PUNTI DI VISTA/ La selva in cui si sono ritrovati i Cinquestelle

di PAOLO OROFINO – Prima i sondaggi e ora i ballottaggi delle elezioni comunali ci dicono che il centrodestra, con la  Lega, avanza. Senza giri di parole, ciò significa anzitutto una cosa: Matteo Salvini è sempre più il personaggio politico del momento. Di conseguenza i  Cinquestelle sono a un bivio e non hanno soluzioni alternative: o subiscono i dettami di Salvini o reagiscono, come vorrebbe la base del movimento, rischiando, però, di ritornare ben presto all’opposizione. Il leader del Carroccio, avendo i sondaggi dalla sua parte, sa bene che può tirare la corda a suo piacimento e sa pure che può staccare la spina al governo giallo-verde quando vuole. Tanto, se si andasse ad elezioni anticipate, al novantanove percento, vincerebbe largamente e potrebbe realizzare  l’aspettativa di diventare presidente del Consiglio, a capo della coalizione di centrodestra: Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, a differenza del risultato insufficiente ottenuto lo scorso 4 marzo, andrebbero ben oltre il quaranta per cento, cifra buona per ottenere la maggioranza.

Il Movimento 5 stelle, se vuole continuare a governare e tentare di realizzare una parte del suo programma inserito nel “contratto”, è praticamente costretto ad assecondare Salvini subendone decisioni  e posizioni che tendono platealmente verso un estremismo di destra. Piaccia o non piaccia a larga parte della base pentastellata, quello che attraversa la selva giallo-verde è l’unico percorso che consente ai Cinquestelle di rimanere al governo. Ma con quali prospettive? Anche quella di perdersi in una selva oscura.

 

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