A RUOTA LIBERA/ Rubrica (n. 199) di LUCIO DE SANCTIS/ Sprint a dicembre del mercato auto…ma non basta – RCA: giovani e preti i più virtuosi – Le multe aumentano (ma ancora troppo poco) – Traffico pesante su autostrade in flessione/

 LUCIO DE SANCTIS-

 

Sprint a dicembre

del mercato auto 

Dopo tre mesi in calo il mercato italiano delle autovetture tenta in dicembre un modesto sprint, che non modifica però il risultato complessivo del 2018. In dicembre le immatricolazioni sono cresciute dell’1,96% sullo stesso mese dell’anno scorso, ma il bilancio dell’intero 2018 chiude a quota 1.910.025 immatricolazioni contro il 1.971.345 del 2017 e quindi con un calo del 3,11%. Quello sul mercato automobilistico è il primo dato sull’economia italiana nell’intero 2018 che viene reso noto e – secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – non è un dato di buon auspicio. Nel 2018 si è interrotta la robusta ripresa della domanda di autovetture dopo il drastico calo che aveva portato le immatricolazioni nel 2013 a quota 1.304.648, cioè al di sotto del 47,7% rispetto al livello ante-crisi (2007). Da questo minimo assoluto, dopo una fase di stabilizzazione nel 2014, è iniziata una robusta ripresa con tassi di crescita del 16% nel 2015 e nel 2016 e dell’8% nel 2017. Nel 2018 il recupero si è interrotto nonostante che fosse ancora ben lontano il livello fisiologico delle immatricolazioni per un Paese che dispone di un parco circolante di autovetture di 39 milioni di unità ed ha quindi una forte domanda di sostituzione.
La battuta d’arresto del 2018 è dovuta a diverse cause: in particolare al fatto che alcune case auto hanno rallentato nella pratica dei chilometri zero, all’introduzione dal 1° settembre del nuovo sistema europeo di omologazione WLTP ed anche, e soprattutto, al progressivo rallentamento dell’economia italiana. La crescita del Pil, che nell’ultimo trimestre del 2016 e nel primo del 2017 aveva fatto registrare incrementi congiunturali dello 0,5%, si è progressivamente ridotta fino a portare ad un calo dello 0,1% nel terzo trimestre dell’anno appena trascorso.
La situazione dell’economia getta un’ombra cupa sulle prospettive del mercato automobilistico italiano. A ciò si aggiunge che anche altri elementi inducono a valutare con grande cautela l’andamento della domanda di automobili nel 2019. Dall’inchiesta congiunturale mensile di dicembre del Centro Studi Promotor emerge che soltanto l’11% degli operatori auto interpellati si attende una crescita della domanda, mentre il 52% ipotizza stabilità e ben il 37% si attende una frenata delle immatricolazioni. Occorre poi considerare l’effetto dei provvedimenti sull’automobile introdotti dal Governo con la Legge di Bilancio recentemente approvata, provvedimenti che prevedono, come è noto, bonus per l’acquisto di vetture ecologiche e penalizzazioni per l’acquisto di altre vetture con emissioni di CO2 medio-alte o alte. Secondo il CSP il saldo tra maggiori acquisti di vetture ecologiche e i minori acquisti di altre vetture dovrebbe essere negativo di 100.000 unità.

Il segno negativo

mancava dal 2013

Secondo Unrae la leggera crescita del mercato a dicembre (+2%) non è bastata. Il segno negativo sul consuntivo mancava dal 2013, quando venivano targate – in confronto a oggi – circa 700mila vetture in meno. Le nuove norme di omologazione Wltp hanno, però, influito negativamente sull’andamento generale del mercato.

*Analizzando per gruppi si registra il primato FCA: 502.707 unità immatricolate nel 2018, -10,4% rispetto alle 560.869 esemplari consegnati l’anno precedente. La holding italo-americana scende di oltre 2 punti percentuali nella quota di mercato, ora intorno al 26,3%. Andamento opposto per Psa che cresce nelle vendite del 33%. La variazione nelle consegne è però influenzata dall’acquisizione del marchio Opel (ex General Motors). Terzo Volkswagen con 271.091 nuove targhe (+7,24%), circa 18mila unità in meno rispetto ai francesi. Seguono Renault (-2,6%) e Ford (-3,4%).

*Quanto ai marchi, Fiat chiude il 2018 al primo posto, ma registra una brusca flessione: 323.342 nuove targhe, quasi un quinto in meno (-19,7%) di quanto immatricolato l’anno precedente. I risultati si riflettono anche sulla quota di mercato, ora poco inferiore al 17% con una contrazione di 3,5 punti percentuali. Seconda Volkswagen: 162.775 unità, una crescita del 12,4% rispetto al 2017. La quota di mercato del marchio di Wolfsburg si attesta all’8,5% (+1,2 punti percentuali). Ford al terzo posto con 129.563 vetture vendute, una flessione del 3,4% rispetto ai 134.124 esemplari consegnati nel 2017. Le auto del marchio di Detroit sono apprezzate dal 6,8% degli italiani. Seguono Renault (-6,4%) e Peugeot (+4%).

*Jeep è il primo marchio premium in Italia – e l’unico del portafoglio Fca a chiudere in positivo – con 84.535 nuove targhe, una crescita del 70,8%. Perdono terreno i tedeschi: nel 2018 Mercedes registra una flessione del 7,1%, in calo anche Audi (-6,5%) e Bmw (-6,2%). Negativo il bilancio di Alfa Romeo-4,9% rispetto al 2017.

*La classifica per modelli vede la Fiat Panda al vertice nella classifica delle auto più apprezzate dagli italiani con 124.260 immatricolazioni. Seguono Renault Clio (51.628), Fiat 500X (49.931), Lancia Ypsilon (48.555) e Jeep Renegade (41.960).

*Dominio SUV: oltre 740mila nuove targhe nel 2018, +21% rispetto ai risultati del 2017. Tra le vetture a guida alta, crescono i modelli compatti (segmento B e C rispettivamente +46% e +20%). In ascesa le taglie più grandi (segmento F) con una variazione positiva del 65%.

*Quanto alle alimentazioni, destino segnato per le vetture diesel? Il bilancio del 2018 parla di ben 138mila unità in meno rispetto al 2017 (-12,3%), volumi in buona parte confluiti nel cumulato delle vetture a benzina (+7,9%). In discesa il Gpl (-3,5%), +14,3% il metano.

*Segno più per le ibride con una variazione del 30%, vale a dire oltre 20mila esemplari in più rispetto al 2017. Le elettriche chiudono con 5mila unità targate (+148,5%) e la loro quota di mercato si attesta intorno allo 0,3%.

RCA: giovani e preti

sono i più virtuosi

Secondo una indagine effettuata da Facile.it, nel 2019 gli automobilisti si vedranno aumentare la propria classe di merito a causa di un sinistro avvenuto nel 2018 saranno quasi 1,2 milioni.

Nello specifico i giovani, soprattutto i neopatentati, sono quelli che hanno assunto un comportamento più virtuoso, visto che solamente il 2,03% di guidatori tra i 18 ed i 20 anni vedrà aumentare la propria classe di merito. Nella classifica dei meno inclini agli incidenti segnaliamo a primo posto gli ecclesiastici seguiti a breve distanza dalle forze armate. Infatti, solo il 2,23% ed il 2,49%, rispettivamente, tra le due categorie, hanno visto crescere la propria classe di merito. Gli automobilisti meno prudenti in assoluto sono i pensionati, tra i quali il 4,46% subirà un aumento delle tariffe RC auto. Di poco distanziati comunque gli impiegati (il 4,26% subirà un aumento delle tariffe e gli insegnanti (il 4,21% avrà una maggiore classe di merito).

A livello territoriale sono rispettivamente la Liguria, il Lazio e le Marche, le regioni meno virtuose, mentre il Molise risulta quella con meno sinistri con colpa.

“Secondo l’indagine commissionata all’istituto di ricerca mUp Research, lo scorso anno l’RC auto è stata una delle voci di spesa che ha inciso di più, almeno psicologicamente, sul bilancio delle famiglie ed è quella sulla quale, anche nel 2019, si cercherà di risparmiare maggiormente”, dice Diego Palano, responsabile Assicurazioni di Facile.it. “La buona notizia è che molti lo hanno già fatto; secondo i risultati dell’indagine, nel 2018 sono oltre 11 milioni di automobilisti che sono riusciti a ridurre la spesa trovando un’offerta migliore”.

Chiaramente, in questo contesto, un passaggio ad un’altra assicurazione potrebbe portare un risparmio, un po’ come avviene per i gestori di telefonia mobile, quindi il consiglio è quello di guardarsi intorno prima dell’ennesimo rinnovo.

Le multe aumentano

ma ancora troppo poco

A proposito di aumenti, le violazioni più frequenti al Codice della Strada e maggiormente oggetto di sanzioni come il classico divieto di sosta ordinario, costeranno si più ma non tantissimo: Insomma non saranno i rincari delle multe a dissuadere gli indisciplinati. Per un divieto di sosta si passa da una multa si 41 a 42 euro; mentre se il traffico e la poca conoscenza della città vi spingessero, inavvertitamente, a transitare sulle corsie riservate ai mezzi pubblici, in caso di verbale la multa passerebbe da 81 ad 83 euro, e sarebbe speculare a quella che ricevereste entrando nella ZTL senza regolare permesso.

Il passaggio con il semaforo rosso passa dai 163 ai 167 euro, e il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza impone il pagamento di una sanzione di 83 euro rispetto ai precedenti 81 euro. Più salato l’incremento della multa per chi utilizza il telefono senza connetterlo alla vettura tramite bluetooth o senza gli auricolari, che passa da 161 a 165 euro ma comunque sempre poco rispetto ai rischi che si corrono e si fanno correre agli alri utenti della strada, pedoni compresi

In caso di superamento dei limiti di velocità di oltre 10 km/h ma non oltre i 40 km/h, la sanzione passa da 169 a 173 euro, ma l’omessa comunicazione dei dati del conducente sale da 286 euro a 292 euro. Viaggiare con la polizza assicurativa scaduta oltre 30 giorni invece potrebbe comportare una multa salatissima, che dai precedenti 849 euro passa agli attuali 868 euro, mentre non è da meno l’aumento riservato a chi transita ad oltre 60 km/h rispetto al limite di velocità imposto, in questo caso dagli 829 euro del 2018 si passa agli 847 euro del 2019.

Inoltre, in tema con la stagione attuale, circolare fuori dai centri abitati senza le dotazioni invernali previste dal Codice della Strada in questi mesi di freddo intenso, potrebbe generare una sanzione di 87 euro, 2 euro in più in confronto a quella dello scorso anno.

Diminuito il traffico

pesante in autostrada

Il traffico di veicoli pesanti in autostrada a settembre 2018 è diminuito dell’1,2% rispetto allo stesso mese del 2017. Si tratta di un dato in controtendenza rispetto all’aumento fatto registrare nel mese di agosto. Considerando i primi nove mesi del 2018 il traffico di veicoli pesanti in autostrada è cresciuto del 2,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in virtù degli aumenti fatti registrare nei mesi precedenti a settembre. I dati sull’andamento del traffico in autostrada sono elaborati da Aiscat (Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori) e sono resi noti dal Centro Ricerche Continental Autocarro.
“Per le aziende di trasporto è particolarmente importante – sottolinea Enrico Moncada, responsabile della Business Unit Truck Replacement di Continental Italia – poter usufruire di un servizio di assistenza che le segua durante tutto il percorso compiuto dai loro mezzi e che possa garantire ai mezzi in circolazione la massima operatività, minimizzando i fermi tecnici per guasti o imprevisti. Continental conosce bene le esigenze delle aziende di trasporto e per questo ha sviluppato il programma Conti360°, che include una gamma completa di prodotti e servizi che possono aiutarle a rendere più efficiente la propria attività.

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