A RUOTA LIBERA/ Rubrica (n. 119) di LUCIO DE SANCTIS

DI LUCIO DE SANCTIS

Consumi diminuiti più del traffico – In Italia dal 2007 al 2015 i consumi di carburanti e il traffico sono molto diminuiti, ma il calo dei consumi di è stato di gran lunga maggiore rispetto a quello del traffico. Come emerge da una elaborazione dell’Osservatorio Autopromotec sulla banca dati del Centro Studi Promotor, fatto 100 il dato del 2007, i consumi di benzina e gasolio per autotrazione nel 2015 si sono attestati a quota 81,1 (-18,9%), mentre il traffico nel 2015 si è attestato a quota 94,7 (-5,3%). Tra i cali fatti registrare da consumi di carburanti e traffico la differenza è quantificabile in 13,6 punti percentuali di maggior calo per i consumi.

Secondo l’Osservatorio Autopromotec, vi è una ragione precisa per questa differenza e risiede nel fatto che negli ultimi anni le case automobilistiche, con l’obiettivo di ridurre le emissioni, hanno investito molto nell’innovazione tecnologica introducendo sul mercato auto sempre più efficienti, con una marcata riduzione dei consumi (e di conseguenza delle emissioni inquinanti e, ovviamente, anche dei costi di esercizio).

La ricerca di maggiore efficienza nei consumi di carburante e del rispetto della sostenibilità ambientale è un tema che coinvolge non solo le case automobilistiche. Infatti sulla riduzione dei consumi e delle emissioni incide in maniera significativa anche lo stato di efficienza del veicolo. Mantenerlo su standard ottimali è compito dell’aftermarket automobilistico, che oggi dispone di strumentazioni e servizi di assistenza sempre più complessi e tecnologicamente all’avanguardia.

Prezzi alla pompa in souplesse – Sembra essersi esaurita la spinta all’aumento dei prezzi alla pompa di benzina e gasolio auto innescata dalla decisione presa dai Paesi dell’Opec a fine novembre, di tagliare la produzione di greggio per farne aumentare il prezzo. L’aumento delle estrazioni degli Stati Uniti e il ritorno sul mercato del greggio libico stanno infatti facendo da calmiere. Il confronto dei prezzi medi ponderati del primo bimestre del 2017 con i valori dello stesso periodo del 2016 è comunque ancora influenzato dai rincari che hanno interessato gli ultimi mesi del 2016 e i primi del 2017. In particolare, il prezzo medio ponderato per la benzina nel primo bimestre 2017 è superiore dell’11,14% al valore corrispondente per il periodo gennaio-febbraio del 2016, mentre per il gasolio la crescita è del 15,62%.

Questa situazione spiega come il bilancio dei primi due mesi del 2017 si chiuda con un calo dei consumi del 2,1%, ma con un aumento della spesa dell’11,8%. Dalla elaborazione condotta dal Centro Studi Promotor sulla sua banca dati sui consumi e la spesa per i carburanti auto emerge infatti che l’esborso degli italiani alla pompa è passato dai 7,301 miliardi del gennaio-febbraio del 2016 agli 8,165 miliardi dello stesso periodo del 2017 con un aggravio per le famiglie e le imprese di trasporto italiane di 864 milioni. Dalla stessa fonte emerge, che quest’incremento è stato determinato da una crescita di 72 milioni del gettito fiscale che è passato dai 5,067 miliardi dei primi due mesi del 2016 ai 5,139 miliardi del gennaio-febbraio scorso (+1,4%). Per la componente industriale l’incremento è invece molto più consistente, in quanto si è passati dai 2,234 miliardi del primi due mesi del 2016 ai 3,026 dei primi due mesi del 2017 con un incremento di 791 milioni (+35,4%).

Il mercato GPL va rilanciato – L’Assemblea di Assogasliquidi, l’associazione di Federchimica che rappresenta le imprese del comparto distribuzione gas liquefatti (GPL e GNL) per uso combustione e autotrazione, ha presentato i dati del settore relativi al 2016 e discusso degli scenari futuri. Il fabbisogno di GPL nel 2016 è stato pari a 3,3 milioni di tonnellate, di cui 1,7 milioni a uso combustione e 1,6 a uso autotrazione, in crescita del 2,4% rispetto ai consumi registrati nel 2015, con un tasso di incremento uguale sia per il GPL uso combustione, sia per quello uso autotrazione.

Nel 2016 la produzione di GPL si è attestata a 1,8 milioni di tonnellate lorde (comprensive dei consumi di raffineria), l’importazione ha registrato circa 2,4 milioni di tonnellate – trasportato per l’81% via nave, per il 10% vie ferrovia e per il 9% via terra – e l’esportazione poco più di 300mila tonnellate.

In calo le conversioni di GPL per uso autotrazione (-2% sul 2015).

Quanto alle immatricolazioni, esse hanno fatto registrare un calo del 19,4% rispetto al 2015, ma nel quarto trimestre del 2016 la riduzione della domanda ha iniziato a rallentare e nei primi due mesi del 2017 è cresciuta in maniera significativa (+26,6), grazie al lancio di nuovi modelli di auto euro 6, accompagnate dalla diffusione di apposite campagne promozionali.

“I dati ci dicono che il mercato del GPL richiede misure strutturali di rilancio e consolidamento della domanda: è necessario fare di più – ha commentato il presidente di Assogasliquidi, Francesco Franchi – come ad esempio scegliere fonti ambientalmente compatibili e soprattutto già disponibili. Ciò andrebbe a tutto vantaggio della collettività, sia in termini ambientali, che sanitari ed economici, visto che anche quest’anno si è ripetuta, in diverse città italiane, l’emergenza smog”.

Ecogas, il punto sul circolante – “Nel futuro della mobilità sostenibile ci sono un mix di azioni volte a ridurre le necessità di trasporto, orientare la mobilità verso modalità di trasporto più efficienti e sostenibili, migliorare l’efficienza e la sostenibilità dei mezzi di trasporto. Sono gli indirizzi raccomandati dagli stakeholder del Tavolo sulla Mobilità Sostenibile istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’elaborazione di una Road Map, al quale abbiamo partecipato nei mesi scorsi.” Lo ha dichiarato Alessandro Tramontano, Presidente del Consorzio Ecogas, organismo rappresentativo del settore del GPL e del metano per autotrazione.

“Tra le raccomandazioni ai decisori politici messe a punto durante i lavori, durati mesi e coordinati dall’RSE del gruppo GSE – ha proseguito Tramontano – anche quelle volte a favorire la crescita della mobilità a gas per il trasporto individuale e l’adozione di combustibili alternativi per il trasporto merci e collettivo”.

Si parla di numeri importanti. Al 31 dicembre 2015 (dati Aci) sono quasi 11 milioni le autovetture a benzina da Euro 3 in su, che potrebbero beneficiare dei vantaggi ambientali consentiti dal passaggio al GPL e al metano. Di queste, ben 8 milioni sono Euro 3 ed Euro 4.

GPL e metano, ricorda il Consorzio Ecogas, sono arrivati, al 31 dicembre 2015, a quota 8,1% sul totale circolante autovetture (dati Aci) contro il 7,76 del 2014: 2.137.078 le vetture a GPL, 883.190 quelle a metano – oltre 3 milioni di mezzi, comprendendo sia le auto di primo impianto, sia quelle trasformare in officina – su un totale Italia di 37.351.233 unità. Alle autovetture si aggiungono gli autocarri merci, 38.900 a GPL e 80.074 a metano, gli autobus, rispettivamente 358 e 4.007, gli autoveicoli speciali/specifici, 6.523 a GPL e 3.638 a metano e infine alcune centinaia – circa 800 unità – di motocarri, quadricicli e motocicli.

L’ibrido vincerà contro il diesel – Dal 2020, anche sotto la spinta delle normative europee e degli stringenti target di emissioni di CO2, i motori diesel perderanno quote di mercato in tutta Europa a vantaggio delle vetture ibride. Entro il 2030, quando i veicoli diesel rappresenteranno solo una quota residuale del 9%, il mercato automotive si sposterà verso le soluzioni elettriche che raggiungeranno il 20% del totale immatricolazioni, anche in virtù della riduzione dei costi delle batterie. Lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica è oggi in netto ritardo e per supportare questo processo di evoluzione e riduzione delle emissioni saranno necessari, nei prossimi 15 anni, investimenti per 3.700 miliardi di euro. Sono questi i principali trend che emergono dall’analisi condotta, a livello europeo, dalla società globale di consulenza aziendale AlixPartners dal titolo “Emissioni: sempre più vicina l’Era dell’ibrido e dell’elettrico”.

Secondo lo studio, le emissioni di ossidi di azoto dei veicoli si sono ridotte del 40% nel passaggio dalle vetture Euro 3 a quelle Euro 6, ma nell’uso su strada i veicoli diesel ancora oggi emettono ossidi di azoto 5-7 volte superiori ai limiti di legge e dalle 3 alle 7 volte superiori rispetto ai dati di omologazione. Inoltre, per raggiungere i target di CO2 previsti per il 2021, i costruttori dovranno più che raddoppiare il tasso annuale di riduzione delle emissioni su strada.

Lo studio di AlixPartners stima che nei prossimi 15 anni le auto elettrificate domineranno i propulsori convenzionali. A partire dal 2020 si ridurrà il divario tra le vetture ibride e quelle con alimentazioni “tradizionali” e le auto elettriche di piccole dimensioni diventeranno sempre più convenienti. Con l’inizio del nuovo decennio i veicoli ibridi conquisteranno un’ampia quota di mercato, soprattutto se il loro TCO (Total Cost of Ownership) si avvicinerà al livello dei diesel. Nei cinque anni successivi le auto ibride consolideranno ulteriormente la propria presenza sul mercato, l’elettrico inizierà a diffondersi maggiormente, se sostenuto da sovvenzioni pubbliche, mentre le auto diesel verranno gradualmente sostituite in quanto dopo il 2030 non saranno più convenienti per costi ed emissioni

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