Ha sparato per strada a Macerata contro immigati di colore per “vendicare” la ragazza tagliata a pezzi

Il ventottenne Luca Traini, che sabato mattina ha sparato per strada a Macerata contro 6 immigrati di colore, ferendone due gravemente, e che  è stato candidato per la Lega nelle elezioni amministrative dell’11 giugno 2017 a Corridonia, ha ammesso di aver commesso quel tentativo di strage per reazione alla notizia del ritrovamento del corpo straziato di Pamela Mastropietro  in due valige. In un manifesto elettorale del giugno 2017 appare in una foto  insieme al candidato sindaco della Lega Nord per Corridonia, Luigi Baldassarri; nel programma della lista c’era un punto dedicato al “controllo degli extracomunitari”.

Traini ora si trova nello stesso carcere di Montacuto dove è rinchiuso il nigeriano Innocent Oseghale di 29 anni, che è accusato di aver ucciso e sezionato barbaramente il corpo della diciottenne romana, fuggita dalla comunità di recupero di Corridonia e probabilmente adescata dal nigeriano nella sua attività di spacciatore di droga.

Traini dopo la sparatoria nelle strade di Macerata è stato bloccato in piazza della Vittoria, dinanzi al Monumento ai Caduti. Alla vista degli agenti, ha fatto il saluto fascista, poi è fuggito a piedi verso la gradinata del monumento, gettando via alcuni

Soccorsi a uno dei feriti (Foto Ansa di Guido Picchio)

indumenti e mettendosi sulle spalle una bandiera tricolore, ma subito è stato immobilizzato. Ha ammesso di essere stato lui a sparare e ha indicato dove trovare l’arma che ha usato: nella sua auto parcheggiata poco distante.

Con quell’auto, ha detto, intendeva dirigersi verso il luogo in cui sono state trovate le due valige il corpo smembrato di Pamela Mastropietro, la diciottenne allontanatasi dal centro di recupero di Corridonia e per la cui morte è stato formalmente accusato di omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere dal pm Giovanni Manzoni il pusher nigeriano di 29 anni Innocent Oseghale. Nei giorni scorsi sulla pagina facebook di Alessandra Verni, madre di Pamela Mastropietro, erano stati molti i post di odio contro gli immigrati e le persone di colore, in cui si invocava la pena di morte.

Dichiarazione della famiglia di Pamela. Comunque nessun collegamento diretto è emerso tra Luca Traini e Pamela Mastropietro. E’ quanto emerge dalle indagini svolte dai carabinieri e seguite direttamente dal comandante provinciale Michele Roberti. Dagli accertamenti è risultato che i due non si conoscevano. A confermarlo anche la famiglia di Pamela: “Pamela non conosceva Luca Traini, non aveva mai avuto nessun rapporto di nessun tipo con lui”. Lo ha detto all’Ansa Marco Valerio Verni, zio di Pamela Mastropietro e avvocato della famiglia della ragazza. “La violenza non può essere la risposta alla tragedia che ci ha colpiti. Ci sono le aule di giustizia per assicurare i responsabili di questo brutale omicidio”. Questo l’appello della madre di Pamela Mastropietro affidato all’avvocato.

   Dichiarazione di Salvini. “Chiunque spari è un delinquente”, ha commentato il leader della Lega, Matteo Salvini.  “Non vedo l’ora di andare al governo per riportare sicurezza in tutta Italia, giustizia sociale, serenità. Chiunque spari è un delinquente, a prescindere dal colore della pelle”, ha affermato Salvini parlando al Centro Congressi Unaway di San Lazzaro e rispondendo a chi gli chiedeva che cosa ne pensasse del raid a Macerata.  Ha aggiunto, comunque, che un’immigrazione “incontrollata” porta allo scontro.

In giornata si è recato a Macerata il ministro dell’Interno Marco Minniti.

AGGIORNAMENTO ALLE ORE 8 DEL 4 FEBBRAIO

La confessione

Dopo l’una della notte Luca Traini è stato trasferito nel carcere di Montacuto, lo stesso dove è rinchiuso Innocent Oseghale, il nigeriano accusato di essere l’assassino di Pamela.

E ha ribadito ai Carabinieri: “Ero in auto e stavo andando in palestra quando ho sentito per l’ennesima volta alla radio la storia di Pamela. Sono tornato indietro, ho aperto la cassaforte e ho preso la pistola”.

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