La Procura di Roma ha aperto una inchiesta per omicidio colposo sulla morte dello studente che tentava di scavalcare un cancello della Sapienza per partecipare a un rave party abusivo

La Procura di Roma indaga per omicidio colposo contro ignoti, in relazione alla morte di Francesco Ginese, il giovane di 26 anni morto nel tentativo di scavalcare il muro di cinta dell’università della Sapienza, dove, la notte tra venerdì e sabato scorsi era in corso un party abusivo.

Il pm Stefano Rocco Fava, titolare dell’indagine, ha ricevuto una prima informativa della polizia e ha disposto l’autopsia sul corpo del giovane.
Un’altra informativa verrà ultimata a giorni dalla Digos e riguarderà il party abusivo organizzato all’interno dell’ateneo. Al vaglio sia la posizione degli organizzatori della Notte Bianca alla Sapienza sia quella di chi ha la giurisdizione sugli spazi dell’ateneo. Nell’informativa ai pm anche le risultanze dell’attività di monitoraggio e osservazione effettuata quella notte dagli agenti della polizia.

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini non si lascia sfuggire neppure questa occasione per una dichiarazione. E scrive: “Perché il Rettore della Sapienza tollera l’illegalità e non fa nulla?”.  “La responsabilità di questa morte – aggiunge – è anche di chi permette queste illegalità da troppo tempo, tra occupazioni di aule e feste non autorizzate con uso e abuso di alcolici e altre sostanze”. Ma “Azione universitaria” dichiara: «La colpa è dei collettivi: il rettore aveva negato l’autorizzazione».

Ricordiamo che Francesco Ginese, 26 anni, è morto al Policlinico Umberto I dopo essersi reciso l’arteria femorale nello scavalcare un cancello per entrare al un rave party abusivo in corso venerdì sera 21 giugnoall’Università La Sapienza di Roma nella Notte Bianca universitaria. Il giovane era stato operato d’urgenza nel pomeriggio di sabato.

Francesco Ginese in una immagine tratta dal suo profilo Facebook. 

Per tentare di salvargli la vita era subito scattata una gara di solidarietà, anche attraverso i social, per la raccolta di sangue. Anche sulla pagina Fb della ‘Notte Bianca’ alla Sapienza era stato rilanciato l’appello di amici e conoscenti di Francesco.

Il giorno successivo era stato diffuso il seguente comunicato dela rettore: “La Sapienza esprime profondo dolore per la morte assurda del ragazzo e manifesta solidarietà alla famiglia, così duramente colpita con la perdita di un figlio brillante e promettente. Si ringrazia tutto il personale del Policlinico universitario Umberto I per l’impegno profuso in queste ore con due difficili interventi chirurgici nel tentativo di salvare questa giovane vita”.

Il comunicato così prosegue: «Quando l’Ateneo ha notizia dell’organizzazione di eventi non autorizzati, provvede sempre, come anche nel caso in questione, ad una preventiva formale comunicazione alle autorità di pubblica sicurezza. Inoltre, qualora tali eventi non autorizzati dovessero effettivamente svolgersi, contravvenendo al Regolamento in materia e/o forzando gli accessi agli spazi universitari, l’Ateneo procede sempre a presentare un esposto alla Procura della Repubblica. Infine alla Sapienza è presente un servizio di vigilanza e un sistema di videosorveglianza che consente di allertare immediatamente le autorità competenti in caso di manifestazioni non autorizzate e di produrre documenti video che vengono, su richiesta, messi a disposizione delle stesse autorità».

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