Il caso Cuffaro allarma la minoranza Pd, ma non turba i fedelissimi di Renzi

Cuffaro e RenziIl caso scatenato dall’intervista di Totò Cuffaro all’Huffington sta segnando il punto più basso della convivenza tra maggioranza fedele a Renzi e sinistra nel Pd. Pier Luigi Bersani Bersaniè arrivato ad accennare la possibilità di lasciare il partito, lui che ha sempre detto che un ex-segretario non può andarsene. E, a differenza di altre occasioni in cui le proteste della minoranza venivano ‘tollerate’ dalla maggioranza dem, stavolta la polemiche sulle infiltrazioni cuffariane nel tesseramento Pd siciliano ha fatto innervosire il fronte renziano. E non poco.

FaraoneOggi Davide Faraone (foto a lato), indicato come il ‘traghettatore’ degli amici di Cuffaro nel Pd, ha risposto a muso duro alle critiche della minoranza dem: “Hanno bisogno di inventare un nemico per dimostrare che esistono” (ndr: che poi è la stessa tattica che usa Renzi contro gli avversari) . E da Firenze un altro esponente molto vicino a Matteo Renzi, Dario Parrini, è andato giù ancora più pesante dicendo che Bersani e i suoi dovrebbero vergognarsi perché insultano il Pd.

“Sto dando una sveglia”, spiega l’ex-segretario, e “ho fiducia che sia ascoltata. Noi, il Pd, non siamo un partito di potere buono per tutti gli usi. Siamo un partito di governo, di centrosinistra, di cambiamento. Con il nostro profilo. Non siamo un porto dove può sbarcare a chiunque”. Ma Faraone la mette in modo diverso: “Il tesseramento al Pd non è un’iscrizione riservata in un club di iniziati. Bisogna aprire le porte per intercettare tutte le energie positive”.

Faraone cita il premier-segretario per dire che il Pd deve essere un partito aperto. “Come disse Matteo Renzi durante il discorso della vittoria dopo le primarie per diventare segretario del Pd, ‘non serve avere una tessera di partito per avere una buona idea. Non dobbiamo più vedere respingere chi sta fuori'”. Intanto però il segretario regionale siciliano, il ‘giovane turco’ Stefano Raciti, ha congelato il tesseramento per verificare chi effettivamente si sta iscrivendo al Pd.

SperanzaIncalza Roberto Speranza (foto) della minoranza dem: “Ogni volta che qualcuno di questi si avvicina al Pd” come Denis Verdini o Totò Cuffaro “c’è un pezzo dei nostri che se ne va. Noi chiediamo un Pd diverso, alle amministrative e anche nel tesseramento. Un Pd che sia più perno del centrosinistra e meno partito della nazione. Renzi sbaglia di grosso quando amoreggia con Verdini and company”.

Ed ancora Nico Stumpo: “Curare dopo è un problema. Serve la prevenzione. Non vorrei che nel tentativo di accaparrarsi tutto, ci si dimentichi della cosa più importante: la storia di un partito, la sua identità, la sua cultura politica e le tante persone perbene che vi militano”.

Faraone intanto ribatte alle accuse di essere il trait d’union tra il Pd e gli amici di Cuffaro. “Io Cuffaro in vita mia non l’ho mai incontrato. Non attribuisco un valore morale a questo fatto. È una questione generazionale. Per me è come se fosse un ex giocatore di calcio, prendete Gianluca Vialli, che oggi commenta le partite in tv. Ecco io lo vedo così. Cuffaro – sottolinea – è uno spauracchio usato da quelli che hanno paura di un Pd allargato, gli stessi che respingevano gli elettori ai gazebo alle primarie aperte”.

Ed ancora: “Da giorni – sostiene Faraone – non si fa altro che parlare con apprensione del redivivo Cuffaro. Addirittura la lista dei terrorizzati dall’invasione cuffariana annovera anche Crisafulli, che è andato a trovare in carcere Cuffaro. Tra le file della ‘resistenza’ ci sono quelli che ci guidavano quando perdevamo 61 a 0 e che dell’essere minoranza ne hanno fatto una ragione di vita. Quelli che hanno bisogno di un nemico – Berlusconi, Cuffaro – per esistere”.

E, detto questo, Faraone lancia una nuova edizione della Leopolda sicula, accusata di essere stata la ‘culla’ delle infiltrazioni cuffariane nel Pd. La “’Leopolda sicula’ torna anche quest’anno – annuncia in una nota -, tre giorni (dall’otto al dieci di aprile) di intenso dibattito, di idee, di fantasia e immaginazione al potere. Di visioni di mondi impossibili che diventano possibili se c’è la voglia e la forza di impegnarsi concretamente”.

In serata è intervenuto il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini. “Forse prima di polemizzare inutilmente si dovrebbe pensare a loro”. Ovvero agli iscritti del Pd, è l’invito del vicesegretario dem. “Se ci sono situazioni che non vanno bene interveniamo, come sempre abbiamo fatto, e al momento dalla Sicilia non si hanno notizie di fenomeni anomali. Se dovessero arrivare, si interverrà con rigore e intransigenza”. “Il nostro è un partito serio, ha procedure trasparenti e verificabili per il tesseramento, con organi di garanzia a livello territoriale e nazionale. – assicura Guerini, accomodante – Detto questo, ogni tre o quattro mesi c’è qualcuno che apre una polemica sui nostri tesserati: una volta sono pochi, una volta sono troppi, oppure ci si impegna intorno ad indistinte e generiche disquisizioni. E alla fine si fa solo del male a nostri iscritti, che sono persone perbene e che si impegnano nel partito perché ne condividono ideali e azioni. Forse prima di polemizzare inutilmente si dovrebbe pensare a loro”.

Insomma, come al solito, ragazzo lasciamo lavorare!. E il pasticcio di un partito pigliatutto, buono per tutte le stagioni e per tutti gusti, purché mantenga il potere, va avanti. Anzi si allarga.

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