Veti incrociati e franchi tiratori fanno saltare il patto in stile Nazareno per i tre giudici costituzionali

Barbera, Sisto, PitruzzellaEnnesima fumata nera per l’elezione dei tre giudici della Corte costituzionale di nomina parlamentare: nessun candidato ha raggiunto il quorum dei 571 voti necessari per essere eletti  da Camera e Senato in seduta congiunta. Nuovo appuntamento per martedì 1 dicembre, ma intanto si acuiscono le polemiche nei partiti sui veti incrociati e sui franchi tiratori che hanno provocato il nuovo flop lasciando la Corte ancora priva di tre componenti.

La votazione ha dato il seguente esito: il candidato Pd Augusto Barbera (nella foto primo a sinistra) si è fermato a quota 536 (il 18 settembre scorso Violante arrivò a 542 voti), il deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto (al centro nella foto)  a 511, mentre il presidente dell’Antitrust (proposto da Scelta civica)  Giovanni Pitruzzella (a destra nella foto) è arrivato a 492. A Barbera sono mancati 35 voti, a Sisto 60. Sono stati 140 invece i voti raccolti dal candidato del Movimento cinque stelle Franco Modugno, (la pattuglia dei parlamentari M5s è composta da 127 parlamentari).

Si calcola che sono più di cento i franchi tiratori che si sono espressi nel voto segreto contro le indicazioni fornite questa mattina. Veti incrociati che vanno ricercati sia nel Pd che in FI e Ap. Pitruzzella da alcuni parlamentari centristi viene visto come un profilo alla Catricalà, esterno agli interessi parlamentari e, sussurra qualcuno, troppo vicino a Schifani e al centrodestra. E’ nell’area centrista che vengono addebitati, per esempio, quei 56 voti andati a Gaetano Piepoli, deputato dei Popolari per l’Italia e professore universitario. Su Sisto hanno pesato i rapporti altalenanti con Fitto e il gruppo dei parlamentari pugliesi ma anche il malessere della pattuglia FI del Senato. Alcuni – viene riferito – volevano la ‘primogenitura’ nella scelta del candidato. Nel Pd, invece, la minoranza punta sul costituzionalista Luciani e non tutti vedono di buon occhio Barbera considerato come un ‘tifoso’ renziano che si è speso in prima persona nel sostegno alle riforme costituzionali pasticciate firmare da Maria Elena Boschi.

Malpancisti vengono segnalati anche nel fronte cattolico dem per il possibile ruolo della Corte sulle unioni civili. “Qualcuno poi – aggiunge una fonte pd – ha voluto inviare messaggi ben precisi al governo e al Nazareno”. Ma alla base della bocciatura odierna della terna proposta da maggioranza e FI c’è in primis la vittoria del partito del no al ‘Partito della nazione’. Un partito trasversale che conta i suoi iscritti nel Carroccio – pochi quelli del Carroccio che hanno optato per lo stesso Sisto -, in Fdi, nella sinistra italiana, nella minoranza Pd, tra quegli azzurri che temono la riproposizione del patto del Nazareno e naturalmente nei Cinque stelle.

Esulta Di Battista: “Pd e FI sono incapaci anche di spartirsi le poltrone”. Soprattutto nella minoranza del Pd non si nascondono le perplessità per le mosse dei vertici dem: occorreva avanzare una rosa di nomi per non incorrere nel no grillino, invece si è cercato sempre lo stesso schema del partito della nazione, è la tesi dello stesso Bersani. Ora Pd, Ap e FI ci riproveranno. Ogni partito con il proprio mandato: gli azzurri cercheranno di stringere le file e di convincere il Carroccio, Ap tenterà di allargare il consenso su Pitruzzella anche ai Popolari per l’Italia che hanno lavorato per il pugliese Piepoli, il Pd stringerà i bulloni sulla minoranza.

“Oggi, all’elezione dei giudici costituzionali, è mancato un numero elevato di voti – ha spiegato un irritato Zanda, zelante portaordini di Renzi in Senato -. Difficile che i voti mancanti provengano da un unico gruppo politico. Spesso il voto segreto non viene usato a tutela della libertà di coscienza, ma per manovra politica”. “Noi – dicono da FI – abbiamo rispettato i patti, qualche voto è venuto a mancare ma è fisiologico. I problemi sono del Pd, se la veda Renzi”. Difficile cambiare terna e inserire la preferenza della minoranza Pd – il costituzionalista Luciani – invece del candidato centrista.
Sullo sfondo resta l’irritazione di Renzi che – spiegano fonti parlamentari dem – non ha affatto gradito l’incidente parlamentare.

“E’ grave la mancata elezione dei giudici”, hanno scritto a loro volta in una nota “d’ufficio” i presidenti di Senato e Camera, Grasso e Boldrini.

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