7GIORNI IN SENATO/ Esordio con la conversione in legge del decreto Alitalia e i “botta e risposta” sul tramontato governo Cottarelli

di FRANCESCO MARIA PROVENZANO – 

Martedì 29 maggio – L’Assemblea ha avviato l’esame del ddl n. 297: conversione in legge del decreto-legge 27 aprile 2018, n. 38, recante misure urgenti per assicurare il completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali facenti capo ad Alitalia S.p.A. Il relatore, senatore Turco (M5S), ha illustrato i due articoli del decreto che differisce al 31 ottobre 2018 il termine per l’espletamento della procedura di cessione, proroga fino al 15 dicembre 2018 la durata del finanziamento, pari a complessivi 900 milioni di euro, sopprime la disposizione che prevedeva la restituzione del finanziamento entro il termine dell’esercizio. Il relatore ha ricordato che il commissariamento di Alitalia nel 2017 è scaturito dal fallimento di una strategia che ha privilegiato le tratte di breve raggio, esposte alla concorrenza crescente delle compagnie low cost. In apertura di seduta si è svolto un dibattito sul mancato varo (appena pochi giorni fa) del Governo Conte, basato sul contratto tra M5S e Lega. Il capogruppo di M5S, Toninelli, ha evidenziato che il veto del Presidente della Repubblica sul nome del Ministro dell’Economia, per idee politiche approvate dalla maggioranza degli italiani, rappresenta un fatto senza precedenti. Avallando il principio secondo cui sulla politica italiana decidono Bruxelles e Berlino, è stata impedita la nascita di un Governo con un preciso programma e una maggioranza solida e, con l’incarico a Cottarelli, si sta dando vita a un governo fantasma, privo di identità, di temi e di sostegno parlamentare. Anche la senatrice Rauti (FdI) ha sottolineato che l’affermazione del commissario europeo al bilancio (secondo cui “i mercati insegneranno agli italiani a votare”) è un attacco alla sovranità nazionale e alla democrazia. Una crisi politica si è trasformata in una crisi istituzionale e non si comprende per quale motivo all’indomani delle elezioni non sia stato conferito alla coalizione di centrodestra l’incarico di formare il Governo. Secondo Casini (Aut) nessuna forza politica ha vinto le elezioni, alle quali la Lega si è presentata nell’alleanza di centrodestra, e il leader della Lega si è preso gioco del leader di M5S. Il Governo Cottarelli non è un esproprio ma un Esecutivo per portare alle elezioni. Grasso, capogruppo di Liberi e Uguali, ha espresso affetto e solidarietà al Capo dello Stato e ha invitato M5S a fare un passo indietro. Ha affermato infine che programmi elettorali irrealizzabili possono mettere a rischio la stabilità, la tenuta del risparmio e del credito. Secondo il capogruppo del PD, Marcucci, la crisi politica è la conseguenza di malintesi, non detti, false promesse elettorali; in particolare il leader della Lega avrebbe puntato fin dall’inizio a far fallire la nascita del Governo. Centinaio (Lega) ha ribadito che la Lega ha agito responsabilmente nell’interesse del paese per restituire speranza e fiducia ai cittadini. Dopo le elezioni, la Lega ha chiesto senza esito l’incarico per formare un Governo di centrodestra; M5S ha provato ad aprire un dialogo con il PD, che però dopo settimane ha rifiutato di trattare; la Lega e M5S hanno quindi lavorato generosamente e faticosamente ad un programma equilibrato che aveva punti cardine nel rilancio dell’economia e nella tutela della sicurezza. Le riserve espresse sulla persona designata a Ministro dell’Economia riguardavano anche il programma, che non contempla l’uscita dall’euro ma una politica internazionale dell’Italia da protagonista. La capogruppo di FI, Bernini, si è rammaricata del mancato conferimento al centrodestra dell’incarico di formare il Governo dopo il 4 marzo e ha ricordato che la delicatezza del momento richiederebbe un Esecutivo autorevole. La seduta è terminata alle ore 20.

Mercoledì 30 – L’Assemblea si è riunita alle 11,30 e, con 264 voti a favore, 14 astensioni e nessun voto contrario, ha approvato con modifiche il ddl n. 297 “conversione in legge del decreto-legge 27 aprile 2018, n. 38, recante misure urgenti per assicurare il completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali facenti capo ad Alitalia S.p.A”.

Il testo passa quindi alla Camera. Composto di due articoli, il decreto differisce al 31 ottobre 2018 il termine per l’espletamento della procedura di cessione e proroga fino al 15 dicembre 2018 la durata del finanziamento, pari a complessivi 900 milioni di euro, sopprimendo la disposizione che ne prevedeva la restituzione entro il termine dell’esercizio. In replica il relatore, senatore Turco (M5S), ha ricordato che l’indagine conoscitiva svolta in Commissione ha evidenziato le criticità delle precedenti gestioni e i limiti delle attuali offerte. Il conto economico dell’amministrazione straordinaria si chiude con una perdita di 160 milioni e il saldo di cassa è insufficiente a garantire il rimborso del prestito e degli interessi; il tempo per scongiurare il fallimento è stretto; occorre scegliere adeguatamente gli acquirenti in modo da non disperdere un asset strategico, cercare nuovi investitori per riconquistare tratte di lungo raggio, elaborare un piano industriale e disporre di un management professionale e privo di conflitti di interessi.

Sono stati approvati gli emendamenti 1.1 (testo 2)/100 del senatore Cioffi (M5S) e 1.1 (testo 2) della Commissione: prevedono che i commissari di Alitalia trasmettano alle Camere una relazione concernente la situazione economica e finanziaria, con dati riferiti a contratti di fornitura, andamento dei crediti commerciali, consistenza della forza lavoro, raggiungimento degli obiettivi previsti nel programma di cessione. Sono stati approvati inoltre gli ordini del giorno della Commissione che riguardano il rilancio della politica industriale nel trasporto aereo; la continuità operativa di Alitalia nel lungo periodo; la costruzione di una partnership internazionale adeguata; la definizione di un quadro normativo puntuale sul comitato di sorveglianza, i criteri di nomina e remunerazione del commissario, la procedura pubblica per le consulenze; il riacquisto dei diritti di approdo e decollo relativi all’aeroporto di Londra, la ridefinizione del piano nazionale degli aeroporti.

Con diversi accenti hanno svolto dichiarazione di voto finale a favore del provvedimento i senatori Steger (Aut), Loredana De Petris (Misto-LeU), Margiotta (PD), Erica Rivolta (Lega), Pichetto Fratin (FI) e Cioffi (M5S). Il senatore Urso (FdI) ha espresso una posizione più critica e il suo Gruppo si è astenuto. La seduta è ripresa alle ore 16, e l’Assemblea ha approvato definitivamente, con 256 voti favorevoli e 14 contrari, il ddl n. 349 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 aprile 2018, n. 30, recante misure urgenti per assicurare la continuità delle funzioni dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA), già approvato dalla Camera dei deputati. Il relatore Cioffi (M5S), dopo aver ricordato le competenze dell’Autorità, ha illustrato il provvedimento che, composto di due articoli, è stato modificato dalla Camera, prevedendo che la proroga della durata in carica dei componenti di ARERA sia limitata ad atti di ordinaria amministrazione, indifferibili e urgenti, non vada oltre 90 giorni dal giuramento del nuovo Governo e, in ogni caso, oltre il 30 settembre 2018. E’ stato, inoltre, aggiunto un comma in base al quale l’ARERA trasmette alle Camere una relazione sugli atti adottati nel periodo di riferimento, illustrando presupposti e motivazioni.

Alla discussione generale hanno partecipato i senatori Ferrazzi, Astorre (PD); Steger (Aut); Perosino, Fantetti (FI); La Pietra (FdI); Briziarelli (Lega) e Lucidi (M5S). Sono stati approvati due ordini del giorno della Commissione che impegnano il Governo a valutare l’opportunità di rivedere i compiti di regolazione e controllo di ARERA per armonizzare il settore dei rifiuti, tenendo conto delle competenze degli enti locali; e a valutare l’opportunità di individuare strumenti alternativi per la sostenibilità economica della gestione del servizio idrico integrato, volti a evitare che i cittadini virtuosi sopportino i costi provenienti dalle utenze morose.

Hanno svolto dichiarazione di voto finale favorevole i senatori Durnwalder (Aut), Loredana De Petris (Misto LeU), Pittella (PD); Vallardi (Lega), Paroli (FI), Girotto (M5S). Quest’ultimo ha precisato che l’indirizzo di politica energetica spetta al Parlamento e non all’autorità di regolazione. Urso (FdI) ha annunciato voto contrario, ritenendo che la proroga abbia valenza politica e non tecnica.

Il Senato sarà convocato a domicilio. I partiti, che avevano imboccato un percorso irto di ostacoli rischiando di trascinare le istituzioni elettive in un caos, hanno trovato in serata – come riferiamo ampiamente in altri articoli – con il presidente della Repubblica una via di uscita alla crisi e alla formazione del Governo presieduto dal professore Giovanni Conte, che potrà contare in entrambe le Camere su una maggioranza M5s-Lega.

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