Quel diktat di Grillo è un abbaglio o una furbata?

di ENNIO SIMEONEBeppe Grillo è entrato a gamba tesa – con un atto autoritario che sembra appartenere ai tempi in cui il M5s veniva da tutti considerato il “partito dell’ex comico” – contro quei parlamentari del suo schieramento che stanno cercando di far in modo che la legge elettorale con la quale (speriamo il più lontano possibile) gli italiani dovranno andare alle urne sia la meno pasticciata possibile. Quei parlamentari, coerentemente con i princìpi ispiratori del Movimento, intendono evitare soprattutto che, camuffando questa specie di cabala elettorale come legge “alla tedesca”, si finisca per andare ad eleggere un parlamento fatto al 60-70 per cento di nominati dalle segreterie di partito.

Il diktat del “garante” del M5s sconcerta perché ha invitato tutti i suoi parlamentari (che, guada caso, ha ripreso a chiamare “portavoce”) a rispettare l’esito della consultazione fatta via web tra gli iscritti, i quali, chiamati a rispondere se sono favorevoli al sistema elettorale “tedesco”, da lui concordata con il Pd e Forza Italia, hanno risposto positivamente al 95%. Il piccolo particolare è che, come è stato spiegato da tutti coloro che se intendono, il sistema approvato da Grillo nell’incontro PD-FI-M5s non è il “sistema tedesco”, ma un sistema  che di tedesco ha solo lo sbarramento del 5%, soglia minima di voti perché una lista abbia accesso alla Camera e al Senato. Per il resto le differenze sono enormi e la più scandalosa riguarda la indicazione delle candidature: bloccate, senza che la scelta dell’elettore possa incidere se non marginalmente. Il che è in piena sintonia con i princìpi di Berlusconi e di Renzi ma in aperto contrasto con i principi conclamati del M5s.

E allora la domanda sorge spontanea e legittima: Grillo ha preso un abbaglio, affascinato solo da quello sbarramento al 5% che potrebbe tagliare le gambe ad alleanze di governo intorno a Renzi e a Berlusconi, o è una furbata per avere anche lui, come Berlusconi e Renzi, mano libera nella composizione delle liste e, di conseguenza, nella nomina di deputati e senatori?

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