Il tempismo di Macron sulla tragedia di Beirut

di NUCCIO FAVA – Oltre migranti e cadaveri in mare, la micidiale esplosione di Beirut aggrava la crisi del Mediterraneo. Sembrano ombre disumane sfilare spettrali lungo le strade della città tutta, a partire dall’immenso cratere creato al centro dell’antico porto. Immagini terribili che ricordano altre scene di devastazione per guerre, carestie e terremoti, addirittura per le tante ragazze e ragazzi impegnati a rimuovere macerie e spessi strati di polvere a ricordarci addirittura anche i tanti generosi giovani italiani accorsi a Firenze durante la spaventosa alluvione del 1966 così efficacemente raccontata da Sergio Zavoli a Tv7. Gli angeli del fango appunto che operano anche a Beirut con generosità ed entusiasmo, anche se privi di orientamento e di guide, come inevitabilmente accade in situazioni del genere.

Macron, con l’intuito dell’astuto politico, giunge quasi subito nella città martoriata ed è accolto come riferimento per una possibile ripresa e ricostruzione. Singolarmente credibile e in grado di dialogare con tutti anche in un contesto politico e civile come quello libanese attraversato da contrasti e crisi profonde da troppo tempo.

Colpisce tuttavia la credibilità di cui gode il presidente francese, l’accoglienza piena di gratitudine immediata e di riconoscenza per le promesse di aiuto futuro, quasi in rappresentanza di tutta l’Europa che dovrà pur riuscire ad esprimere una qualche scelta significativa per il Libano ovviamente , ma per tutto il Mediterraneo e l’area Mediorientale così fortemente attenzionata ormai da Turchia e Russia.

L’Italia invece traccheggia e litiga sui migranti, con una parte dei 5stelle in parte ancora condizionata dalla propaganda leghista. Eppure il Mediterraneo, non solo per tradizione e importanza storica, resta luogo centrale anche dei futuri equilibri geopolitici, specie se gli Usa, dopo le catastrofi causate dalla presidenza Trump, riusciranno a riassumere un ruolo di guida politica e ideale del futuro assetto mondiale.

*Nuccio Fava, presidente dell’Associazione Giornalisti Europei, è stato direttore del Tg1, del Tg3 e delle Tribune Politiche Rai

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