Legge elettorale. M5s: “Voto subito con l’Italicum corretto”. La Consulta deciderà il 24 gennaio (!). Ecco che cosa potrà accadere

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (s) e il presidente della Corte Costituzionale Paolo Grossi (d), al termine della riunione straordinaria convocata per la relazione sugli indirizzi della giurisprudenza della Corte costituzionale nel 2015, Roma, 11 aprile 2016. ANSA/GIORGIO ONORATI
Mattarella e Grossi, presidente della  Consulta. Foto Ansa di Giorgio Onorati

di ROMANO LUSI – La battaglia politica ora si trasferisce sulla legge elettorale e di conseguenza sui tempi di uscita dalla crisi che di fatto si è aperta con la bocciatura della riforma costituzionale. Si apprende ora che la Corte costituzionale ha fissato per l’udienza del 24 gennaio 2017 la discussione sulle eccezioni di costituzionalità sollevate sulla legge elettorale. Una data sorprendentemente lontana, visto che già il 4 ottobre avrebbe dovuto emettere la sua decisione, rinviandola pochi giorni prima a dopo il referendum per motivi di opportunità, ma si suppone che avesse già approfondito la questione. Tant’è che la Lega protesta.

La Corte Costituzionale è stata chiamata da tre tribunali – Messina, Torino e Perugia – a valutarne la legittimità e la ‘spinta’ per un intervento forte sulla legge potrebbe diventare più pressante. Un rimpallo politico su chi debba fare il primo passo per cambiarla è già iniziato, e a Renzi, che ha detto che l’onere spetta al fronte del No, Brunetta risponde che “spetta a tutto il Parlamento”.

Invece il Movimento Cinquestelle è perentorio: si sovra votare sia alla Camera sia al Senato con l’Italicum modificato dalla Corte Costituzionale (ovvero con le modifiche indicate dalla Consulta, ma che dovrà essere il parlamento ad apportare).

Grllo con di Battista e Di Maio “Renzi, Alfano, Verdini e Boschi hanno bloccato il Parlamento con queste riforme costituzionali dannose e bocciate dalla stragrande maggioranza degli italiani. Hanno fallito e devono andare a casa” – dice Alessandro Di Battista (nella foto con Grillo e Di Maio). Il M5S teme che i partiti intendano “bivaccare” mesi e mesi alla ricerca di un accordo. Ma “noi non ci faremo trascinare in estenuanti trattative sulla legge elettorale. Il Paese è stufo. Per noi l’Italicum, la legge elettorale che loro si sono votati, ha dei profili di incostituzionalità (se fosse così chi l’ha votata dovrebbe vergognarsi e sparire dalla scena politica). A ogni modo ce lo dirà la Corte Costituzionale. Una volta che si sarà pronunciata andremo al voto con quella legge corretta, sia alla Camera che al Senato. Punto. E, finalmente, il popolo italiano deciderà chi dovrà governare il Paese”.

Come si ricorderà la Corte avrebbe dovuto esaminare l’Italicum il 4 ottobre; ma il 19 settembre decise di far slittare tutto a data da stabilire proprio per evitare interferenze prima del referendum. Andava quindi fissata una nuova data. Quando ci fu il rinvio, si disse che l’udienza si sarebbe tenuta nella seconda metà di gennaio o a inizio febbraio. Ora, però, una variabile importante è data dal tipo di governo che prenderà forma dopo le dimissioni di Renzi. “Se si tratterà di un esecutivo tecnico o istituzionale, guidato per esempio da Padoan o Grasso, allora – spiegavano fonti vicine alla Corte – è più probabile un’anticipazione dell’udienza così da chiudere il capitolo. Se invece l’incarico sarà dato a un politico potrebbe prevalere la volontà di attendere e capire che quadro si delinea”.

C’è poi il punto di domanda degli altri ricorsi pendenti e quindi delle altre ordinanze che potrebbero pervenire alla Corte. Alle tre già arrivate, se ne sono accodate altre due, da Trieste e Genova. Ma circa dieci tribunali hanno aspettato il referendum e ora potrebbero decidere di inviare gli atti alla Consulta.

felice-besostri1 E’ l’effetto di una serie di ricorsi a catena proposti da un gruppo di avvocati coordinati da Felice Besostri (foto), che si sono coalizzati con azioni coordinate in più tribunali.

L’interrogativo più grosso, però, è come si riposizioneranno i partiti e lo stesso Pd. Grillo chiede di andare subito al voto con l’Italicum, che ora li favorirebbe. Ma le altre forze politiche, con l’Italicum rischiano, prima di tutto, di doversela vedere con i grillini al secondo turno. Per questo la tentazione di far smontare alla Corte la nuova legge elettorale sarà forte, facendo leva proprio sui nodi che gli stessi tribunali chiedono di ‘aggredire’, ossia premio di maggioranza e ballottaggio. A quel punto, l’Italicum diventerebbe un’altra cosa. E potrebbe anche configurarsi uno scenario di elezioni anticipate con due leggi elettorali ‘riscritte’ dalla Corte Costituzionale: al Senato il ‘Consultellum’, uscito dalla sentenza che bocciò il Porcellum, e alla Camera l’Italicum modificato.

 

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