COVID-19/ AGGIORNAMENTO al 2 gennaio2021/ In Italia oggi meno nuovi contagi, ma con meno tamponi. Infatti l’indice di positività si aggrava: sale al 17,6% / Nuove restrizioni adottate in Grecia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Brasile, Corea del Sud e Venezuela

Sono 11.831 i nuovi casi di coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore: meno di ieri ma perché sono stati effettuati molto meno tamponi: 67.174. Infatti l’indice di contagiosità sale al 17,6% contro quello (già troppo alto) di ieri, che era del 14,1%, a sua volta più alto che nei giorni scorsi, quando aveva toccato un livello minino dell’8%. 

Il nuovo bollettino del ministero della Salute rende noto che le vittime sono 364: un numero ancora molto alto, ma inferiore a quello dei giorni scorsi.

E’ probabile che, alla luce di questi dati (soprattutto se non dovessero cambiare mei prossimi giorni),  il Comitato Tecnico-scientifico che dà al Governo le indicazioni per i provvedimenti da adottare possa chiedere l’adozione di misure anti-contagio più severe. E’ triste doverlo prevedere proprio nel momento in cui è stato annunciato che gli impianti sciistici potrebbero riaprire il 18 gennaio e che le scuole riaprirebbero, sia pur parzialmente, il 7 gennaio.

D’altronde anche in altri paesi le autorità governative stanno adottando nuove restrizioni per l’aggravarsi della situazione.

Il governo greco ha annunciato che il lockdown per contenere il contagio del coronavirus sarà esteso fino al 10 gennaio (avrebbe dovuto terminare il 7 gennaio), dopo un notevole allentamento delle misure in occasione delle feste di Natale e fine anno. In Grecia ci sono stati finora 4.881 morti e 139.447 casi di Covid-19 su una popolazione di 10,7 milioni e la seconda ondata, in primavera, è stata ben più grave della prima.

Il governo britannico ha deciso che tutte le scuole elementari di Londra resteranno chiuse fino al 18 gennaio a causa dei numeri preoccupanti sulla diffusione del Covid-19 nella capitale. Ma il provvedimento del ministro all’Istruzione, Gavin Williamson non è sufficiente, secondo il principale sindacato degli insegnanti britannici. La National Education Union (Neu), riunito d’urgenza, chiede infatti la chiusura di tutte le scuole d’Inghilterra. Mary Bousted, segretaria del Neu, ha dichiarato – ripresa dai media, fra cui il Guardian – che il governo deve chiudere tutte le scuole in Inghilterra, sul modello di quanto fatto in Scozia, Galles e Irlanda del Nord, prima che l’infezione vada “fuori controllo”.

Il Brasile ha superato i 7,7 milioni di casi di coronavirus: è quanto emerge dai conteggi dell’università americana Johns Hopkins, secondo cui nel Paese il bilancio dei contagi è attualmente a quota 7.700.578. Il Brasile è il terzo Paese al mondo con il maggior numero di infezioni (dopo gli Stati Uniti e l’India) ed il secondo per numero di morti (dopo gli Usa) con 195.411 vittime dall’inizio della pandemia.

Gli Stati Uniti hanno cominciato il nuovo anno con oltre 160.000 nuovi casi di coronavirus: è quanto emerge dai conteggi della Johns Hopkins University, secondo quanto riporta la Cnn. I dati indicano che nella giornata di ieri i contagi sono stati almeno 160.606, ed i morti almeno 2.051. Nel complesso, ad oggi gli Usa registrano un totale di 20.135.305 infezioni, incluse 347.865 vittime.

La Corea del Sud ha esteso al livello nazionale il limite di cinque persone per gli assembramenti pubblici nel tentativo di contrastare un’impennata dei casi di coronavirus: la misura, che già interessava la capitale Seul, resterà in vigore fino al 17 gennaio. Nel frattempo, l’Agenzia nazionale per il controllo e la prevenzione delle malattie (KDCA) ha reso noto che ieri i nuovi casi di contagio sono stati 824, di cui 788 trasmessi a livello locale. Dall’inizio della pandemia nel Paese sono state registrate 62.593 infezioni e almeno 942 persone sono morte a causa del virus.

Il Venezuela, nell’ambito delle misure di contrasto della pandemia da coronavirus, tornerà allo schema 7+7 di sette giorni di quarantena rigida e di altri sette di misure più flessibili a partire da lunedì prossimo . Lo ha annunciato via Twitter la vicepresidente esecutiva venezuelana, Delcy Rodríguez. Per il mese di dicembre il presidente Nicolás Maduro aveva autorizzato l’introduzione di una flessibilizzazione delle misure “ampia e sicura”, ma negli ultimi giorni le statistiche del ministero della Salute hanno mostrato un aumento dei casi e quindi la necessità di tornare a misure più rigide. Secondo le statistiche ufficiali, il Venezuela ha chiuso il 2020 con un totale, da marzo, di 113.558 contagi e 1.028 morti.

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