PERISCOPIO/ Da Roma ogni giorno cattivi segnali

Nuccio-Fava-545x384di NUCCIO FAVA –

E’ Roma capitale, la malsana gestione della sua dimensione amministrativa e civile la prima causa di sconforto e di rammarico per lo stato comatoso di degrado e di corruzione raggiunto. La colpa non è ovviamente dei monumenti e delle chiese ma dello stato in cui prevalentemente sono abbandonati quanto ad incuria e sporcizia. Ma nonostante la colpevole trasandatezza, lo stato disastroso delle strade, la raccolta inadeguata dei rifiuti, la mancanza di parcheggi e il disinvolto prevalere di soste in seconda e terza fila, Roma è sempre bella, addirittura bellissima in occasione di eventi speciali, specie se promossi e accompagnati dall’attenzione di papa Francesco, come per l’anno santo straordinario della Misericordia. Più che mai Roma costituisce allora un richiamo per milioni di pellegrini che aumenteranno in vista della via crucis in notturna al Colosseo, i riti della Pasqua presieduti dal Papa. Non basta purtroppo però e Roma non può essere considerata solo un santuario per i riti pur sempre affascinanti delle messe solenni, delle processioni e delle novene. Ad essere pessimisti, forse però anche un po’ sommari, corruzione, malgoverno e ruberie sono sempre esistite e la politica su tutto il territorio nazionale è stata considerata la causa principale della sua permeabilità al malaffare e all’uso distorto del potere.

Certo però che dopo l’azione della Procura e la scoperta di mafia capitale, ogni mattina ci risvegliamo con un” mostro” in prima pagina che riguarda la capitale. L’emersione cioè di una ulteriore mappatura di malcostume su vasta scala accettato e/o subito con sano cinismo, con connivenza e opportunismo. Quasi queste pratiche criminali non fosse possibile colpirle e sperare di estirparle. C’è stata l’azione meritoria della magistratura, ma non altrettanto forte da parte della politica e dei suoi leader. Ciascuno ha cercato di ridimensionare le proprie colpe, mettendo ogni sforzo soprattutto a dimostrare che quelle degli altri erano ben maggiori e che pulizia si sarebbe in ogni caso compiuta con le elezioni anticipate e con la scelta dei nuovi candidati. Proprio in questo sta invece la più seria delle preoccupazioni. I partiti sembrano impegnati soprattutto nella scelta dei sindaci, anche se è difficile intravvedere rilevanti novità sia di metodo che di contenuto. Anche per chi teorizza il bagno salvifico delle primarie, il candidato prescelto risulta chiaramente pilotato dal segretario-presidente con la conseguenza che il futuro sindaco sarebbe in ogni caso espressione romana. Con buona pace della retorica intorno all’istituto delle primarie, sostanzialmente svuotato della sua carica immaginata come innovativa e produttiva di mutamenti significativi nei programmi e nel ricambio della classe dirigente.

Analoghe considerazioni ovviamente valgono per il centrodestra di Silvio Berlusconi che rifiuta in partenza la scelta delle primarie e cala “l’asso”di Parisi a Milano e, fatto ancor più sconcertante, di Bertolaso a Roma. E’ vero che talvolta si gareggia solo per perdere e ciò accade anche nello sport. L’importante, si dice, è partecipare. Per Berlusconi il successo personale c’è già stato essendo riuscito a tenere insieme non solo i suoi ma anche Salvini e i Fratelli d’Italia della Meloni. Gli interessi delle nostre città avrebbero però richiesto altre risposte. Che fino ad ora non ci sono state.

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