ORA DI PUNTA/ La pagella di Gentiloni? Può rovinarla con uno zero in condotta

di ENNIO SIMEONE – Dopo il rapido suicidio politico di Matteo Renzi dovremo assistere a quello di Paolo Gentiloni? Domanda inevitabile, che richiede una risposta urgente. Infatti, sconfessando il profilo di persona prudente e corretta che si era costruito in questo anno di governo (e che lo aveva portato a staccare di molte lunghezze, nella considerazione dell’elettorato, il suo predecessore a Palazzo Chigi), il presidente del Consiglio si è avventurato ieri in una scorretta “discesa in campo” nella polemica politica spicciola. E, con una lunga intervista al “Foglio”, ha tranciato giudizi sulle altre forze politiche, soprattutto il Movimento Cinquestelle, facendo, in ciò, il replicante di Renzi e Berlusconi, culminato nella affermazione che quella forza politica “non ha i numeri per governare”.

Nel linguaggio corrente “avere i numeri” (o viceversa) ha un duplice significato: letterale, per dire che si hanno (o non si hanno) i voti sufficienti, oppure figurato per dire che  si hanno (o non si hanno) le capacità. Ebbene, se Gentiloni si riferisce al numero di voti dice una sciocchezza, perché il M5s, secondo tutti i sondaggi, è la prima forza politica in campo e con un rilevante distacco dal Pd; se invece si riferisce alla capacità di assumere responsabilità di governo commette una scorrettezza perché compie una ingerenza nella campagna elettorale che non può permettersi un presidente del Consiglio in carica, non dimessosi, cui il presidente della Repubblica ha lasciato il compito di  governare il paese fino alle elezioni.

Ha avuto dunque un comportamento che, se dovesse  persistere, gli toglierebbe di dosso quell’aura di correttezza che era riuscito a guadagnarsi. E che ci vuol poco a perdere rovinosamente, nel solco del suo predecessore.

 

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