Trovati altri corpi nell’hotel “Rigopiano”

AGGIORNAMENTO ALLE ORE 23 DEL 24 GENNAIO. Altri corpi sono stati recuperati all’interno dell’hotel “Rigopiano”: le vittime accertate salgono a 18 (10 uomini e 8 donne), i dispersi sono 11, altrettanti i sopravvissuti.  Il cadavere era in uno stanzino vicino alla zona della cucina e del bar.

L’ansia dei familiari. Per i parenti delle vittime e di chi ancora manca all’appello l’attesa è ormai insopportabile. “Quelli che sono morti sono stati uccisi – grida il padre di uno dei dispersi, Stefano Feniello, 28 anni –  E quelli che ancora non rientrano sono stati sequestrati contro il loro volere perché volevano rientrare. Li hanno sequestrati. Avevano le valigie pronte. Li hanno riuniti tutti vicino al caminetto come carne da macello”. La fidanzata del giovane, Francesca Bronzi, è salva ed è ricoverata a Pescara.

Ha compiuto ieri oggi 33 anni Alessandro Riccetti di Terni, uno dei dispersi: all’hotel Rigopiano lavorava come receptionist. Di lui, che al momento non è né nella lista delle persone salvate né in quella delle vittime identificate, non si hanno più notizie da mercoledì, quando ha avuto gli ultimi contatti con la madre. “La preghiera è l’unica cosa da fare. Vi abbraccio” scrive oggi su Facebook Antonella Maria, la madre di Alessandro, a chi in queste ore le esprime la propria vicinanza.

Intanto sono stati ritrovati vivi anche i tre cuccioli di pastore abruzzese, figli di Nuvola e Lupa, che si erano già salvati ed erano scesi a valle: i carabinieri forestali li hanno scovati in buono stato tra le macerie.

Ricerca delle responsabilità. Da alcuni documenti, evidenziati dal Forum H2O Abruzzo, risulta che l’hotel Rigopiano è stato costruito sopra colate e accumuli di detriti preesistenti compresi quelli da valanghe. Lo testimonia la mappa Geomorfologica dei bacini idrografici della Regione Abruzzo sin dal 1991, ripresa e confermata nel 2007 dalla mappa del Piano di Assetto Idrogeologico della Giunta Regionale.

Le operazioni di soccorso con decine di uomini sono proseguite anche la scorsa notte, nonostante la pioggia che anche stamani continua a cadere sulla zona. “Chi lavora in quelle condizioni – ha sottolineato il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio – lavora come se ci fossero da recuperare persone vive. La speranza c’è sempre, perché quegli eventi possono aver dato luogo a situazioni molto particolari”. La pressione esercitata dalla slavina che si è abbattuta sull’hotel, ha calcolato Meteomont, ha pesato 120.000 tonnellate.

E sono stati dimessi dall’ospedale di Pescara i due fidanzati Vincenzo Forti e Giorgia Galassi che erano arrivati nella struttura sanitaria nella notte tra venerdì e sabato. Le loro condizioni fin dall’inizio sono state giudicate buone dai medici. I due giovani di 25 e 22 anni, originari di Giulianova (Teramo) sono stati dimessi alle 11.30 dall’ospedale civile di Pescara. Lo ha dichiarato il dottor Rossano Di Luzio, dirigente medico della Asl di Pescara.

I soccorritori, a 1.200 metri d’altezza, continuano a lavorare in condizioni estreme: da venerdì la neve si alterna alla pioggia, rendendo ancora più pesante quell’enorme blob di neve, detriti e alberi sradicati che ha sommerso l’hotel. Il rischio valanghe perciò è forte. Per questo, chiunque arrivi lassù per lavorare deve indossare l’Arva – lo strumento che consente di essere localizzati sotto le valanghe – e deve registrarsi prima di entrare nell’area di ricerca.

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