Se Salvini e Meloni, tra il 25 aprile e il 2 giugno, trovassero il tempo per leggere qualche libro di storia patria

di SERGIO SIMEONE – Il centrodestra ha dunque deciso di indire una manifestazione a Roma il 2 giugno contro il governo di Giuseppe Conte. Molti sono al momento i punti oscuri riguardo a questa manifestazione: chi ci sarà? Ci sarà, ad esempio, Berlusconi? Attualmente si assiste solo ad un tentativo di trascinare l’anziano e riluttante leader nell’evento voluto ed organizzato da Salvini e Meloni; in quale piazza si svolgerà? Pare che la Meloni non gradisca piazza Venezia che considera di sua esclusiva proprietà, dopo che da sola, prima delle elezioni del 2018, andò a giurare solennemente sull’altare della Patria che mai avrebbe fatto inciuci con partiti di sinistra; come saranno garantite le misure di sicurezza sanitaria e chi concederà l’autorizzazione? Quali saranno gli obiettivi, tenuto conto del fatto che su MES, eurobond e ricovery bond i tre partiti della destra si sono più volte divisi nel Parlamento europeo?

L’unica cosa certa finora è che la manifestazione si svolgerà il 2 giugno, e verrà così collegata alla celebrazione della  festa della Repubblica. Ma è anche la cosa più singolare. Perché il capo dello schieramento di centrodestra è quello stesso Matteo Salvini, che l’anno scorso dichiarò che non avrebbe partecipato alla festa della Liberazione il 25 aprile perché la Resistenza era stata solo un derby tra fascisti e comunisti. Secondo Salvini, quindi,  se abbiamo ben capito, la Resistenza e la nascita della Repubblica sono due eventi distinti e separati senza alcuna connessione tra loro, per cui si può celebrare la seconda ed ignorare la prima considerandola alla stregua di una partita di calcio, come Lazio-Roma o Milan-Inter.

Qualcuno dovrebbe spiegare al “capitano” che la Repubblica non l’ha portata la Befana. Che migliaia di giovani, la parte migliore del nostro Paese, hanno sacrificato la loro vita non solo per sconfiggere militarmente i nazi-fascisti, ma  anche per permettere agli italiani di capire che il fascismo aveva potuto andare al potere e cancellare libertà e democrazia e condurre l’Italia ad una guerra ingiusta e disastrosa anche grazie alla complicità della casa regnante, che gli aveva spianato la strada e che perciò non era più degna di guidare il nostro Paese. Solo grazie a questo sacrificio è stato possibile indire il referendum e permettere al popolo italiano di pronunciarsi a favore della Repubblica.

Faccia pure perciò Salvini la sua manifestazione, ma trovi il tempo di leggere tra una comparsata televisiva e l’altra qualche libro di storia. Forse potrà capire perché, in tutte le piazze nelle quali va a fare i comizi, tanti giovani gli cantino in coro “Bella ciao”.

*Sergio Simeone, docente di Storia e Filosofia, è stato anche dirigente del Sindacato Scuola della Cgil

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