OSSERVATORIO AMERICANO/ di D. MACERI/ Miopia repubblicana verso il programma californiano per gli immigrati

Domenico Maceridi Domenico Maceri – 

“Non credo che si debba promuovere la riforma comprensiva sull’immigrazione con un presidente che si è dimostrato inaffidabile su questo argomento”. Paul Ryan,  neoeletto speaker della Camera, ha spiegato con queste parole la sua intenzione di congelare ogni discussione su questo  complesso tema. Così facendo, sta confermando l’aspra retorica  che esce dalle bocche dei candidati repubblicani contro gli immigrati.
La situazione di stallo in materia di immigrazione, una competenza federale, ha costretto le agenzie locali e statali ad affrontare da sole la sfida degli immigrati non autorizzati. Mentre alcuni Stati  hanno adottato leggi poco “amichevoli” per affrontare il problema, la California, Stato liberal con governatore e legislatura democratica, ha trattato la situazione in modo umano.
L’esempio più recente si è avuto  quando il governatore Jerry Brown ha firmato una legge che aiuterà le vittime di reati a ottenere la residenza permanente attraverso un programma chiamato “U Visa” (Visto U). La legge è stata approvata all’unanimità dalla legislatura californiana, cosa che non succede spesso.
L’  “U Visa” è stato creato dal Congresso nel 2000 per incoraggiare gli immigrati non autorizzati a denunciare  crimini senza temere la deportazione. L’idea era anche di incoraggiarli a venire alla luce del sole se divengono testimoni di crimini o se loro stessi ne sono vittime. Alcuni di questi crimini possono includere stupri, torture, estorsioni e abusi domestici.
Per poter beneficiare di un  “U Visa”, il richiedente deve aver subito un sostanziale abuso fisico o mentale o deve avere cooperato nelle indagini o nel processo per un reato commesso negli Stati Uniti. La  domanda per uno di questi  “U Visa” occorre che la prova di tutto questo sia fornita dalla polizia locale.
Alcuni dipartimenti di polizia come quelli di San Francisco e Oakland forniscono questa documentazione regolarmente. Altri funzionari locali  non lo facevano, ritenendo che non ci dovrebbe essere alcuna ricompensa per chi è entrato illegalmente nel Paese senza nessuna considerazione per ciò che sarebbe potuto accadere in seguito.
La nuova legge della California impone  alle forze dell’ordine locali di fornire la documentazione necessaria per i richiedenti dell’“U Visa” entro 90 giorni. La documentazione è una parte indispensabile della domanda, ma non garantisce che il governo federale concederà il visto.
Il governo federale  ha limitato il numero di “U visa” a 10.000, ma nel 2014 sono state presentate più di 26.000 domande. Si calcola che  2,5  degli 11 milioni di immigranti non autorizzati in America risiedono in California. Il numero delle domande è destinato  dunque ad aumentare a causa della nuova legge statale. Naturalmente, alcuni altri Stati potrebbero seguire l’esempio del Golden State.
La California riconosce che i lavoratori privi di documenti forniscono preziosi contributi alla nostra società e quindi fa quello che può per trattarli con umanità ed integrarli.

Oltre a questa legge  sugli “U Visa”, il Golden State non richiede residenza legale per ottenere  la patente di guida. La legge è stata approvata nel 2013 ed  è entrata in vigore a gennaio di quest’anno. Queste patenti speciali non possono essere utilizzate come forma di identificazione per ottenere posti di lavoro,  viaggi in  aereo, aprire un conto in banca o ricevere altri benefici pubblici. Un certo numero di altri Stati, tra cui  Connecticut, Colorado, Maryland, Oregon, New Mexico, Illinois, Washington, Nevada e Utah, e Washington, DC consente ai lavoratori senza documenti di ottenere simili patenti.
Inoltre, la California ha anche fatto passi significativi per mettere  a disposizione l’assistenza sanitaria ai figli dei lavoratori privi di documenti.
I criteri della California nel trattare gli immigrati non autorizzati dovrebbero essere visti come un modello dagli altri Stati e, naturalmente, dal governo federale. Perciò l’affermazione di Paul Ryan che  la questione dell’immigrazione non sarà affrontata dal Congresso è una cattiva notizia non solo per gli immigrati non autorizzati ma anche per il suo partito. Molti di questi individui hanno legami con  cittadini  i cui voti andranno al Partito Democratico a causa della dura retorica del GOP.  Ryan e i repubblicani stanno anche facendo un grosso errore di realpolitik oltre alla loro incapacità di vedere gli immigrati come esseri umani.

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