Sale lo spread e Renzi cerca di dare la colpa …al referendum. Brunetta: “Irresponsabile”, Fratoianni: “Colpa della sua politica economica”. La polemica sugli italiani all’estero

spread-2013-586x393In Italia sale lo spread e Renzi – anziché prendere atto che questa è la conseguenza della sua politica economica e del conseguente indebitamento (come lo fu per Berlusconi, costretto poi a dimettersi) –  cerca di dare la colpa alla “instabilità” che, a suo dire, potrebbe dipendere dall’avanzare del No nei sondaggi per il referendum del 4 dicembre. Ma la instabilità di cui parla il vice presidente della Banca europea, Vitor Costancio, è quella finanziaria, non quella politica. In realtà il differenziale di rendimento tra il Buoni del tesoro poliennali e il Bund tedesco ha sfondato la soglia dei 180 punti base, ed ora segna 183 punti. Il rendimento sul decennale del Tesoro sale al 2,20%. I Btp sono in una situazione peggiore di quella dei bonos spagnoli, che restano a quota 125 punti.

La reazione dell’opposizione. Ovvia la reazione dell’opposizione alla tesi che Renzi cerca di accreditare. Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, dice: “Il presidente del Consiglio si comporta in modo sempre più irresponsabile in merito al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva chiesto di abbassare i toni e aveva auspicato un confronto nel merito della riforma. Il premier risponde con affermazioni e dichiarazioni da Paese sudamericano. Adesso Renzi dice che l’aumento dello spread è dovuto all’incertezza. Come ampiamente previsto, il Fiorentino cerca la tempesta perfetta per addossarne, ovviamente, la colpa all’eventuale e sempre più probabile vittoria del No”. “E se un banchiere d’affari prendesse alla lettera le parole del presidente del Consiglio e cominciasse a disinvestire dall’Italia, a vendere titoli di Stato, che cosa succederebbe? – chiede Brunetta – O forse è proprio quello che Renzi vuole per creare il panico? Come può un premier aizzare la speculazione sul proprio Paese con frasi del genere? Dove si è mai visto? Non ho mai sentito un primo ministro inglese, francese, tedesco o americano parlare in questi termini della propria nazione prestando il fianco agli avvoltoi pronti a colpire ad ogni incertezza”. “Renzi – conclude Brunetta – dovrebbe chiedere scusa agli italiani, dovrebbe chiedere scusa all’Italia, un Paese che lui sta lentamente e scientificamente distruggendo”.

A sua volta Nicola Fratoianni, esponente dell’esecutivo nazionale di Sinistra Italiana, attacca: “La minaccia dello spread è solo l’ultimo, scomposto tentativo di Matteo Renzi di condizionare il voto degli italiani. La verità è che la sua riforma è pessima e l’incertezza ha a che fare col modo irresponsabile con cui ha condotto la campagna elettorale. Per il resto – conclude Fratoianni – se c’è qualcosa che favorisce l’aumento dello spread sono le fallimentari politiche economiche e sociali del suo governo”.

LA LETTERA AGLI ITALIANI ALL’ESTERO

Anche il vice presidente del Comitato per il No al Referendum, Alfiero Grandi, ai microfoni di Radio Cusano Campus nella trasmissione  condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia, si è occupato della lettera di Renzi agli italiani all’estero. “E’ un’autentica stranezza che un presidente del Consiglio, capo del partito di maggioranza, che fa modifiche costituzionali e una legge elettorale per rafforzare se stesso, diventi anche il capo del Comitato del Sì. Nella sua lettera, da un lato ci sono tutte le foto dei suoi incontri con Capi di Stato stranieri, dall’altro c’è scritto sopra Comitato per il sì, con la firma del premier. Questo modo di accentrare tutto in un’unica persona e voler debordare dai ruoli mi sembra una cosa inaccettabile”.  E prosegue: “Sarebbero 4 milioni di lettere con francobollo, che hanno un costo. Bisognerà capire chi ha pagato. Il Comitato per il sì ha detto che aveva 3 milioni per la campagna elettorale, il resto della campagna chi l’ha pagato? Questa la domanda che poniamo”. “Le opinioni personali del premeir a me non interessano –ha spiegato infine Grandi-, a me basterebbe che rispettasse le regole della distinzione tra incarico pubblico e persona privata. Sarebbe già un passo avanti”.

Entrando nel merito del quesito, Alfiero Grandi dice: “Ci troviamo con una modifica della Costituzione e con un Parlamento la cui legittimità è stata messa in discussione dalla Consulta.  Dovrebbe agire come quando si cammina sulle uova, con grande prudenza e rispetto. Invece è partita una raffica, con la riforma costituzionale e quella elettorale, tutto ciò imposto senza tanti riguardi con il voto di questo Parlamento. Il governo non può, chiedendo di modificare la Costituzione, coprire i suoi errori di linea politica, perché la verità è che questa riforma costituzionale è un grande alibi, cercare di dare la colpa alla Costituzione dei propri limiti non è accettabile”.

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