REFERENDUM O ELEZIONI/ Ecco il rompicapo creato dal “2 a 3” della Corte Costituzionale

elezioni_beppe_grillo_primo_partito_2013_okLa decisione “sdoppiata” della Corte Costituzionale sui tre referendum proposti dalla Cgil ( sì a quelli su voucher e appalti, no a quello sull’abolizione dell’articolo 18) ha creato una situazione complicata per il calendario delle prossime scadenze politiche ed elettorali. Per capirci qualcosa bisogna fare riferimento alle regole di legge da rispettare nel mandare i cittadini alle urne.

La votazione sui due referendum dichiarati ammissibili dalla Corte dovrebbe avvenire in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno: la scelta della data spetta al governo d’intesa con il capo dello Stato. I tempi:  le sentenze (con la relativa motivazione) della Corte costituzionale  devono essere depositate entro il 10 febbraio; spetta al governo deliberare la data, che deve cadere in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno: quest’anno la prima ‘finestra’ utile cade il 16 aprile, l’ultima l’11 di giugno. Il referendum dovrà a quel punto essere indetto con un decreto del Presidente della Repubblica.

Ma le cose cambiano in due casi. 1° caso: se, nel frattempo, il presidente della Repubblica fosse costretto a decidere lo scioglimento anticipato delle Camere (ad esempio: per un voto di sfiducia del parlamento verso il governo), il referendum dovrebbe subire un rinvio di un anno perché si dovrebbero indire nuove elezioni politiche e bisogna evitare l’accavallamento tra due campagne elettorali.  2° caso: se il parlamento approvasse due nuove leggi sui voucher e sugli appalti che correggono quelle per le quali la Consulta ha ammesso il referendum, questo non dovrebbe più svolgersi. Ma le nuove disposizioni legislative dovrebbero prima essere sottoposte all’Ufficio centrale per il referendum presso la Cassazione per valutare se siano in linea col quesito referendario. In caso contrario, il referendum sarà trasferito sulle nuove leggi, integrando il quesito, e il referendum si terrà nella data fissata dal decreto presidenziale.

Un bel rompicapo. Dal quale, però, ogni forza politica e ogni pezzo di ciascuna forza politica cercherà di trarre il maggio vantaggio possibile. Il gioco sarà tra chi vuole elezioni politiche anticipate e chi preferisce che questo rompicapo vada ad intersecarsi con la necessità che il parlamento faccia una nuova legge elettorale valida per entrambe le Camere.

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