TURCHIA DAL GOLPE ALLA REPRESSIONE

Il bilancio del tentativo di colpo di stato in Turchia è più grave di quanto appariva ieri e la repressione che ne seguirà ad opera di Erdogan si profila più feroce di quanto si possa immaginare. I morti sono quasi 300: 41 ufficiali di polizia, due soldati, 47 civili e 104 persone descritte come complottisti. I feriti sono circa 1400.  I militari arrestati sono finora  2.839. Il massimo organismo turco di controllo dei magistrati e procuratori ha sollevato dall’incarico 2.745 giudici in tutto il Paese. Il premier turco Binali Yildirum ha detto che nella costituzione del Paese non è prevista la pena di morte, ma ha aggiunto che il governo considererà cambiamenti legali per accertarsi che simili tentativi di colpo di stato non si ripetano mai più.

Sette ufficiali dell’esercito turco e un civile sono fuggiti in Grecia con un elicottero e hanno chiesto asilo politico alle autorità di Atene. Immediatamente dopo il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu ha fatto domanda di estradizione alla Grecia, accusando gli otto di essere golpisti.

Erdogan ha anche chiesto agli Stati Uniti l’estradizione di Fethullah Gulen, l’ex imam che vive in America, accusato dallo stesso Erdogan di essere l’ispiratore del fallito colpo di Stato. Ma a sua volta Gulen replica avanzando “il sospetto che il golpe sia stato una messa in scena per continuare ad accusare i miei sostenitori, ha detto ai giornalisti fuori dalla sua casa a Saylorsburg, Pennsylvania . “Non penso – ha aggiunto – che il mondo possa credere alle accuse del presidente Erdogan. Ora che la Turchia ha intrapreso il sentiero della democrazia non può tornare indietro”.

Turchia sosteniori di ErdoganSta di fatto che Erdogan si è concesso più di un bagno di folla dopo il fallimento del colpo di stato. Acclamato da migliaia di sostenitori, che ha salutato con il gesto della rabbia, mutuato dai Fratelli musulmani, il ‘sultano’ ha ringraziato il suo popolo per averlo sostenuto scendendo in piazza, mentre una folla festante  (foto) sventolava bandiere turche e inneggiava ad Allah. A loro, ha promesso che “i traditori” che hanno tentato di rovesciarlo “pagheranno un caro prezzo”.

E il premier turco Binali Yildirim, riferendosi agli Usa, insiste: “Non riesco a immaginare un Paese che possa sostenere quest’uomo (Gulen, ndr) , questo leader di un’organizzazione terroristica, soprattutto dopo la scorsa notte. Un Paese che lo sostenga non è amico della Turchia. Sarebbe persino un atto ostile nei nostri confronti”.

L’accusa di Erdogan, dunque, è che la mente dietro il golpe sia il suo ex alleato, diventato nemico numero uno, l’imam e magnate auto-esiliatosi in Usa, Fethullah Gulen. Che però, in un comunicato, ha condannato il tentativo di golpe, giurando di esserne estraneo: “Per qualcuno come me che ha sofferto sotto diversi colpi di stato militari nelle ultime cinque decadi, è particolarmente offensivo essere accusato di avere legami con un tentativo del genere”.

Alle prime luci dell’alba, la Turchia si è svegliata ancora in stato d’assedio. L’emittente statale Trt e la tv privata Cnn Turk, entrambe occupate e poi abbandonate nella notte dai putchisti, mostravano le immagini dei soldati che si arrendevano sul ponte del Bosforo, chiuso al traffico dalla scorsa notte. Vicino a loro, i sostenitori di Erdogan festeggiavano sopra i tank. In mattinata, ancora scontri armati venivano segnalati in diverse zone della citta’.

L’Italia sul carro del vincitore. “Il ministro degli affari esteri Paolo Gentiloni ha avuto – spiega la Farnesina – un colloquio telefonico con il suo omologo Mevlut Cavuşoğlu per esprimergli la soddisfazione per il prevalere della mobilitazione popolare e della difesa delle istituzioni. Il ministro degli Esteri turco, che parlava dalla capitale Ankara, ha confermato il fallimento del tentativo che ha definito terroristico”.

Renzi esprime “sollievo” per gli sviluppi in Turchia. “La preoccupazione per una situazione fuori controllo in un partner Nato come la Turchia lascia spazio al prevalere della stabilità e delle istituzioni democratiche”, ha dichiarato.  “Auspichiamo che non ci siano rovesci e pericoli per la popolazione e per tutti gli stranieri presenti in Turchia”, aggiunge, esprimendo “la convinzione che libertà e democrazia siano sempre la via maestra da seguire e difendere”.

1 Commento

  1. Il potere e la libertà hanno tante sfacettature che quasi sempre tutti parlano di “libertà” se non della propia, quando però in nome della libertà si uccide o si opprime la parola libertà diventa ostica. Allora in quale modo la turchia vuole dimostrare il suo potere, sì condannando gli usurpatori ma anche perdonando e cogliendo l’occasione per far vedere che la libertà è un stimolo e non una vendetta altrimenti anche coloro che hanno dimostrato prima una vera democrazia diventano dei carnefici. Se una parte hanno rischiato vuol dire che la libertà e la democrazia non sono completamente a portata del popolo

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