Referendum. Il comitato del No potrebbe impugnare il voto degli italiani all’estero

“Nel voto degli italiani all’estero non è garantito il requisito della segretezza e se al referendum del 4 dicembre il voto degli italiani all’estero fosse decisivo ai fini del risultato e determinasse la vittoria del Sìpotremmo decidere di impugnare il Pace comitato no referendumrisultato“. Lo ha detto il presidente del comitato del No, Alessandro Pace (foto), parlando ai giornalisti della Stampa estera in Italia. Come stabilisce la Costituzione, l’esercizio del voto, ha ricordato il giurista, deve essere “personale, libero e segreto”, requisiti che non sono garantiti dal meccanismo di voto adottato per le circoscrizioni estere.

Intervistato da Lilli Gruber a “Otto e mezzo”, Massimo D’Alema – pur ammettendo che esistono dubbi sulla regolarità del voto degli italiani all’estero e ribadendo che è stato negato al  Comitato del No l’elenco degli aventi diritto al voto e i loro recapiti – ha affermato di non essere d’accordo con l’annuncio dato prima che si conosca l’esito del referendum. I ricorsi non si annunciano: si fanno, se si acquisiscono elementi che provano  l’esistenza di irregolarità. Diversamente si dà un segnale di debolezza e l’impressione che si tema di perdere.

Naturalmente è arrivata da Piombino anche la replica di Renzi: “Quelli del No dicono che se perdono faranno ricorso. Noi non faremo ricorsi e controricorsi, faremo una battaglia con il sorriso e parliamo del merito. Il tentativo è di buttarla in rissa, la nostra reazione è calma e gesso, sorrisi e tranquillità”.  “Loro insultano – ha poi aggiunto Renzi -, noi sorridiamo. Loro minacciano ricorsi, noi vi abbracciamo e vi vogliamo bene. Loro parlano di serial killer, noi diciamo che non si morde. Siamo tranquilli, ma con la stessa forza e franchezza diciamo che il referendum riguarda tutti voi”.

Per la verità, quanto a tranquillità serenità, il capo del governo e del Pd non ne sta dimostrando molte, visto che sta facendo cinque comizi o interventi al giorno, e visto che ha rilanciato la personalizzazione, imponendo la sua presenza massiccia su tutti i canali televisivi. E quanto ad ingiurie lui non è da meno dei suoi avversari, anche se Beppe Grillo ha superato il segno definendolo “una scrofa ferita” e un “serial killer del futuro dei nostri  figli”.

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