In Brasile assalto dei sostenitori di Bolsonaro (sconfitto da Lula da Silva) al Parlamento (come fecero i sostenitori di Trump a Washington)

L’assalto dei sostenitori di Bolsonaro al palazzo del parlamento brasiliano (foto Epa di Andre Borgexs) 

In Brasile assalto dei sostenitori di Bolsonaro (il presidente che ha perduto le ultime elezioni, vinte di nuovo dal leader della sinistra,  Lula da Silva) ai palazzi delle massime istituzioni del paese, proprio come l’anno scorso hanno fatto a Washington i sostenitori di Trump, sconfitto alle elezioni americane da Biden. I sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro (partito proprio ieri per gli Stati Uniti), sono stati debolmente arginati dalle forze di polizia che ha fatto ricorso ai gas lacrimogeni per cercare di respingere migliaia di persone che però sono riuscite a sfondare i cordoni di sicurezza attorno al parlamento di Brasilia al termine di una manifestazione a sostegno dell’ex presidente.

In molti sono riusciti a salire sulla rampa dell’edificio per occuparne il tetto e da lì si sono introdotti all’interno. I bolsonaristi sono andati all’attacco anche dell’edificio del Planalto, sede dell’Esecutivo e, secondo quanto riporta il canale ‘Cnn Brasile’, anche nell’edificio del Tribunale supremo elettorale (Tse). Assaltata anche la sede della Corte suprema. Il presidente in carica, Luiz Inacio Lula da Silva, non si trova in questo momento a Brasilia ma è nello stato di San Paolo in visita ad alcune aree alluvionate ma ha tenuto una riunione d’emergenza con i ministri dell’esecutivo, dopo l’assalto. Alla riunione hanno partecipato i ministri della difesa, della giustizia e dei rapporti istituzionali, come riferiscono i media locali.

I manifestanti, vestiti di giallo e verde, secondo quanto riporta il giornale O Globo, si sono dati ad atti di di vandalismo. I video rilasciati da persone all’interno del Tribunale, scrive il giornale brasiliano, mostrano persone che rompono i seggi della plenaria.

A Palazzo Planalto, nel piazzale dove si trovano la sede della residenza presidenziale, il Parlamento brasiliano e della Corte suprema, sono stati rotti i vetri delle finestre. In totale sarebbero migliaia i bolsonaristi all’interno degli edifici del potere politico e amministrativo brasiliano con le forze di polizia, in assetto antisommossa, pronte a fare irruzione dentro il Parlamento occupato. I funzionari del governo hanno atteso di essere evacuati con mezzi aerei.

Insomma, a un anno dall’assalto a Capitol Hill negli Usa, si replica, con modalità e schieramenti praticamente identici: i militanti della destra di Bolsonaro, come i filo trumpiani, hanno deciso di non rispettare il responso delle urne che ha dato la vittoria alla ‘sinistra’ e sono passati all’assalto armato in una fase in cui Bolsonaro rischia l’arresto per la gestione dell’emergenza Covid.

Contro l’ex presidente, oggetto a suo tempo di una Commissione parlamentare d’inchiesta (Cpi) sulla pandemia, i senatori prima all’opposizione e ora al governo intendono ripresentare le denunce: il leader della destra infatti non ha più il foro privilegiato, il diritto delle alte cariche dello Stato di non essere giudicate penalmente dai tribunali comuni.

Ma Bolsonaro, che non ha mai fatto le congratulazioni a Lula per la sua elezione, ha lasciato il Brasile il 30 dicembre, due giorni prima della fine del suo mandato, e a bordo dell’aereo presidenziale dell’Aviazione militare è andato in Florida, negli Stati Uniti. “Questo assurdo tentativo di imporre la volontà con la forza non prevarrà. Il governo del distretto federale afferma che ci saranno rinforzi. E le forze a nostra disposizione sono al lavoro. Io sono nella sede del ministero della Giustizia’, ha scritto su Twitter il ministro della Giustizia brasiliana Flavio Dino intervenuto poco dopo l’assalto alle sedi istituzionali.

Il presidente del Senato, Rodrigo Pacheco, ha ripudiato gli “atti di terrorismo” visti a Brasilia e ha affermato che i golpisti devono “subire immediatamente tutto il rigore della legge”. Pacheco ha anche detto di aver sentito al telefono il governatore di Brasilia, Ibaneis Rocha. “Ho parlato poco fa, per telefono, con il governatore del Distretto Federale, Ibaneis Rocha”, che lo ha informato che “sta concentrando gli sforzi di tutto l’apparato di polizia per controllare la situazione”. “Le forze di sicurezza del Distretto Federale sono impegnate – ha assicurato Rocha –  oltre al contingente di polizia di cui dispone il Parlamento”.

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