Duro attacco di Cuperlo a Renzi nella direzione del Pd: “Non all’altezza del ruolo”

Gianni_CuperloNella riunione della Direzione del Pd, alla relazione di Matteo Renzi (di cui riferiamo in altro articolo), approvata da un gregge di 98 componenti contro 13 no, ci sono stati tre interventi fortemente critici di Gianni Cuperlo, Roberto Speranza e Emiliano Michele Emiliano. Il più duro quello di Cuperlo. Il quale, rivolgendosi direttamente al segretario del Pd e capo del governo, ha detto: “Matteo, io non penso che tu sia una persona onesta, io penso che tu sia una persona profondamente onesta e appassionata della politica, ma io penso anche che tu non ti stia mostrando all’altezza del ruolo che ricopri, non stai mostrando in questi passaggi delicati della vita del Paese e della sinistra la statura di un leader e a volte coltivi l’arroganza dei capi”

Tu non stai facendo il segretario – continua Cuperlo – e stai spingendo diversi ad andarsene via. “Magari in cambio avrai applausi da destra, ma rischiamo di perdere pezzi della sinistra. Io sento il peso di stare in un partito che non ha molto delle ragioni che me lo hanno fatto scegliere e ora magari tu mi risponderai con un faticoso e meditato ciao”.

“Qui – prosegue Cuperlo – non c’è nessuno che ha più titoli di altri a chieder lealtà. Noi siamo impegnati a far vincere i nostri candidati alle amministrative e sono anche pronto a una moratoria sul confronto tra noi ma nella chiarezza sento il dovere di dirti quello che penso”.

“La vicenda Tempa Rossa – ha sottolineato – non si può chiudere nella sintesi ‘ho deciso io’. Non è importante solo chi, ma anche come si decide. C’è un emendamento stoppato e poi inserito di notte perché lo decide il premier? La questione non è una telefonata o l’inadeguatezza di un ministro ma il processo e il luogo delle decisioni”

Continua Cuperlo: “Ancora l’altroieri hai usato la riforma costituzionale come non si deve mai fare. Hai detto che le opposizioni verranno spazzate via e chi dovrebbe rimanere dopo che hai spazzato via? Chi non la pensa come te? Quello non è il tuo referendum ma l’occasione di superare il bicameralismo e più lo personalizzi e lo carichi di significati impropri più alimenti le ragioni di dissenso anche nel tuo campo e nel tuo partito”.

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