Strigliata di Juncker a Renzi per gli attacchi all’Europa e per i vanti sulla flessibilità

Italian Prime Minister Matteo Renzi, with EU Commission President Jean Claude Juncker during the EU-Turkey summit at the EU Council building in Brussels on Sunday, Nov. 29, 2015. ANSA / US PALAZZO CHIGI - TIBERIO BARCHIELLI - PRESS OFFICE +++ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING+++

Juncker non ne ha potuto più delle sparate di presunzione e di demagogia di Renzi e ha deciso – come si usa dire da noi – di cantargliene quattro. Il presidente della commissione Ue, parlando nella conferenza di inizio anno a Bruxelles, ha fatto esplicito riferimento al capo del governo italiano dicendo che “ha torto a vilipendere la commissione Ue” aggiungendo che probabilmente a fine febbraio verrà in Italia, “perché l’atmosfera tra l’Italia e la Commissione non è delle migliori“.

“Esito sempre – ha detto ancora Juncker – a esprimermi con lo stesso vigore con cui Renzi si rivolge a me, perché non aggiusta sempre le cose”. “Ritengo che il primo ministro italiano, che amo molto, abbia torto a vilipendere la Commissione a ogni occasione, non vedo perché lo faccia perché l’Italia a dir la verità non dovrebbe criticarla troppo” in quanto “noi abbiamo introdotto flessibilità contro la volontà di alcuni Stati membri che molti dicono dominare l’Europa”. “Sono stato molto sorpreso – ha proseguito – che alla fine del semestre di presidenza italiana Renzi abbia detto davanti al Parlamento che è stato lui ad aver introdotto la flessibilità, perché sono stato io. Io sono stato!”.  “Su questo – ha aggiunto – voglio che ci si attenga alla realtà”. “Io mi tengo il mio rancore in tasca, ma non crediate che sia ingenuo”, ha precisato.

Stesso tono quando ha affrontato l’argomento immigrati: “Ho difficoltà a capire la riserva stupefacente dell’Italia a finanziare i 3 miliardi alla Turchia,che non vanno alla Turchia ma per accogliere i rifugiati siriani in Turchia”, ha aggiunto.  “Sono impressionato dalle fragilità dell’Ue e dalle rotture accadute o che si preannunciano”. “C’è una ‘policrisi’ non ancora interamente controllata”, dai rifugiati al terrorismo all’Ucraina e Russia, ha sottolineato, e per questo “farò di tutto per evitare questo sentimento di inizio della fine” dell’Europa.

“Nessuno parla del legame tra Schengen e la libera circolazione dei capitali: la fine di Schengen rischierà di mettere fine all’Unione economica e monetaria e il problema della disoccupazione diventerà ancora più importante, bisogna guardare alle cose nel loro insieme”. “I controlli alle frontiere hanno un prezzo, per esempio quelli tra Svezia e Danimarca costano 300 mln di perdite di introiti, e quelli tra Germania e Danimarca 90 mln”.

LE PRIME REAZIONI IN ITALIA

Raffaele Fitto (Conservayori e Riformisti). “Male Juncker verso Italia, ma malissimo Renzi. L’Ue va sfidata sui vincoli con serietà e cercando alleanze, non abbaiando alla luna. Altrimenti ci facciamo male”. Così su Twitter Raffaele Fitto.

Salvini (Lega Nord). Come sempre, all’insegna dell’eleganza la reazione di Matteo Salvini (Lega Nord): “Juncker e Renzi si attaccano? Sono due facce (di bronzo) della stessa medaglia. Fanno entrambi gli interessi di banche e multinazionali, contro i cittadini. Andassero a farsi fottere tutti e due”. Così il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, su Facebook.

Il ministro Padoan. Il ministro dell’Economia, Padoan, ha usato toni concilianti per replicare: “Da parte del governo italiano non c’è nessuna volontà di offesa, ma atteggiamento costruttivo”. Così il ministro dell’Economia, Piercarlo Padoan replica a Jean Claude Juncker a Bruxelles.  “Sulla flessibilità è evidente che è stata la Commissione Ue a introdurla con la comunicazione sulla flessibilità, ma ricordo che si è arrivati là con il dibattito che è stato sviluppato durante il semestre di presidenza italiana”. “L’Italia dà pieno sostegno all’azione di supporto alla Turchia per la gestione dei flussi migratori”, l’Italia “non blocca niente ma quello che consideriamo da chiarire è se ancora c’è spazio dal budget europeo in modo che quei 3 mld siano pienamente coperti senza usare contributi degli Stati”.

Ma Renzi fa il galletto. Di tono purtroppo ben diverso la riposta di Renzi a Juncker.  In un’intervista al Tg5, anticipata su Twitter da Clemente Mimun, sfodera la solita frase: “Non ci facciamo intimidire. L’Italia merita rispetto”. E poi: “La flessibilità dall’Ue è arrivata solo dopo molte insistenze da parte dell’Italia”. Il rispetto un personaggio che fa il galletto è difficile che possa guadagnarselo nei rapporti internazionali. Può ottenerlo solo nella Direzione del Pd e, in parte, nei gruppi parlamentari, che può tenere sotto la minaccia di far perdere lo scranno di deputato o di senatore usando come ricatto il voto di fiducia.

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