7GIORNI IN SENATO/ Tumori femminili, fake news, milleproroghe e direttiva Bolkestein. Una commissione senza presidente

di FRANCESCO MARIA PROVENZANO

Lunedì 13 febbraio niente Aula, perché alle ore 11 di martedi in Aula, è prevista la discussione di mozioni sui tumori femminili.

Martedì 14 sono state approvate, in testi riformulati, le mozioni delle senatrici Rizzotti (FI-PdL) Dirindin (PD) e Gambaro (ALA) e quelle dei senatori D’Ambrosio Lettieri (Cor) e Gaetti (M5S) sui tumori femminili. Alla discussione hanno partecipato le senatrici Fucksia (Misto), Anitori (AP) e Padua (PD), le quali hanno ricordato che ogni anno 46.000 donne si ammalano di tumore al seno, che costituisce la prima causa di mortalità per tumore nella popolazione femminile; i fattori di rischio della patologia, che aumentano con l’età, sono riproduttivi, ormonali, dietetici e metabolici. Il sottosegretario per la Salute, Faraone, ha espresso parere favorevole su tutte le mozioni, a condizione che diversi impegni siano riformulati con l’introduzione della formula “a valutare l’opportunità di”. Hanno svolto dichiarazione di voto D’Ambrosio Lettieri (CoR), Silvana Comaroli (LN), Mazzoni (ALA), Alessia Petraglia (SI-Sel), Aiello (AP), Gaetti (M5S), Maria Rizzotti (FI-PdL), Emilia Grazia De Biasi (PD).

All’uscita dall’Aula nel Salone Garibaldi incontro la senatrice Adele Gambaro di ( ALA), la quale ha presentato il ddl contro le ‘fake news’, e le chiedo un commento. Ecco la sua risposta: «E’ intitolato “Disposizioni per prevenire la manipolazione dell’informazione online, garantire la trasparenza sul web e incentivare l’alfabetizzazione mediatica” il ddl contro la diffusione su Internet delle fake news. Si tratta di un ddl bipartisan che tra i firmatari vede parlamentari del Pd come di Forza Italia, della Lega Nord, di Cor, del gruppo Per le Autonomie e del Misto abbracciando quasi tutto l’arco costituzionale. Una battaglia a tutela dei cittadini che non deve lasciare fuori nessuno. Il provvedimento che ho presentato – dice Gambaro –  è un primo passo per aprire un dibattito più ampio che non riguardi solo il mondo politico, ma tutti gli attori della società civile”. La senatrice Gambaro l’ha illustrato in una conferenza Stampa mercoledì mattina nella Sala Caduti di Nassirya.

Nella seduta pomeridiana iniziata alle ore 16,30, su richiesta del sen. Torrisi (AP), la Presidenza ha rinviato a domani il decreto-legge milleproroghe per consentire alla Commissione affari costituzionali, che è in fase avanzata dei lavori, di votare alcuni emendamenti sui quali manca il parere della Commissione bilancio. Malan (FI-PdL) e Loredana De Petris (SI-Sel) hanno criticato le dichiarazioni del segretario del Pd, Renzi, che, dopo aver tentato di ridurre al silenzio il Senato, prova a scaricare sull’istituzione parlamentare la responsabilità della mancata elezione del presidente della Commissione affari costituzionali. Crimi (M5S) e Falanga (ALA) hanno invece criticato la decisione del PD di sostituire in Commissione Affari costituzionali due senatori del Gruppo, Gotor e Migliavacca, perché contrari alla proroga della norma relativa all’età pensionabile dei magistrati, che lascia scoperti importanti uffici giudiziari. Il capogruppo del PD, Zanda,  ha affermato che il Gruppo non ha operato sostituzioni contro la volontà dei senatori interessati e che la questione della presidenza della 1° Commissione andrebbe posta in sede di Conferenza dei Capigruppo. La seduta è terminata alle ore 17:15.

Mercoledì 15 l’Aula è iniziata alle ore 9,30 e l’Assemblea ha avviato l’esame del ddl n. 2630 di conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2016, n. 244, recante proroga e definizione di termini. Il cosiddetto milleproroghe è composto da 16 articoli. L’articolo 1 contiene disposizioni di proroga termini in materia di pubbliche amministrazioni. L’articolo 2 reca disposizioni in materia di editoria e durata in carica del consiglio nazionale e dei consigli regionali dell’ordine dei giornalisti. Gli articoli da 3 a 13 fissano rispettivamente proroghe in materia di lavoro e politiche sociali; istruzione, università e ricerca; Interno, sviluppo economico e comunicazione, salute, Difesa, infrastrutture e trasporti, giustizia, beni e attività culturali, ambiente, economia e finanze. L’articolo 14 dispone proroghe relative a interventi emergenziali. Gli articoli 15 e 16 riguardano le variazioni di bilancio e l’entrata in vigore del decreto. Nell’illustrare il provvedimento, il relatore, Collina (PD), si è soffermato in particolare sulle numerose proposte emendative (96) approvate dalla 1a Commissione a seguito di un’approfondita discussione che ha visto protagoniste tutte le forze politiche. Nella discussione generale hanno preso parte  Gasparri, Piccoli, Floris, Galimberti, Amidei (FI-PdL), Stefania Pezzopane, Annamaria Parente, Ruta (PD), Arrigoni (LN-Aut), Uras (Misto), Conte (AP), Girotto (M5S) e Perrone (CoR). Nel mettere in evidenza la manifesta incostituzionalità del provvedimento, le opposizioni hanno rilevato che la ciclicità del decreto testimonia l’incapacità del Governo di emanare i previsti decreti attuativi. Il seguito dell’esame del provvedimento è rinviato alla seduta pomeridiana. La seduta è terminata alle ore 13:00.

Nella seduta pomeridiana, iniziata alle ore 16,30,   l’Assemblea ha ripreso l’esame del ddl n. 2630 di conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2016, n. 244, recante proroga e definizione di termini. La discussione generale, iniziata questa mattina, si è conclusa con gli interventi di Serenella Fucksia (Misto), Panizza (Aut), Loredana De Petris (SI-Sel), Gualdani (AP), Elena Fattori (M5S), Caliendo (FI-PdL) e Maria Grazia De Biasi (PD). Su richiesta del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Pizzetti, che ha preannunciato l’intenzione del governo di porre la questione di fiducia su un maxiemendamento che sia bollinato dalla Ragioneria dello Stato, la seduta è stata sospesa per due volte. Il seguito dell’esame è stato infine rinviato a domani.

Endrizzi (M5S) ha rappresentato i rilievi del Presidente della Repubblica sulla eterogeneità del decreto-legge. Centinaio (LN) e Loredana De Petris (SI-Sel) hanno chiesto delucidazioni sul testo su cui il governo si accinge a porre la fiducia, con particolare riguardo alla questione del commercio ambulante e del regolamento per gli NCC (le vetture a noleggio con conducente). La seduta termina alle ore 20.

Giovedì 16 l’Aula si è riunita alle ore 9,30. Con 153 voti favorevoli e 99 contrari, ha rinnovato la fiducia al governo, approvando l’emendamento interamente sostitutivo dell’articolo unico del ddl n. 2630 di conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2016, n. 244, recante proroga e definizione di termini. Il provvedimento passa alla Camera dei deputati. Nella discussione sulla fiducia sono intervenuti  Falanga (ALA), Cioffi, Michela Montevecchi (M5S), Candiani (LN), Serenella Fucksia (Misto), Cervellini (SI-Sel) e Uras (Misto). Le norme più criticate riguardano l’applicazione della direttiva Bolkestein al commercio ambulante, la proroga del regolamento per il noleggio con conducente, la proroga della normativa antincendio negli edifici scolastici, la proroga del divieto di sperimentazione animale, l’intervento sull’età pensionabile dei magistrati, la sottrazione di risorse alle sovraintendenze speciali. Nelle dichiarazioni finali hanno negato la fiducia i senatori Bruni (CoR), Silvana Comaroli (LN), Giovanni Mauro (GAL), Mazzoni (ALA), Loredana De Petris (SI-Sel), Crimi (M5S), Amidei (FI-PdL). Invece hanno annunciato la fiducia i senatori Zeller (Aut), Mancuso (AP) e Pagliari (PD). In dissenso dal Gruppo il sen. Cuomo (PD) ha annunciato la non partecipazione al voto. La seduta è terminata alle ore 14:00.

Nella seduta pomeridiana delle ore 16 si sono svolte le Interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell’articolo 151-bis del Regolamento al Ministro del lavoro e delle politiche sociali su: politiche attive per il lavoro e disciplina del lavoro accessorio.

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