“Franchi tiratori” su un emendamento di FI fanno saltare il patto sulla legge elettorale. Accuse reciproche

Ancora “franchi tiratori” sulla legge elettorale nell’aula di Montecitorio e l’iter del patto a quattro (Pd, M5s, Fi, Lega) si blocca tra reciproche recriminazioni. E’ accaduto su un emendamento, peraltro marginale, della deputata altoatesina Michaela Biancofiore (FI) (foto) in cui si chiedeva l’applicazione della legge patrocinata da quattro partiti anche nella regione autonoma Trentino-Alto Adige. A sorpresa è stato approvato ed è scoppiata la bagarre con il capogruppo del Pd Rosati che accusava di tradimento i Cinquestelle e questi che rigiravano l’accusa ai deputati del Pd.

Forse non si saprà mai da dove sono venuti i voti che contraddicono l’accordo a quattro; ma quello che è certo è che la reazione del Pd è stata esagerata rispetto alla materia del contennde e il relatore della legge, Fiano, è stato troppo veloce nell’annunciare: “la legge è morta”, prima ancora che si accertasse chi era il killer. Infatti, per un errore tecnico, sul tabellone luminoso che riproduce le votazioni palesi (non quelle a scrutinio segreto) è apparso per un istante la fotografia di una votazione, ma quella immagine è stata interpretata in maniera opposta da esponenti del Pd e da esponenti del M5s: i primi hanno detto di aver colto nello schieramento pentastellato voti favorevoli all’emendamento Biancofiore; i secondo hanno detto il contrario, ed entrambi si sono accusati reciprocamente.

Ora si vedrà come andrà a finire. Di certo gruppi così contrapposti è difficile che possano arrivare a fare una buona legge elettorale. Infatti quella in gestazione è una sorta di pasticcio in salsa tedesca, servita in una teglia italiana (bucata).

 

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