Sulla riforma del MES il governo ha ottenuto il sì al Senato come alla Camera nonostante le defezioni avvenute tra i Cinquestelle. Ma Conte è stato aspramente attaccato da Matteo Renzi

di ROMANO LUSIIl governo Conte ha ottenuto dalla Camera e dal Senato  il sì sulla riforma del Mes (Meccanismno Economico di Stabilità), ma è stato oggetto, oltre che degli attacchi dell’opposizione, anche – e soprattutto – …. dell’alleato di governo Matteo Renzi! Attacco violento che gli è arrivato nell’aula del Senato con accuse gravissime, come quella di voler schiacciare i suoi stessi ministri sotto il peso di consulenze esterne per fissare e attuare i piani di spesa dei 207 miliardi del Recovery fund (poi ribattezzato NextGenerationEu) promessi dall’Unione Europea per uscire dalla crisi economica, creata dalla pandemia di coronavirus, e puntare allo sviluppo futuro dell’economia nazionale.

A Palazzo Madama i voti a favore sono stati appena 156 (5 in meno della maggioranza assoluta, che però in questo caso non era richiesta), 129 i contrari e 4 gli astenuti. 9 senatori M5S non hanno partecipato al voto mentre 2 (Mattia Crucioli e Bianca Laura Granato) sono stati, nel Movimento, i voti contrari. Dei nove assenti in 4 erano “giustificati” secondo quanto spiegato nel pomeriggio da fonti parlamentari M5S. A questi vanno aggiunti Nicola Morra, Laura Angrisani, Rosa Abate, Margherita Corrado, Fabrizio Trentacoste.

Conte, che poi si è detto “tranquillo”, continua ad appellarsi ai deputati e senatori e chiede “massima coesione”: i distinguo fisiologici – dice – non devono pregiudicare il raggiungimento “degli obiettivi che ci stanno a cuore” e che “giustificano la nostra presenza qui”. Ma dal Pd a Italia Viva, i partiti che – insieme con M5s e Sinistra italiana –  lo sostengono, chiedono maggiore coinvolgimento, anche del Parlamento. Matteo Renzi inventa un macchinoso neologismo per sintetizzare la sprezzante richiesta: “depiciemmizzare la politica” (con riferimento ai frequenti Dpcm – Decreti del presidente del Consiglio dei ministri – emessi da Conte per gestire la pandemia).

Ma si è avuta l’impressione che Renzi si sia fatto portavoce (non si sa se arbitrariamente o no) anche del segretario Pd, Nicola Zingaretti, che da settimane ripete pappagallescamente espressioni o allusioni usate dal suo ingombrante “consigliere” Bettini: “Il governo deve darsi una visione“, oppure “Il governo deve trovare soluzioni ai tanti nodi aperti“, oppure “Le priorità da scegliere si devono basare su chiarezza e pazienza unitaria, collegialità e condivisione, rispetto dei ruoli e un adeguato coinvolgimento nei processi delle decisioni determinanti. Se questa volontà non si afferma tutto diventa difficile“.

Conte, a sua volta, ha precisato che “la struttura del Recovery plan servirà per garantire la realizzazione degli interventi ed evitare che si sprechino risorse, ma la responsabilità rimane sempre nel governo perché servirà l’autorizzazione del Cdm. “C’è stato un colossale fraintendimento sulla struttura di missione per il Recovery plan, che deve avere compiti di monitoraggio e non sottrarrà potere e competenze ai ministeri”. “Dovrebbe solo essere prevista una clausola di salvaguardia nel caso in cui le amministrazioni centrali non possano intervenire a esercitare i poteri sostitutivi”, aggiunge. “Non c’è scritto da nessuna parte quanti manager ci dovranno essere, comunque serve una struttura per assicurare il monitoraggio dei cantieri e il rispetto dei tempi, è una cosa assolutamente necessaria”.  “Tutto ciò ha carattere ordinamentale e quindi non andrà in manovra ma in un apposito decreto legge, torneremo su questo a confrontarci nella sede propria che è quella del governo e il Consiglio dei ministri, lì troveremo la formula giusta”.

UNO SPIRAGLIO TRA UNIONE EUROPEA,  POLONIA E UNGHERIA – “Vi anticipo, doverosamente ma con la massima cautela, che nelle ultimissime ore sembrerebbe che si intraveda uno spiraglio positivo nel negoziato” con Polonia e Ungheria sul Recovery fund. Lo ha detto Giuseppe Conte nel suo intervento in Aula al Senato in vista del Consiglio europeo. “Vi invito alla cautela” sull’ipotesi di superare il veto sul Recovery fund “perché fino alla fine aspettiamo di leggere la proposta di una dichiarazione interpretativa, condivisa dai due Paesi, per quanto riguarda la condizionalità dello stato di diritto: non possiamo assolutamente rinunciare a quanto già riconosciuto e affermato sul tema, sarebbe assolutamente compatibile con gli obiettivi e i principi già affermati”. Conte ha aggiunto:. “Ai temi all’esame di questo Consiglio europeo si potrebbe aggiungere quello della relazione futura tra Unione Europea e Regno Unito, a seguito degli ultimi sviluppi negoziali tra Bruxelles e Londra. Questa sera ci dovrebbe essere un ulteriore aggiornamento sul punto e vedremo quale prospettiva concreta si verrà a delineare nelle prossime ore“.

E’ importante che ci sia la massima coesione delle forze di maggioranza, è importante parlarsi, il confronto dialettico e la varietà di posizioni, ma anche superare in una sintesi superiore in uno spirito costruttivo, questa varietà di opinioni: non dobbiamo mai disperdere le energie e sempre concentrarci sugli obiettivi che ci stanno a cuore e che giustificano la nostra presenza qui, la nostra azione. La coesione ci consente anche di continuare a batterci in Europa” dice Conte nel suo intervento in Aula al Senato in vista del Consiglio europeo. “La coesione delle forze di maggioranza ci consente anche di continuare a batterci in Europa. Vi assicuro: ci metterò la più ferma determinazione nel fornire il giusto contributo critico e il coraggio necessario a sostenere il programma di riforme in corso e il processo di rinnovamento delle istituzioni europee che si preannuncia nella conferenza sul futuro dell’Europa, nella quale dovremo misurare la nostra capacità di incidenza e la nostra capacità rinnovatrice e per questo lanceremo una sfida ambiziosa agli altri governi europei”sottolinea il premier.

Il via libera era arrivato anche dall’Aula della Camera

I voti a favore sono stati 314, i contrari 239, 9 gli astenuti. I deputati M5S Andrea Colletti, Pescarese, Pino Cabras, Fabio Berardini, Alvise Maniero, Maria Lapia, Francesco Forciniti hanno votato contro. “Votare sì vuol dire votare contro Conte e contro il Paese, la nostra è una scelta di coerenza”, è uno dei concetti che, ognuno di loro, sottolinea nel proprio intervento.  Tutti gli interventi in dissenso pronunciati dai deputati del MoVimento 5 stelle contro la risoluzione di maggioranza nell’Aula della Camera vengono accolti da fragorosi applausi da parte dei deputati della Lega.

Sono stati 297 i voti a favore, 256 i contrari e sette gli astenuti nell’Aula della Camera sulla parte della risoluzione di maggioranza che impegna il governo “a finalizzare l’accordo politico raggiunto all’eurogruppo e all’ordine del giorno dell’eurosummit sulla riforma del trattato del Mes. A chiedere la votazione per parti separate era stato il deputato Gianluca Rospi del gruppo Misto. In questa specifica votazione la maggioranza ha perso voti rispetto a quella che inglobava la maggior parte della risoluzione, che raccolse 314 sì e 239 no Respinta la risoluzione dell’opposizione.

“Il governo – ha detto il premier in Aula – ha bisogno anche della massima coesione delle forze di maggioranza per continuare a battersi in Ue. Il confronto dialettico è segno di vitalità e ricchezza ma è senz’altro salutare che sia fatto con spirito costruttivo e che non ci distragga dagli obiettivi”. Iv, dopo aver ascoltato le comunicazioni del premier Giuseppe Conte alla Camera, ha firmato la risoluzione di maggioranza sulla riforma del Mes.

Spesso ho rivolto appello all’opposizione e in alcuni passaggi ho trovato ascolto. Il tavolo del confronto rimane sempre aperto“, ha detto ancora il premier.

“I cittadini dei 27 Paesi – dice Conte – non perdonerebbero un segnale che contraddica” quella che è stata una svolta “irreversibile delle politiche dell’ Ue”. Il premier sottolinea la necessita di “superare i veti ungheresi e polacco” sul Recovery plan. “Sosteniamo gli sforzi della presidenza tedesca per una soluzione rapida dello stallo”, aggiunge.

Sulla riforma del Mes “resta la responsabilità delle Camere sulla ratifica” del trattato. Ma “per cambiare l’Ue è decisiva ben altro percorso. L’Italia si farà promotrice di una proposta innovatrice per integrare il nuovo Mes nell’intera archietettura europea. Il modello a cui ispirarsi lo abbiamo già adottato, è il Next Geeneration Eu”. “Com’è noto la riforma del Mes conteneva il backstop che è obiettivo cardine per il nostro Paese. Grazie al contributo italiano l’Eurogruppo ha trovato un’intesa per introdurlo con due anni di anticipo”.

“La lotta al cambio climatico è priorità per l’Italia. E’ essenziale che gli obiettivi di Cop 26, che ospiteremo l’anno prossimo, siano accompagnati da incentivi economici per la transizione verde”, è un altro passaggio dell’interveno di Conte.

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