LA SCIAGURA DI GENOVA/ Tre ministri puntano il dito contro la Società Autostrade per il crollo del ponte. Due giorni di lutto cittadino

Il premier Giuseppe Conte al termine del sopralluogo tra le macerie del Ponte Morandi. (Foto Ansa di Matteo Guidelli) 

I vicepremier Di Maio e Salvini ed il ministro delle infrastrutture Toninelli puntano il dito contro la Società Autostrade per la sciagura del ponte Morandi, lanciando accuse che potrebbero essere anche giuste, ma che spetta alla magistratura vagliare sulla base di una ricostruzione  approfondita dei fatti e delle responsabilità. Cosa che richiede, comunque, tempo e indagini approfondite. E invece  Di Maio ha dichiarato a Radio Radicale:”I responsabili hanno un nome e un cognome e sono Autostrade per l’Italia.  Dopo anni in cui si è detto che le cose dai privati sarebbero state gestite molto meglio – prosegue Di Maio –  ci troviamo con uno dei più gradi concessionari europei che ci dice che quel ponte era in sicurezza. Queste sono scuse. Autostrade deve fare la manutenzione e non l’ha fatta. Prima di tutto si dimettano i vertici”. “E’ possibile – ha affermato ancora il ministro – in caso di inadempienze, ritirare la concessione e far pagare multe fino a 150 milioni di euro. Autostrade non ha fatto la manutenzione”sul ponte Morandi. E ha dato la seguente notizia:  “Toninelli ha avviato le procedure per il ritiro della concessione”.

Secondo Di Maio “la gestione può essere avocata a sé dallo Stato. Ad Autostrade paghiamo i pedaggi più alti d’Europa e loro pagano tasse bassissime perché sono posseduti da una finanziaria Benetton in Lussemburgo”. La sua tesi è che il crollo del ponte Morandi “si poteva evitare: le condizioni visibili a tutti, non a un ingegnere, lasciano capire che la manutenzione non è stata fatta e per questo il ponte è crollato. Non è crollato per una fatalità, ma perché non si è fatta manutenzione”.

“Attingeremo da fondi straordinari – ha assicurato Di Maio – per assicurare la viabilità ai cittadini anche prolungando, se serve, l’utilizzo di alcuni viadotti costieri. Stiamo studiando tutte le possibilità per far funzionare subito la viabilità, perché così la città è spezzata in due”, promettendo che “faremo, come ha già annunciato il premier Conte, un piano straordinario di monitoraggio. Si tratta di installare dei banali sensori su tutte le infrastrutture del Paese per un monitoraggio costante: a volte si fa con dei satelliti, a volte con i sensori. Saremo giudicati sui fatti e tra qualche mese verificheremo con i cittadini se saremo conseguenti a quanto annunciato”.

A sua volta il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha dichiarato: “Nostro dovere sarà controllare tutte le opere pubbliche segnalate da sindaci e cittadini, e individuare i colpevoli di questo disastro che non resterà impunito”. Anche per lui  “la revoca delle concessioni è il minimo che ci si possa aspettare” ed ha osservato che “una società, come quella che gestisce quel tratto autostradale, che fa miliardi di utili, deve spiegare agli italiani perché non ha fatto il possibile per reinvestire una parte di quegli utili in sicurezza”.

Ha poi promesso 1.500 assunzioni di vigili del fuoco in un anno e l’impegno di destinare “12 milioni di euro” per acquistare automezzi, vetture e la strumentazione necessaria al Corpo. “Il presidente del Consiglio è già in riunione a Genova. Vedremo di dare le prime risposte urgenti. La città non può essere bloccata. Al di la dei morti c’è un danno economico e sociale inimmaginabile. Occorre intervenire subito e con urgenza”, ha concluso Salvini.

La linea dura è confermata dal ministro delle infrastrutture Toninelli: “I vertici di Autostrade per l’Italia devono dimettersi prima di tutto. E visto che ci sono state gravi inadempienze, annuncio fin da ora che abbiamo attivato tutte le procedure per l’eventuale revoca delle concessioni, e per comminare multe fino a 150 milioni di euro”, ha annunciato su Facebook.

“Alle società che gestiscono le nostre autostrade sborsiamo i pedaggi più cari d’Europa – ha affermando in sintonia con ciò che ha detto Di Maio – mentre loro pagano concessioni a prezzi vergognosi. Incassano miliardi, versando in tasse pochi milioni e non fanno neanche la manutenzione che sarebbe necessaria a ponti e assi viari. Se non sono capaci di gestire le nostre Autostrade, lo farà lo Stato”.

Sulla ricostruzione Toninelli ha sostenuto che “per quanto riguarda Genova verrà usato il Fondo Emergenze della Protezione civile per ripristinare la viabilità ordinaria, prendendo in considerazione anche la possibilità di prolungare fino a Voltri la ‘Strada a mare’. Per la ricostruzione del ponte Morandi, che, voglio sottolineare, necessitava di manutenzione da decenni, verranno poi utilizzate le risorse del Piano economico e finanziario di Autostrade, da discutere eventualmente a settembre, e altre risorse non impegnate e prese da due fondi dedicati in parte a interventi infrastrutturali”.

Anche il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha affermato: “Il Governo è in azione, chi dovrà pagare pagherà, ma ora è il momento del rispetto per questo grande dolore”.

“E’ stato senza dubbio il giorno più lungo e difficile da presidente del Consiglio”, ha scritto nella notte il premier Giuseppe Conte su Facebook, dopo aver fatto visita a Genova, dove ieri è crollato il ponte Morandi causando 35 vittime.

“Quanto accaduto a Genova è una grave ferita non solo per la città, ma per la Liguria e tutta Italia”, ha scritto ancora Conte, che è a Genova. “Purtroppo, come immaginavamo, il bilancio delle vittime è cresciuto ancora. Una tragedia che ci accomuna tutti, che ci spinge a interrogarci sulle cause”.

“Quello che come Governo lanceremo tempestivamente – ha ribadito – è un piano straordinario di monitoraggio di tutte le infrastrutture, soprattutto di quelle più vecchie. I controlli saranno molto severi perché non possiamo permetterci altre tragedie come questa. Tutti i cittadini devono viaggiare sicuri”. “Ringrazio ancora una volta i soccorritori, a loro va tutta la nostra stima e il nostro affetto per quanto stanno facendo. Continueranno a lavorare per tutta la notte. Grazie da parte di tutto il Governo”, ha concluso.

“Ho parlato con i leader europei, è stato di conforto avere il loro sostegno. Ringrazio i soccorritori, che continueranno a lavorare per tutta la notte”, aveva dichiarato il premier ieri sera al termine del vertice in prefettura a Genova, ammonendo proprio a porsi interrogativi sulla tragedia da parte di “tutte le autorità competenti e tutte le persone che hanno responsabilità”.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha detto:”Questo è il momento dell’impegno comune, per affrontare l’emergenza, per assistere i feriti, per sostenere chi è colpito dal dolore, cui deve seguire un esame serio e severo sulle cause di quanto è accaduto. Nessuna autorità potrà sottrarsi a un esercizio di piena responsabilità: lo esigono le famiglie delle tante vittime, lo esigono le comunità colpite da un evento che lascerà il segno, lo esige la coscienza della nostra società nazionale”.

Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, al termine della riunione in protezione civile sul crollo del Ponte Morando ha fatto notare che “il crollo del ponte Morandi avrà un grave impatto su tutta la logistica del porto e della città. Stiamo lavorando per affrontare sul piano logistico l’emergenza dei prossimi mesi”.

“La città non è in ginocchio, saprà reagire”, ha dichiarato  il sindaco di Genova Marco Bucci al termine della riunione in protezione civile sul crollo. “La città saprà continuare il suo percorso di crescita”, ha detto Bucci, che ha ringraziato “i molti Comuni e aziende italiani che si sono resi disponibili aiutarci”. Il Comune di Genova in segno di cordoglio, solidarietà e vicinanza dell’intera comunità genovese ai parenti delle vittime del crollo di Ponte Morandi, ha proclamato per oggi e per domani 16 agosto due giornate di lutto cittadino. La bandiera del Comune, così come quelle della Repubblica Italiana e dell’Unione Europea sono esposte a mezz’asta, o abbrunate in segno di lutto a Palazzo Tursi, sede del Comune, sugli edifici comunali, su quelli degli enti pubblici e sugli edifici scolastici della città.

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