Berlusconi garantista con Lotti (e con la Raggi). Speranza e Cuperlo per le dimissioni dal governo

La mozione di sfiducia del M5S contro il ministro dello Sport, Luca Lotti, indagato nel caso Consip per il sospetto che abbia rivelato ai dirigenti la presenza di microfoni-spia mandando a monte l’inchiesta della magistratura, divide trasversalmente gli schieramenti: la Lega e Sinistra Italiana l’appoggiano, dall’interno del Pd arriva l’invito di Cuperlo al ministro a farsi da parte (o anche solo “di lato”, che non si sa che cosa significhi), dai Democratici e progressisti la sollecitazione di Speranza ad uscire dal governo.

Invece Berlusconi, in una intervista al “Tempo”, ribadisce la sua posizione garantista, che estende anche alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, oggetto di una campagna mediatica.  Ricordando che “Forza Italia non ha mai votato la sfiducia individuale a un ministro”, ha ribadito ciò che aveva detto il capogruppo al Senato di FI, Paolo Romani: “Noi siamo sempre stati contro le mozioni di sfiducia individuali. Per il governo c’e’ la responsabilità collettiva”. Stesso concetto espresso dal capogruppo alla Camera Renato Brunetta in un’intervista a Enrica Agostini per “Domenica 24”, su RaiNews24: “Noi non siamo come loro, decida Lotti, decida Gentiloni, noi non parteciperemo al voto di sfiducia”.
“Ricordo Dario Franceschini, oggi ministro dei Beni culturali, proporre in Parlamento la mozione di sfiducia individuale contro Sandro Bondi, allora ministro dei Beni culturali, perché dopo una pioggia a Pompei era crollato un pezzo di tetto”, ha detto Brunetta, “adesso continua a piovere a Pompei, crolla tutto a Pompei, ma noi non abbiamo mai chiesto la sfiducia di Franceschini. Ecco, questa è la nostra diversità. Noi non parteciperemo al voto di sfiducia del ministro Lotti anche se denunceremo Renzi e il renzismo, perché quello che sta succedendo è figlio di un modo di intendere il potere. Non è possibile che tutto il potere in una certa fase si concentri a quindici chilometri da Firenze”.

Dimissioni di Luca Lotti ma senza che la vicenda Consip si rifletta sulla stabilità del governo: è questo l’auspicio di Roberto Speranza, uno degli scissionisti del Pd impegnati nella costruzione del movimento “Democratici e progressisti”. “Per me si deve dimettere”, ha spiegato in una intervista a Repubblica, precisando che al di là del garantismo “esiste un tema di opportunità politica: la concentrazione enorme del potere in una ventina di chilometri, da Rignano a Firenze”. “E’ qualcosa che lascia sgomenti”, ha insistito. Per Speranza però, “bisogna distinguere i due destini”, quello del ministro dello Sport e quello del governo. “Noi siamo contro l’avventura: Gentiloni deve andare avanti, naturalmente correggendo la rotta sulle politiche sociali”, ha affermato l’ex esponente della sinistra.

 

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