La California è lo Stato più popoloso dell’America e se fosse una nazione indipendente sarebbe la quinta potenza economica al mondo, poco dopo la Germania ma davanti all’India. Ma il Golden State ha anche primati poco brillanti. Rappresenta il 12 per cento della popolazione statunitense ma include il 30 percento dei senzatetto del Paese. Si calcola che più di 160 mila residenti non hanno dimora fissa. Sono concentrati ovviamente nelle grandi città come San Francisco e Los Angeles. Alcuni dormono su marciapiedi, sotto ponti, in accampamenti abusivi, in parchi e persino in macchine.
Questa piaga per la California crea l’immagine di uno Stato in caos; ma in realtà si tratta di un fenomeno che affligge tutto il Paese. Alcuni credono che, considerando il clima relativamente mite dello Stato, i senzatetto siano venuti da altri Stati. Uno studio della University of California a San Francisco ci informa invece che il 90 per cento di loro già risiedeva in California e il 70 per cento si trova nella stessa contea dove già aveva casa.
La ragione principale per l’alto tasso di senzatetto risiede però nella carenza di case popolari. Le città californiane più grandi come Los Angeles e specialmente San Francisco sono carissime e il numero di alloggi disponibili non è affatto sufficiente. Alcuni analisti usano il gioco delle sedie dei bambini come analogia per spiegare il fenomeno. Appena comincia il gioco uno di loro è più lento, zoppica, oppure si fa male e rimane senza sedia. Il bambino escluso dalla partita è “sfrattato” da un altro un po’ più veloce. Qualcuno deve per forza rimanere fuori perché non ci sono sedie per tutti. Con gli alloggi succede la stessa cosa.
La perdita di alloggio avviene per tantissimi motivi ma alla base di tutto c’è la carenza di dimore disponibili a prezzi accessibili. Come si diventa senzatetto? Spesso la perdita di casa è legata a povertà, aumenti di affitti, violenza domestica, divorzio, uso di droghe o alcol, o malattie mentali. Una volta in strada i poveracci sopravvivono come possono. Dormono sui marciapiedi, sotto i ponti, in accampamenti abusivi, o in parchi pubblici. In California i senzatetto possono essere arrestati solo se commettono reati. Per legge però non possono essere criminalizzati per il semplice fatto di non avere casa. Lo stabilisce il caso Martin vs. Boise e la decisione che ne seguì della Corte Federale del Nono Distretto la quale copre la California e parecchi Stati dell’Ovest. I senzatetto possono essere spostati da un posto a un altro ma il governo deve offrire un’alternativa ragionevole. In che cosa consiste questa alternativa? Potrebbe essere un ricovero, un dormitorio, un appartamento o qualche altra situazione che risolva almeno temporaneamente la loro tragica situazione.
La visibilità dei senzatetto in California, stato liberal con governatore e ambedue le Camere legislative in mano ai democratici, causa ovviamente costernazione e offre una scusa ai governatori di Stati conservatori di insistere sulla falsariga che il Golden State sarebbe governato meglio se i repubblicani fossero al comando. Additano il numero di senzatetto in alcuni Stati con percentuali inferiori a quelle della California.
Il caso del West Virginia viene spesso citato. Stato poverissimo con tassi di povertà molto alti ma con percentuali di senzatetto bassi in comparazione alla California. La differenza, però, rimane la disponibilità e la richiesta di alloggi. San Francisco attrae molto di più che il West Virginia. Inoltre ci sono lavori in California che pagano meglio ma non abbastanza considerando la fortissima richiesta di alloggi. Si tratta di un gap fra richiesta e disponibilità di alloggi. Avviene anche in Italia specialmente a Milano e nelle altre grosse città dove recentemente non pochi studenti hanno piantato tende davanti alle loro università per protestare contro il caro affitti.
In California però alcuni atenei hanno cercato di andare incontro ai loro studenti senzatetto permettendo coloro che dormono in macchina di parcheggiare in spazi universitari dove possono accedere a bagni, elettricità, e altri servizi basici, agevolando i loro studi. Si tratta però di una pezza. Il problema è molto più grave e il governatore Gavin Newsom ha annunciato un piano per aumentare il numero di case popolari stanziando 12 miliardi di dollari. I fondi verrebbero usati per costruire case popolari e ampliare i servizi sanitari mentali.
L’iniziativa di Newsom potrebbe creare notevoli migliorie come ci indica già l’esempio del concetto Housing First (Prima di tutto la casa). Lo ha messo in atto la città di Houston nel Texas dove dal 2011 a oggi il numero di senzatetto è stato ridotto del 63 per cento. Il governo locale è riuscito ad ampliare il numero di case in maniera notevole approfittando delle regole relativamente basse per la costruzione di nuove residenze. La California e altri Stati liberal con regole molto rigide per nuovi progetti di costruzione dovranno diminuirle. Non sarà facile poiché negli Usa esiste il concetto del sogno americano di possedere una propria casa unifamiliare. Basti ricordare che a Los Angeles il 70 per cento delle case consiste proprio di dimore unifamiliari. Il governo statale dovrà anche affrontare una miriade di ordinanze locali che impediscono la facile costruzione di nuove case ma limitano anche l’aumento di densità per avere un impatto notevole e ridurre la piaga dei senzatetto.
*Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California. Alcuni dei suoi articoli hanno vinto premi della National Association of Hispanic Publications.
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