Sangue in Medio Oriente: uccisi tre palestinesi a Gerusalemme e tre israeliani in Cisgiordania. Abu Mazen: stop ai colloqui con Israele

Dopo l’uccisione di tre palestinesi negli scontri a Gerusalemme per la protesta contro la stretta sulla Spianata delle Moschee, tre israeliani sono stati uccisi in un insediamento in Cisgiordania. Un attentatore si è introdotto nella colonia di Halamish (presso Ramallah, Cisgiordania) ed ha accoltellato due uomini di 60 e 40 anni e una donna di 40 anni. Una quarta persona è stata ferita. Poi il palestinese è stato eliminato a colpi di pistola.

Negli incidenti avvenuti a Gerusalemme est durante le proteste per le misure di sicurezza decise da Israele dopo la preghiera del venerdì, due uomini sono stati colpiti a morte nel rione di Ras el-Amud, il terzo è stato raggiunto al petto da un proiettile nel rione di Abu Dis. Sono 390 i palestinesi feriti negli scontri con le forze israeliane durante le proteste intorno alla Città Vecchia di Gerusalemme contro l’installazione di metal detector agli accessi della Spianata delle Moschee. La maggior parte dei feriti è stata curata a causa per le conseguenze dell’intossicazione da gas lacrimogeni. Sono invece 38 i feriti per per proiettili di gomma e ustioni. Altre 66 persone sono state ricoverate in ospedale per ferite causate da colpi d’arma da fuoco. Secondo la polizia israeliana, cinque agenti sono rimasti feriti.

Abu Mazen: stop a contatti con Israele  – Il presidente palestinese, Abu Mazen, ha annunciato che congelerà ogni contatto con Israele a tutti i livelli. La decisione avviene dopo gli scontri nei pressi della città vecchia di Gerusalemme nel corso dei quali le forze di sicurezza israeliane hanno ucciso tre adolescenti palestinesi e ferito 390 persone. Gli incidenti erano scoppiati a seguito delle proteste contro l’installazione di metal detector alle entrate della Spianata delle Moschee.

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