La Commissione affari costituzionali della Camera ha sospeso ieri l’esame della legge elettorale e li riprende oggi: il suo compito è portare in assemblea un testo accettabile, cioè una versione del sistema tedesco corretto in modo che, però, non venga considerato incostituzionale dalla Consulta e corrisponda alle attese degli italiani di poter scegliere i parlamentari con il loro voto, cosa che nel testo concordato tra Pd, Fi e M5s non è prevista.
Intanto ieri sono stati approvati emendamenti che, se poi saranno accolti nelle assemblee di Montecitorio e di Palazzo Madama, eliminato due storture contenute nella bozza di accordo. La prima riguarda la cancellazione dei capilista bloccati: sono stati eliminati, come chiedevano la minoranza interna del Pd, Sinistra italiana, Movimento democratici e progressisti, Lega, Ci e Des-Cd. In questo modo in ogni circoscrizione la graduatoria degli eletti che spettano a ciascun partito non parte più dal capolista della lista proporzionale: saranno prima eletti i candidati piazzatisi primi nei rispettivi collegi, poi i candidati della lista proporzionale, e infine i restanti candidati nei collegi uninominali. L’altra misura è l’abrogazione delle pluricandidature: cioè un candidato si potrà presentare solo in un collegio e in una lista proporzionale. In precedenza era prevista la possibilità di presentarsi nel collegio e in tre diverse liste circoscrizionali. In favore hanno votato Pd, M5s, Lega, Mdp e Fi, a nome della quale però Francesco Paolo Sisto ha sollevato dei dubbi.
La legge elettorale andrà comunque in Aula martedì 6 giugno, come ha stabilito la conferenza dei capigruppo, anche se non dovessero essere votati tutti gli emendamenti. Lo ha comnfermato il presidente della Commissione affari costituzionali della Camera, Andrea Mazziotti (foto), in una breve pausa dei lavori. “Ci sono ancora numerosi emendamenti accantonati – ha ricordato – e che riguardano alcuni nodi che i sostenitori della legge devono sciogliere: penso alle quote di genere, alle firme a sostegno delle liste e dei candidati, all’ordine di elezione all’interno delle circoscrizioni. Se verranno sciolti tali nodi il relatore ce lo comunicherà dando il parere sugli emendamenti e li voteremo”. E se non si dovessero votare tutti gli emendamenti? “Andremo in Aula – ha risposto Mazziotti – con quello che abbiamo votato”.
Intanto la Commissione ha approvato l’emendamento del Pd Alan Ferrari che diminuisce il numero dei collegi uninominali con riparto proporzionale da 303 a 225, così da superare il problema dei collegi sopranumerari (collegi dove il vincitore avrebbe rischiato di non essere eletto). L’emendamento aumenta anche il numero delle circoscrizioni da 27 a 28, aggiungendone una quarta in Lombardia.
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