ORA DI PUNTA/ Attenti a quei due, che ci promettono il paese della Cuccagna

di ENNIO SIMEONE – Nella terza novella dell’ottava giornata del Decamerone Giovanni Boccaccio nel 1300 descriveva il paese di Bengodi come il luogo dove “si legano le vigne con le salsicce, ed avevasi un’oca a denaio ed un papero giunta; ed eravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevan che far maccheroni e raviuoli e cuocergli in brodo di capponi”. Due secoli più avanti Bruegel il Vecchio traduceva su tela (foto) questa descrizione, intitolandola il Paese della Cuccagna

Quei due grandi della novellistica e della pittura mai avrebbero immaginato che le loro fantasiose creazioni si sarebbero materializzate, molti altri secoli più avanti, nella politica italiana. E invece sta accadendo per opera di due personaggi che in questi giorni campeggiano sui teleschermi del nostro paese e campeggeranno fino a quando gli italiani andranno alle urne per le prossime elezioni politiche. Sono due ex presidenti del Consiglio: uno costretto a dimettersi sette anni fa per i disastri compiuti ai danni della nostra economia esponendola al deficit più alto tra i paesi europei, l’altro costretto a dimettersi un anno fa per essersi visto bocciare dagli italiani una aberrante riforma della Costituzione in un referendum da lui stesso voluto e imposto, ma che i cittadini hanno colto al volo per mandarlo a casa.

Entrambi sono di nuovo scesi in campo con il proposito di convincere gli italiani a riaffidar loro il governo del paese. In  che modo? Promettendo l’uno  – Silvio Berlusconi – la cancellazione o l’abbassamento  drastico delle tasse, l’altro – Matteo Renzi –  l’elargizione di 80 euro al mese anche alle “famiglie con figli”. Soprattutto in questo secondo caso siamo in presenza di una forma di “voto di scambio”, come quella che venne adottata tre anni fa alla vigilia delle elezioni europee, e che gli fruttarono il consenso del 40 per cento dei voti. Ora vorrebbero ritentare il colpo.

Ma dove prenderebbero questi due signori i soldi per far fronte alle loro promesse? Non c’è scampo: o tagliando altre voci dal bilancio dello Stato privando i cittadini di servizi primari o facendo crescere oltre misura il debito pubblico. Ma forse è meglio che gli italiani ricordino a questi due signori che il paese di Bengodi esisteva solo nella fantasia dl Boccaccio e il paese della Cuccagna era solo una bellissima tela di Peter Bruegel. E che smettano di raccontare favole.

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