DIARIO MONDIALE/ Terminata la fase a gironi di Qatar 2022, tracciamo un bilancio con lo storico dello sport in vista degli ottavi di finale. Alcune grandi a casa, avanza l’Africa. Questo è il Mondiale delle sorprese e nelle sfide a eliminazione diretta ne vedremo delle belle

di RAFFAELE CICCARELLI*/ Con la terza giornata della fase a gruppi del Mondiale arriva il momento delle sentenze definitive e si completa il quadro degli ottavi, dove inizia un “altro” mondiale, di certo più affascinante ad eliminazione diretta, senza più possibilità di errori e di recuperi. La fase a gruppi rappresenta, in genere, il preludio di quello che è il vero mondiale che inizia con gli ottavi, una scrematura, con squadre di medio livello che hanno l’opportunità di incontrare avversari quotati, a cui poi comunque dovrebbero cedere il passo. Questo, però, pur restando il principio basilare della prima fase, risulta solo relativamente vero, perché il calcio moderno non prevede più le cosiddette “squadre materasso”, oggi i valori sono più livellati, le nazionali meno nobili ma che hanno alti valori agonistici e atletici possono annullare le differenze, con quelle più blasonate che a loro volta debbono sempre impegnarsi al massimo, pena dolorose brutte figure, come capitato qui a Francia, Portogallo e Brasile, che hanno perso tutte, da qualificate, le partite dell’ultima giornata.

Non si può parlare di sorpresa per l’eliminazione dei padroni di casa del Qatar. Vero è che, storicamente, c’è un occhio di riguardo per il paese organizzatore, ma oggettivamente i qatarioti sono ancora molto lontani dal poter essere competitivi a certi livelli. Se qui non possiamo parlare di sorpresa, molta ne ha destata l’eliminazione della Germania, per la seconda volta consecutiva nella fase a gruppi. Paga, la squadra di Hansi Flick, la mancanza di un attaccante di ruolo, ma ha anche mostrato un gruppo ormai logoro e appagato dalle tante vittorie, trattandosi in pratica del Bayern Monaco traslato in nazionale. Ci sarà da rinnovare, e molto, ma i tedeschi hanno già saputo dimostrare di poter ritornare più forti di prima.

Delusione totale per Belgio, Danimarca e Uruguay. Altre nazionali a fine ciclo, che dovranno operare profondi rinnovamenti per ritornare ad essere competitive, con i sudamericani che sono usciti in maniera rocambolesca, ma pagando la poca incisività delle prime partite. Intanto avanza l’Africa, agli ottavi con Senegal e Marocco, ma con anche la Tunisia che ha fatto bene, fuori solo per il fair play (cartellini gialli), ma questo può sorprendere solo gli osservatori più superficiali: queste nazionali hanno ormai alti valori tecnici, cui uniscono quell’esperienza che loro mancava ma che le nuove generazioni si stanno facendo in giro sui campi della Vecchia Europa. Oggi due come Kalidou Koulibaly o Achraf Hakimi non sono più rari campioni innestati in organici mediocri e sprovveduti, ma solo i giocatori più rappresentativi delle loro ottime nazionali. E non è nemmeno un caso che si tratti di nazioni francofone, retaggio di un passato coloniale che però ha lasciato un profondo legame con la Francia, che favorisce anche la crescita delle nuove leve calcistiche.

Ora iniziano gli ottavi, le sfide programmate sembrano avere già le loro favorite. Ma è solo l’apparenza del blasone, perché poi il campo sicuramente racconterà storie diverse. Spiccano le sfide tra Francia e Polonia e tra Portogallo e Svizzera, le uniche tutte europee, con i polacchi apparsi così brutti nella prima fase, da dover per forza mostrare qualcosa di diverso; molto interessante si presenta l’incrocio tra Giappone e Croazia, con i primi determinati a superare il tabù degli ottavi; tecnicamente la gara più bella dovrebbe essere quella tra Marocco e Spagna, con la squadra di Luis Enrique che non potrà permettersi distrazioni e volatilità contro il nuovo che avanza. Pronostici sulla carta apparentemente scontati quelli delle altre gare in programma, ai quarti dovremmo vedere Olanda, Argentina, Inghilterra, Brasile, ma attenzione ai pronostici perché, come sempre, ora più che mai la sorpresa è dietro l’angolo.

*Storico dello Sport 

 

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