Arrogante replica di Renzi a Chiamparino: “Adesso con le Regioni ci divertiamo, ma sul serio”

Sergio Chiamparino e Matteo Renzi durante la convention Big Bang alla stazione Leopolda, Firenze, 29 ottobre 2011. ANSA / MAURIZIO DEGL' INNOCENTI

di Ennio Simeone –

Con l’arroganza che lo contraddistingue e che conferisce al suo ruolo di capo del governo i connotati di sgradevole bullo di provincia, Matteo Renzi ha aggredito, dileggiandolo, Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni oltre che presidente del Piemonte, il quale ha osato dire a chiare lettere che la legge di stabilità rischia di costringere gli enti locali a tagliare servizi essenziali come quelli sanitari o imporre nuovi oneri fiscali ai cittadini per compensare assurdi provvedimenti di sapore elettoralistico come l’abolizione dell’Imu sulla prima casa anche per i proprietari benestanti.

Chiamparino non era stato perentorio, anche perché anche lui, come Fassino (sindaco di Torino), viene annoverato tra i sostenitori di Renzi. E infatti aveva detto: “Nessuno è mosso dalla volontà di aumentare i ticket sanitari o le tasse locali”, ma “non posso escludere che, con questi dati, qualche Regione possa caderci dentro per non rinunciare ad alcuni interventi”. E spiegava: “Sulla sanità c’è, è vero, un miliardo in più, ma non bisogna dimenticare i costi delle scadenze contrattuali, della distribuzione dei farmaci salvavita, dell’ambito dei vaccini”, al punto che è a rischio “la sopravvivenza stessa del sistema Regioni”.

Ma l’uomo che si vanta di aver diminuito le tasse (sia ben chiaro: quelle che portano introiti nelle casse di Comuni e Regioni), costringendo di fatto gli enti locali  ad aumentare le altre per far fronte ai tagli imposti dal governo, ora fa la voce grossa e, confidando nella scarsa conoscenza dei cittadini su come stanno realmente le cose, offusca con la solita demagogia la realtà e proclama che…  impedirà alle Regioni di imporre muovi oneri fiscali, intimando loro di rinunciare agli sprechi. E con aria di sfida da ducetto annuncia per mercoledì un incontro con i rappresentanti degli enti locali aggiungendo con tono ricattatorio:  “Adesso con le Regioni ci divertiamo, ma sul serio”“Non consentirò alle Regioni di aumentare le imposte ai cittadini, non si può scaricare sempre sugli italiani”. Questa, infatti, è una possibilità che lui riserva solo a se stesso.

Il problema è ora il seguente: sapranno i presidenti Pd delle Regioni, i sindaci, gli esponenti della minoranza Pd tenergli testa, anche tenendo conto delle pesanti osservazioni fatte dai tecnici del Senato (vedi https://www.altroquotidiano.it/i-tecnici-del-senato-il-taglio-della-tasi-previsto-nella-legge-di-stabilita-minaccia-i-bilanci-dei-comuni/)alla legge di stabilità,  o si accontenteranno di mediazioni e mezze concessioni, come è accaduto per la riforma del Senato, trasformatasi in un immondo pasticcio?

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