di FRANCESCO MARIA PROVENZANO –
Martedì 2 aprile l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 16:00 e in apertura di seduta hanno preso la parola sulla situazione in Venezuela i senatori Casini (Aut), Garavini (PD), La Russa (FdI), Craxi (FI). L’Assemblea con 168 voti favorevoli, 48 contrari e 43 astensioni, ha approvato definitivamente il ddl n. 925, inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell’ergastolo.
Il relatore, Ostellari (L-SP), ha illustrato il testo che si compone di 5 articoli e prevede che non è ammesso il rito abbreviato per i delitti puniti con la pena dell’ergastolo. Se, a seguito di contestazioni del pubblico ministero, si procede per delitti puniti con l’ergastolo, il giudice revoca l’ordinanza con cui era stato disposto il giudizio abbreviato. Se, all’esito dell’udienza preliminare, l’imputazione rende ammissibile il giudizio abbreviato, l’imputato può chiederlo entro 15 giorni. Le disposizioni si applicano ai fatti commessi successivamente alla data di entrata in vigore. Il ddl – ha affermato il relatore – non incide sulle garanzie e sui diritti della difesa, la sua finalità è quella di evitare l’accesso a sconti di pena a chi si è macchiato di reati quali omicidio volontario aggravato, violenza aggravata, devastazione e strage, sequestro di persona.
Alla discussione generale hanno partecipato i senatori Dal Mas, Fiammetta Modena, Aimi (FI); Pillon (L-SP); Grasso (Misto-LeU); Valeria Valente (PD); Pepe (M5S). FI e PD hanno espresso perplessità sul testo, segnalando i rischi di allungamento dei tempi del processo e di decorrenza dei termini. Secondo LeU, invece, il testo corregge una stortura: il rito abbreviato non può rispondere esclusivamente a intenti deflattivi e deve essere restituito alla sua finalità originaria. In replica il sottosegretario per la Giustizia, Morrone, ha respinto l’accusa di populismo giudiziario: il provvedimento risponde a principi di giustizia e buon senso, destando sconcerto l’applicazione di sensibili riduzioni di pena per delitti che provocano grave allarme sociale.
Respinti gli emendamenti, hanno svolto dichiarazione di voto favorevole i senatori Julia Unterberger (Aut), Grasso (Misto-LeU), Balboni (FdI), Emanuele Pellegrini (L-SP), Giarrusso (M5S). Il senatore Cucca (PD) ha annunciato voto contrario, Caliendo (FI) ha annunciato l’astensione.
L’Assemblea ha poi avviato l’esame del ddl n. 844, Disposizioni in materia di azione di classe (“class action”), già approvato dalla Camera dei deputati. I relatori, Girotto (M5S) e Pepe (L-SP), hanno illustrato il provvedimento che trasferisce la disciplina dell’azione di classe dal codice di consumo al codice di procedura civile al fine di potenziarne la portata e l’ambito di applicazione soggettivo e oggettivo. La prima novità riguarda l’estensione generalizzata della legittimazione ad agire a tutti i soggetti che avanzino pretese risarcitorie rispetto a condotte lesive. La seconda novità riguarda l’ampliamento degli strumenti di tutela con l’introduzione dell’azione inibitoria collettiva. Il ddl, inoltre, prevede nuove modalità di adesione all’azione e introduce la disciplina degli accordi transattivi tra le parti.
Alla discussione generale hanno preso parte Anna Rossomando (PD); Parli, Malan, Maria Alessandra Gallone, Caliendo (FI); Agnese Gallicchio (M5S). Pur ispirato a un giusto principio, il provvedimento, secondo FI, è privo di equilibrio, tende a essere punitivo nei confronti delle imprese e non contempla un’azione collettiva nei confronti della pubblica amministrazione. L’esame del ddl proseguirà domani. La seduta è terminata alle ore 20:30.
Mercoledì 3 aprile l’Aula ha aperto i lavori alle ore 9:30 e l’Assemblea con 206 voti a favore, un contrario, mentre 44 senatori si sono astenuti, ha approvato definitivamente il ddl n. 844, Disposizioni in materia di azione di classe. Oggi, in sede di replica, i relatori hanno evidenziato che l’introduzione dell’azione collettiva nel codice di consumo, nel 2005, non ha funzionato: la procedura si è rivelata farraginosa, lenta, costosa, poco efficace. Di qui la decisione di trasporre l’istituto nel codice di procedura civile, di eliminare il riferimento ai consumatori e di estendere la titolarità dell’azione e l’ambito applicativo. Il testo è equilibrato, il vaglio di ammissibilità del giudice bloccherà le azioni pretestuose e infondate e il procedimento, regolato dal rito sommario di cognizione, offrirà maggiori garanzie anche ai destinatari dell’azione collettiva. Hanno svolto dichiarazione di voto favorevole Julia Unterberger (Aut), Loredana De Petris (Misto-LeU), Stancanelli (FdI), Bellanova (PD), Briziartelli (L-SP), Riccardi (M5S). La senatrice Gallone (FI) ha dichiarato l’astensione, giudicando il provvedimento sbilanciato a favore dei consumatori; Quagliarello (FI) ha annunciato voto contrario.
A conclusione dell’esame di mozioni sull’autismo l’Assemblea ha approvato all’unanimità un ordine del giorno unitario. La senatrice Rizzotti (FI) ha illustrato la mozione n. 42, volta a deliberare l’istituzione di una Commissione speciale per le questioni concernenti l’autismo e altre disabilità. Il senatore Sileri (M5S) ha illustrato la mozione n. 83 che impegna il Governo ad attivarsi per l’istituzione di una rete scientifica ed epidemiologica al fine di promuovere studi e ricerche; ad assicurare che il sistema informativo dell’età evolutiva fornisca stime affidabili sui disturbi dello spettro autistico; a definire un sistema di valutazione per il miglioramento della qualità degli interventi assistenziali; a perfezionare entro un anno, tramite l’Istituto superiore di sanità, l’elaborazione di linee guida sul trattamento dei disturbi dello spettro autistico. La senatrice Binetti (FI) ha illustrato la mozione n. 98 che impegna il Governo a promuovere la ricerca nel campo delle patologie del neuro-sviluppo, a garantire la diffusione di campagne informative; a garantire la piena attuazione della legge n. 134 del 2015; a incrementare il fondo per la cura dell’autismo; a potenziare i servizi di neuropsichiatria infantile e dei dipartimenti di salute mentale; a supportare il mondo associativo e del volontariato; a promuovere progetti per l’inserimento lavorativo dei soggetti adulti con disturbi dello spettro autistico. La senatrice Boldrini (PD) ha illustrato la mozione n. 106 volta a istituire una Commissione speciale per le questioni concernenti l’autismo e altre disabilità.
Al termine della discussione generale, alla quale hanno partecipato Annamaria Parente, Vanna Iori (PD), Mautone, Di Marzio (M5S), Rufa (L-SP), Donatella Conzatti (FI), le mozioni sono state ritirate e il loro contenuti sono confluiti in un ordine del giorno unitario G1 al quale hanno dichiarato voto favorevole Laniece (Aut), Loredana De Petris (Misto-LeU), Caterina Bini (PD), Balboni (FdI), Sonia Fregolent (L-SP), Gabriella Giammanco (FI), Maria Domenica Castellone (M5S).
Con votazione a scrutinio segreto, l’Assemblea ha eletto componenti effettivi della Commissione per la vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti i senatori Bagnai, Giuliani, Ferrero e Turco, e componenti supplenti i senatori Mollame, Pazzaglini, Presutto e Grimani.
A conclusione dell’esame di mozioni sulle riserve auree della Banca d’Italia, l’Assemblea ha approvato la mozione di maggioranza che impegna il Governo ad adottare le opportune iniziative al fine di definire l’assetto delle proprietà delle riserve auree detenute dalla Banca d’Italia nel rispetto della normativa europea; ad adottare le iniziative opportune al fine di acquisire, anche attraverso la Banca d’Italia, le notizie relative alla consistenza e allo stato di conservazione delle riserve auree ancora detenute all’estero e le modalità per l’eventuale rimpatrio, oltre che le relative tempistiche. Le altre mozioni sono state respinte. Zaffini (FdI) ha illustrato la mozione n. 77 che impegna il Governo a valutare la tempestiva adozione di un atto normativo per ribadire esplicitamente che le riserve auree sono di proprietà dello Stato italiano e non della Banca d’Italia; ad adottare iniziative affinché le riserve eventualmente detenute all’estero siano fatte rientrare nel territorio nazionale. Misiani (PD) ha illustrato la mozione n. 100 che impegna il Governo a confermare la piena autonomia della Banca d’Italia nella detenzione e gestione delle riserve ufficiali, nel rispetto del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea; ad adoperarsi per il rinnovo dell’accordo internazionale CGBA per il coordinamento delle banche centrali con l’obiettivo di garantire la stabilità del mercato dell’oro e dei mercati finanziari; ad escludere l’adozione di qualsiasi intervento volto a ridurre la disponibilità di risorse auree detenute dalla Banca d’Italia per ridurre il debito pubblico, il deficit o per sostenere altri interventi. Pichetto Fratin (FI) ha illustrato la mozione n. 107, che impegna il Governo ad assumere ogni opportuna iniziativa volta a dare chiarezza interpretativa riguardo alla permanenza pubblica della proprietà delle riserve auree; ad escludere ogni ipotesi di vendita o cessione delle riserve auree, tantomeno ove il ricavato fosse destinato al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato o fosse utilizzato per la disattivazione delle clausole di salvaguardia su IVA e accise.
Alla discussione hanno preso parte Isabella Rauti (FdI); Martelli (Misto); Comincini (PD); Anna Cinzia Bonfrisco (L-SP); Perosino (FI); Laura Bottici (M5S). Il sottosegretario per l’Economia e le Finanze, Villarosa, ha espresso parere favorevole sulla mozione n. 104 di maggioranza e contrario sulle altre. Hanno dichiarato voto favorevole alla mozione n. 104 i Bagnai (L-SP) e Lannutti (M5S). Hanno dichiarato voto contrario Monti (Misto), Loredana De Petris (Misto-LeU), Fazzolari (FdI), D’Alfonso (PD), Damiani (FI) e Casini (Aut). La seduta è terminata alle ore 19:45.
Giovedì 04 l’Aula ha iniziato i lavori alle ore 10 e in apertura di seduta la presidente Elisabetta Casellati ha ricordato le vittime del terremoto che il 6 aprile 2009 colpì L’Aquila e il centro Italia e, prima di invitare l’Assemblea a un minuto di raccoglimento, ha auspicato che le politiche pubbliche siano ispirate al principio di sicurezza del territorio e dell’ambiente. Poi sono state svolte le seguenti interrogazioni. Il sottosegretario per l’Interno Molteni ha risposto all’interrogazione n. 634 del senatore Cangini (FI) sull’immobile da destinare a nuova sede della questura di Pesaro. L’interrogante ha preso atto della scelta del comune di Pesaro, pur ritenendo che sarebbe stato preferibile utilizzare un altro terreno e restituire alla città l’immobile ex Intendenza di Finanza.
Lo stesso sottosegretario Molteni ha risposto all’interrogazione n. 276 del sen. Quarto (M5S) sull’istituzione dell’archivio di Stato della provincia di Barletta-Andria-Trani. L’interrogante si è dichiarato molto soddisfatto. Il sottosegretario per le Infrastrutture e i trasporti Dell’Orco ha risposto all’interrogazione n. 217 del senatore Parrini (PD) sulla situazione degli uffici della motorizzazione civile di Firenze e Prato. L’interrogante ha espresso apprezzamento per le iniziative in corso ma ritiene che le assunzioni programmate siano insufficienti. Il sottosegretario degli Affari Esteri Picchi ha risposto congiuntamente alle interrogazioni nn. 690, della senatrice Cirinnà (PD) e altri, e 707 del senatore Vescovi (L-SP) e altri, sulla condanna dell’avvocato iraniano Nasrin Sotoudeh. Cirinnà in replica ha sollecitato un’iniziativa più forte a tutela dei diritti umani.
L’Aula si è riunita alle ore 15:00 in cui si è svolto il question time con interrogazioni a risposte immediate rivolte al ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio. In riferimento all’interrogazione n. 753 del senatore Pianasso e altri (L-SP) sulle prospettive degli stabilimenti italiani del gruppo Mahle, ad oggi non risulta esservi alcuna richiesta di trattamento CIGS per la sede di Saluzzo-Cuneo. Resta ferma la disponibilità del MISE ad avviare un tavolo di confronto con le parti interessate. Sotto il profilo più generale degli interventi a sostegno delle imprese in Piemonte, il MISE, la Regione Piemonte e Invitalia S.p.a. hanno sottoscritto a luglio scorso un accordo di programma per sostenere programmi di investimento nelle aree di crisi industriale non complessa del Piemonte.
In risposta all’interrogazione n. 752 del senatore Romagnoli (M5S) e altri sulla tutela delle aziende storiche italiane e dei loro marchi, il ministro Di Maio ha evidenziato che il decreto dignità ha posto un freno alle delocalizzazioni delle imprese che abbiano ottenuto aiuti di Stato per effettuare investimenti. Con una misura contenuta nel decreto crescita di prossima approvazione si introdurrà nell’ordinamento la definizione di marchio storico di interesse nazionale, e sarà fatto un apposito logo per valorizzare le imprese titolari del marchio. È stata altresì prevista l’istituzione del Fondo per la tutela dei marchi storici di interesse nazionale.
Il ministro ha quindi risposto all’interrogazione n. 754 della senatrice Bellanova (PD) e altri sulla soluzione delle attuali crisi occupazionali e sul sostegno alla riconversione industriale: le stime OCSE non tengono conto delle misure che il Governo sta portando avanti. Il MISE interloquisce costantemente con le imprese in crisi per garantire una rapida e positiva soluzione delle varie problematiche, la continuità produttiva e la salvaguardia dei lavoratori. In tema di ammortizzatori sociali, è appena stato firmato un decreto con cui sono stati assegnati alle Regioni 117 milioni di euro per il 2019 per le aree di crisi complessa. Replicando all’interrogazione n. 755 dei senatori Urso e Ciriani (FdI) sulle misure idonee a sostenere la crescita economica, il ministro ha ribadito, tra le misure di prossima approvazione, norme volte a favorire le imprese e i professionisti (il super-ammortamento, l’ulteriore deducibilità dell’IMU sui capannoni industriali; la riduzione dell’IRES); interventi per il rilancio degli investimenti privati, con il sostegno a misure di crowdfunding e social lending; interventi di incentivazione alla capitalizzazione delle imprese; misure nel settore energetico. Infine, il ministro ha risposto all’interrogazione n. 756, illustrata dal senatore Pichetto Fratin (FI-BP), sulle misure di agevolazione allo sviluppo e di sostegno alle famiglie: in un momento di difficoltà come quello che sta attraversando l’Europa, è intenzione del Governo prevedere nel DEF un apposito capitolo dedicato alla famiglia. Il Governo sta lavorando per incrementare di 100 milioni di euro il Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa per le giovani coppie. Potranno poi essere previsti sconti per le necessità quotidiane di ogni famiglia (sui pannolini e sulle spese per la baby sitter) nonché un coefficiente familiare che abbatte l’Irpef a seconda dei figli a carico. La seduta è terminata alle ore 16.
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