Per lo sciopero nazionale unitario dei sindacati medici del Servizio Sanitario Nazionale, previsto per domani (16 dicembre), negli ospedali e nei presidi territoriali della Asl potranno saltare le attività programmate come gli interventi, le visite e gli esami diagnostici mentre gli studi dei medici di famiglia e dei pediatri potranno rimanere chiusi. Saranno però garantite le urgenze, le visite in assistenza programmata a pazienti terminali e le prestazioni di assistenza domiciliare integrata. Sempre domani si terrà un sit-in alle ore 11 a Roma davanti all’ospedale San Camillo, Circonvallazione Gianicolense, 87, con la presenza dei segretari nazionali dei sindacati medici. “Dopo anni di tagli e di mancati finanziamenti” ha dichiarato Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil Medici “la sanità è ormai a pezzi, con profonde diseguaglianze regionali e con una accessibilità sempre più ridotta per liste di attesa e ticket. Ci scusiamo per i disagi ma vogliamo salvare e riqualificare la sanità pubblica, che rappresenta la migliore assicurazione sanitaria per tutti i cittadini”. “In particolare” ha continuato Cozza “servono subito le necessarie assunzioni per garantire il giusto orario europeo per medici ed infermieri a tutela della qualità delle cure, ma con risorse adeguate e definite nella legge di stabilità e non con riferimento ad ipotetici risparmi delle Regioni, già in gravi difficoltà economiche”. I medici protestano anche contro i tagli che denunciano essere contenuti nella legge di stabilità: “Oltre ai 4 mld di tagli alla sanità – ha affermato Cozza – la legge di stabilità introduce una nuova diabolica tagliola sanitaria, che porterà a un’ulteriore riduzione delle prestazioni ai cittadini: si introducono infatti i piani di rientro triennali per le aziende ospedaliere che presentano uno scostamento tra costi e ricavi pari o superiore al 10%, o di almeno 10 mln di euro, prevedendo la decadenza automatica del direttore generale in caso di esito negativo”. Come dire, “o tagli, proprio a partire dalle prestazioni che sono più facilmente aggredibili, o vai via”. Ricordando che tale situazione di criticità, al 2014, “riguarda ben un’azienda ospedaliera su 4, ovvero 24 su un totale di 108”. “Senza ascolto e risposte” ha concluso Cozza “la nostra mobilitazione non si fermerà e continuerà anche nel 2016, a partire da altre manifestazioni e scioperi”.
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