ORA DI PUNTA/ La legnata di Legnini: processo al dubbio

di GIOVANNI PEREZ –

Che i soccorsi in mare da parte di qualche Ong (Organizzazione non governativa) avrebbero potuto sollevare qualche dubbio, era molto improbabile nell’Italia di oggi. È in quest’ottica, secondo la quale l’Italia sarebbe solo patria di santi e di eroi, che non ci si deve meravigliare se si sta alzando un polverone contro chi – come il procuratore della Repubblica di Catania, Zuccaro – osa esprimere dei dubbi. Dubbi – precisiamo – che gli derivano dalla sua attività investigativa.

È bastato che qualche quotidiano (ma ancora più quel magistrato) facessero notare delle strane coincidenze nell’opera di salvataggio in mare dei migranti da parte di qualcuna delle Ong perché si scatenassero le ire furibonde di legioni di politici (soprattutto di sinistra ma non solo) con in testa l’immancabile Matteo Renzi. Riguardo all’ex premier sembra quasi che qualcuno lo abbia accusato di far parte della lobby delle Ong, anche se nessuno lo ha mai chiamato in causa.

Comunque, guardando la vicenda Ong da un punto di vista oggettivo e senza pregiudizi, ci pare naturale che siano sorti, istintivamente, degli interrogativi. Eccone alcuni: non sembra strano che, in poco tempo, siano diventate tanto numerose le Ong che si sono accorte del fenomeno migrazioni e che abbiano mobilitato una vera flotta di navi (oltre a gommoni vari, droni e persino un aereo) per salvare migliaia di profughi in balia delle onde? Che abbiano quasi preso il posto della Marina Militare e della Guardia Costiera, che stavano operando in maniera egregia? Che le navi di alcune Ong possano avventurarsi sin sotto la costa libica e arrivare ai barconi dei migranti nel momento esatto nel quale avevano esaurito il poco carburante a disposizione?

Ma le domande senza risposta non finiscono qui. Come  è infatti possibile che (al di là delle vaghe parole di Gentiloni)  l’Italia, che fornisce al governo libico di Tripoli armi, addestratori e navi militari,  non riesca a fermare con le buone o le cattive i responsabili del traffico di centinaia di migliaia di esseri umani reclutati in centro Africa e trasportati attraverso il deserto sino alla costa mediterranea?  I loro nomi e i loro volti sono addirittura apparsi in qualche inchiesta in Tv e sui giornali, ma nulla si è mosso.

In conclusione  quello che più impressiona in questa vicenda kafkiana è la levata di scudi da parte del vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Legnini, che “sta valutando se aprire una procedura nei confronti del magistrato di Catania per i dubbi espressi sull’operato delle Ong”. Insomma il Csm si preparerebbe ad introdurre un nuovo capitolo nella sua storia e un nuovo capo d’accusa nel suo regolamento, da trasferire eventualmente anche nel codice di procedura penale:  il processo al dubbio.

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