno successivo. Per martedì 21 giugno sono previste mozioni, ratifiche di accordi internazionali, proroga delle missioni internazionali, collegato in materia di semplificazione agricola. Lunedì 27 alle ore 11 il presidente del Consiglio renderà comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno. Sono respinte la proposta del sen. Lucidi (M5S) di mantenere immutato il calendario corrente e le proposte di calendarizzare altri disegni di legge e mozioni, avanzate dalle senatrici Bellot (Misto) e De Petris (SI-SeL) e dai senatori Candiani (LN) e Amidei (FI-PdL). La seduta termina alle ore 17.

Giovedì 9 L’Assemblea avvia l’esame del ddl n. 2362 (di conversione del decreto-legge 3 maggio 2016, n. 59, recante disposizioni urgenti in materia di procedure esecutive e concorsuali, nonché a favore degli investitori in banche in liquidazione). Il capo I (articoli 1-7) reca misure a sostegno delle imprese e di accelerazione del recupero crediti. Il capo II (articoli 8-10) reca misure in favore degli investitori in banche in liquidazione. Il capo III (articoli 11 e 12) riguarda altre disposizioni finanziarie. Il capo IV (articolo 13) concerne la copertura finanziaria. Il relatore Zeller (Aut),  segnala che, per semplificare e ammodernare il sistema delle garanzie relative al credito agli imprenditori, i primi due articoli introducono due nuovi istituti: il pegno non possessorio e il patto marciano. La Commissione approva emendamenti che allungano a 11 mesi i termini dello spossessamento, rinviano ad un accordo tra le parti l’estensione del patto marciano ai finanziamenti già in essere, rafforzano il contraddittorio rispetto alle stime del perito. L’articolo 3 istituisce presso il Ministero della Giustizia un registro elettronico delle procedure immobiliari di espropriazione forzata, delle procedure d’insolvenza e degli strumenti di gestione della crisi. L’articolo 4 prevede misure di accelerazione della procedura di espropriazione forzata tramite modifiche al codice di procedura civile. L’articolo 5 disciplina la ricerca con modalità telematiche dei beni pignorati. La Commissione approva un emendamento aggiuntivo che definisce un nuovo elenco di professionisti per la vendita di beni pignorati. L’articolo 6 apporta modifiche alla legge fallimentare. Il relatore, Mauro Marino (Pd),  illustra gli articoli successivi. L’articolo 7 chiarisce che la società costituita per il salvataggio del Banco di Napoli può acquistare e gestire crediti anche da soggetti diversi. L’articolo 8 detta alcune definizioni. L’articolo 9 riguarda le procedure di rimborso agli obbligazionisti di quattro banche insolventi (Banca Etruria, Banca Marche, Cassa di risparmio di Ferrara e Cassa di risparmio di Chieti). Si prevede l’accesso diretto al Fondo di solidarietà ai fini di un indennizzo forfetario dell’80 per cento in presenza di determinati requisiti (patrimonio mobiliare inferiore a centomila euro o reddito complessivo inferiore a trentacinquemila euro). L’articolo 10 interviene sulla legge di stabilità per eliminare il limite alla dotazione del Fondo di solidarietà. L’articolo 11 modifica la disciplina vigente per superare rilievi della Commissione europea in tema di aiuti di Stato. Respinte le pregiudiziali di costituzionalità, illustrate da Erika Stefani (LN), Crimi (M5S), Anna Maria Bernini (FI-PdL) e Loredana De Petris (SI-SEL), inizia la discussione generale, alla quale prendono parte Anna Cinzia Bonfrisco, Bruni (CoR); Buccarella, Paola Nugnes, Rosetta Blundo, Barbara Lezzi (M5S); Uras (Misto); Scilipoti Isgrò, Carraro, Mandelli (FI-PdL); Tosato (LN); Paola De Pin, Quagliariello (GAL); Donella Mattesini, Moscardelli (PD).

Le opposizioni rilevano che il governo interviene per l’ennesima volta sul sistema bancario e sul credito con uno strumento inadeguato a realizzare riforme di sistema. Il decreto-legge è peraltro privo di applicabilità immediata, rinviando a numerosi decreti attuativi. Dopo le repliche dei relatori, che hanno evidenziato i miglioramenti apportati in sede referente, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi  presenta un emendamento interamente sostitutivo, che recepisce le modifiche approvate in Commissione, sulla cui approvazione pone la questione di fiducia. Il Presidente della Commissione Bilancio, Tonini (PD), nel riferire sui profili di copertura finanziaria, propone di correggere i commi 7 e 7-ter dell’articolo 1 e di espungere l’articolo 12-ter. Il sottosegretario per l’Economia e le Finanze Baretta accoglie la proposta. La chiama per il voto inizia alle ore 16,30. Nella discussione sulla questione di fiducia prendono la parola Marin, Gasparri (FI-PdL), Erika Stefani (LN), Barani (AL-A), Martelli (M5S). Nelle dichiarazioni di voto finale negano la fiducia Anna Bonfrisco (CoR), Tosato (LN), Tremonti (GAL), Loredana De Petris (SI-SEL), Laura Bottici (M5S) e Sciascia (FI-PdL). Annunciano il sì alla fiducia  Eva Longo (AL-A), Gualdani (AP) e Gianluca Rossi (PD). Con 169 sì, 70 no e nessun astenuto l’Aula  rinnova la fiducia al governo approvando l’emendamento interamente sostitutivo del ddl n.2362 di conversione del decreto-legge n. 59, recante disposizioni in materia di procedure esecutive e per investitori in banche in liquidazione. La parola passa ora alla Camera per la seconda lettura. La seduta termina alle 17,55.

L’Aula non terrà seduta la prossima settimana in vista del secondo turno delle elezioni amministrative e quindi la nostra rubrica riprenderà dalla seduta del 21 giugno.

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